Rogue One: cinque cose da sapere prima di vedere il film

Dopo una lunga attesa, Rogue One: A Star Wars Story è finalmente arrivato in sala, dominando i box office di tutto il mondo. I fan di lunga data della saga hanno assediato le sale fin dalle prime proiezioni di mezzanotte, con un riscontro generalmente positivo (a tal proposito qui trovate la nostra recensione).

A fianco dei tanti seguaci della Forza, capaci di snocciolare a memoria il minimo dettaglio relativo all’universo di Star Wars, ci sono però tante altre persone le cui conoscenze in merito sono più frammentarie o arrugginite, per scarso interesse o per il troppo tempo passato dall’ultima visione di una pellicola della saga.

Abbiamo quindi deciso di rivolgerci proprio a questi ultimi, raccogliendo le cinque nozioni fondamentali (rigorosamente no spoiler) per godersi appieno Rogue One: A Star Wars Story e per non perdersi nessun passaggio narrativo.

Rogue One: la temporalità

Rogue One

A livello temporale, i fatti di Rogue One: A Star Wars Story si collocano immediatamente prima di quelli di Star Wars: Episodio IV – Una nuova speranza, ovvero il primissimo episodio della saga in ordine di uscita, datato 1977.

Questo ci indica che dobbiamo dare per assodati tutti gli eventi della cosiddetta trilogia prequel (Star Wars: Episodio I – La minaccia fantasma, Star Wars: Episodio II – L’attacco dei cloni e Star Wars: Episodio III – La vendetta dei Sith), con la tragica trasformazione di Anakin Skywalker nel malvagio Darth Vader a seguito del suo passaggio al Lato Oscuro. I fatti narrati nella trilogia originale (il già citato Star Wars: Episodio IV – Una nuova speranza, Star Wars: Episodio V – L’Impero colpisce ancora e Star Wars: Episodio VI – Il ritorno dello Jedi), e a maggior ragione in Star Wars: Episodio VII – Il risveglio della Forza, devono invece ancora accadere.

La migliore introduzione possibile a Rogue One: A Star Wars Story è quindi rappresentata dai titoli di testa di Una nuova speranza, ovvero:

È un periodo di Guerra Civile. Navi spaziali ribelli, dopo aver colpito una base segreta, hanno ottenuto la loro prima vittoria contro il malvagio Impero Galattico. Durante la battaglia, spie ribelli sono riuscite a rubare i piani tecnici dell’arma decisiva dell’Impero, la Morte Nera, una stazione spaziale corazzata dalla potenza tale da distruggere un intero pianeta. Inseguita dai biechi agenti dell’Impero, la Principessa Leila sfreccia verso casa a bordo della sua nave stellare, custode dei piani rubati che possono salvare il suo popolo e ridare la libertà alla Galassia…

Rogue One: la situazione politica

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Da circa 20 anni, la Galassia è governata dall’Impero Galattico, insidiatosi nel corso del finale de La vendetta dei Sith, con a capo il Signore dei Sith Darth Sidious (precedentemente conosciuto come Cancelliere Palpatine). Nel tentativo di contrastare questo bieco regime dittatoriale si è formata l’Alleanza Ribelle, che racchiude diversi gruppi più o meno organizzati con il comune obiettivo di riportare pace e giustizia nella Galassia.

I ribelli stanno concentrando particolarmente i loro sforzi sulla Morte Nera, una nuova stazione spaziale a disposizione dell’Impero in grado di spazzare via in pochi secondi un intero pianeta. Rogue One: A Star Wars Story racconta come i ribelli sono riusciti a venire in possesso dei piani di costruzione della Morte Nera, fondamentali per la sua distruzione narrata in Una nuova speranza.

Rogue One: la Forza

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Usando le parole del saggio Obi-Wan Kenobi, “la Forza è quella che dà ai Jedi la possanza, è un campo energetico creato da tutte le cose viventi. Ci circonda, ci penetra, mantiene unita tutta la Galassia”. Lato Chiaro e Lato Oscuro della Forza si affrontano in un infinito duello, che simboleggia non solo l’eterna sfida fra Bene e Male, ma anche fra due diversi modi di intendere la vita: uno legato alla pace e alla serenità e l’altro posseduto dai più primitivi istinti, e perciò molto più pericoloso.

L’ordine dei Jedi ha sempre sfruttato i poteri della Forza per fini pacifici e difensivi, ma esso è stato spazzato via dal Signore Oscuro dei Sith Darth Sidious e dal suo braccio destro Darth Vader. Tolte le reminiscenze di questi due personaggi, della conoscenza della Forza all’epoca di Rogue One: A Star Wars Story rimangono quindi solo voci e leggende, tramandate perlopiù oralmente e senza un’adeguata preparazione in materia.

Nel corso di Rogue One: A Star Wars Story faremo la conoscenza di Chirrut Îmwe (interpretato da Donnie Yen), un monaco guerriero non vedente che ripete continuamente come un mantra una frase legata alla Forza, tramandandone il culto in maniera parziale e limitata, ma comunque efficace.

Rogue One: i Jedi

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All’epoca dei fatti di Rogue One: A Star Wars Story i Jedi sono ufficialmente estinti. In realtà noi sappiamo che Obi-Wan Kenobi e Yoda sono ancora vivi e in esilio rispettivamente su Tatooine e Dagobah, e che essi saranno fondamentali per addestrare il nuovo corso di questo antico ordine, rappresentato da Luke Skywalker. Ad affrontare l’Impero sono perciò persone comuni, sprovviste di qualsiasi potere sovrannaturale e animate solo dalla voglia di ripristinare democrazia e giustizia nella Galassia.

Rogue One: l’Impero

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Oltre ai già citati Vader e Sidious, fra le più alte cariche dell’Impero è certamente da menzionare anche il Grand Moff Wilhuff Tarkin, interpretato da Peter Cushing in Una nuova speranza e recuperato prodigiosamente in digitale per Rogue One: A Star Wars Story.

Nel corso del film di Gareth Edwards faremo inoltre la conoscenza del Direttore Imperiale Orson Krennic (Ben Mendelsohn), figura chiave nella progettazione della Morte Nera e legato a doppio filo alla protagonista del film Jyn Erso, interpretata da Felicity Jones. Preparatevi quindi per un’intensa ed emozionante battaglia fra Impero e Ribelli, che sarà fondamentale per il futuro di un universo a cui siamo emotivamente legati e di cui Rogue One: A Star Wars Story continua pregevolmente la tradizione.

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