Venezia 76 – Il Re (The King): il cast e il regista presentano il film
David Michôd, Timothée Chalamet, Joel Edgerton, Lily-Rose Depp e Ben Mendelsohn hanno presentato a Venezia 76 il film Netflix Il Re (The King).
Il Re (The King) è una rivisitazione moderna del celebre dramma storico di William Shakespeare, diretto da David Michôd, che compare nel progetto anche in qualità di sceneggiatore insieme a Joel Edgerton. Tra desideri di pace e lotte tiranniche, la pellicola, che è una produzione originale Netflix, vede Timothée Chalamet nei panni del protagonista, dapprima un giovane ragazzo ribelle, in opposizione al padre, Re Enrico IV, e poi consacrato Sovrano d’Inghilterra, Enrico IV. Parte del cast, inclusi Timothée Chalamet, Joel Edgerton, Lily-Rose Depp, Ben Mendelsohn e Tom Glynn-Carney hanno presenziato alla 76esima edizione della Mostra del Cinema di Venezia, nel quale il film è stato selezionato nella sezione Fuori Concorso.
Il Re (The King): Timothée Chalamet è Enrico V nel trailer ufficiale
David e Joel, com’è nata questa collaborazione e come siete giunti all’ideazione dell’adattamento moderno di questo dramma di William Shakespeare?
J.E.: “Avevo già studiato questa opera di Shakespeare tanti anni fa, e mi aveva affascinato. Dunque, abbiamo pensato di incentrarci sulla storia di quest’uomo e sul suo percorso nel diventare Re. Ciò che più contava era prendere qualcosa della storia e del personaggio come punto di partenza, e poi creare qualcosa di nuovo, di diverso. Per me è stata un’esperienza meravigliosa; avevo già lavorato con David, e questa è stata un’occasione per riunirci e raccontare una storia nostra“.
D.M. “È stata una gioia poter lavorare di nuovo con Joel. Viviamo a un paio di isolati di distanza, e abbiamo sempre parlato molto, scambiandoci le rispettive opinioni. Nonostante ciò, solo quando abbiamo iniziato a girare The King, mi sono reso conto che era da Animal Kingdom [del 2010] che non collaboravamo. Il lavoro che abbiamo fatto è stato veramente tosto. È bello quando si può lavorare insieme a persone così, a un gruppo del genere, e creare qualcosa di speciale. Mi ricordo che Joel venne da me e mi disse, ‘Che ne dici di Enrico V?’. Diciamo che a me non sarebbe mai venuta in mente questa idea, di ambientare un film nel Medioevo. Da qui, ho iniziato a pensare quale potesse essere la mia versione della storia“.
Timothée Chalamet su Il Re (The King): “Mi piacciono le sfide”.
Timothée, cosa ti ha spinto ad accettare questo progetto?
T.C.: “Innanzitutto sono un grande fan dei film di David e Joel, e già questo era uno degli elementi principali che mi ha spinto verso questa pellicola. Inoltre, il progetto in sé mi sembrava una cosa un po’ strana e diversa da altri tipi di adattamenti delle storie di Shakespeare. Era davvero qualcosa di stimolante, e a me piacciono le sfide“.
Com’è stata girare la scena nel fango?
J.E.: “La scena nel fango l’abbiamo girata nel nord dell’Ungheria. Avevamo queste armature pesantissime, e sentivamo molto caldo. È stata una scena molto intensa e particolarmente dura, qualcosa di ambizioso. Ci abbiamo messo due settimane e mezzo per completarla. A un certo punto ho pensato ‘Menomale questa scena la sta dirigendo David e non io’. La cosa più difficile è stata dover girare la scena macro, nella sua totalità e generalità, e poi concentrarsi sul micro, cioè i dettagli. Mi sentivo stanchissimo. Pensavo che sarei affogato in quel fango: a un certo punto ero pieno di fango, dalla testa ai piedi. Tuttavia, per quanto fosse difficile il lavoro fatto, mi ricordo di aver provato una grande felicità ed emozione, che derivavano proprio dal fatto che fossi lì presente. Un tempo sognavo di far parte di questo tipo di storie“.
T.C.: “Mi ricordo di essere andato a vedere Joel mentre lavorava. Confermo che si stava divertendo molto. Ciò che mi ha affascinato è stata la possibilità di essere lì in prima persona, a fare questo genere di scene per la prima volta nella mia vita“.
Cosa vi ha colpito della sceneggiatura?
L.R.D: “Il fatto che questo film cerca di spiegare il modo in cui la considerazione del potere cambia, da persona a persona. Le donne non avevano potere, soprattutto da un punto di vista decisionale, nella propria vita. Il mio personaggio tenta di acquisire il potere in un modo pacato, pacifico, con convinzione e molta forza, e questo è un buon messaggio da trasmettere“
T.C.: “Nelle produzioni di Shakespeare dell’ultimo secolo, più o meno, c’era una vera avversione nell’usare dei giovani attori per questi ruoli. Evidentemente è qualcosa che disturba vedere persone giovani avere così tanto potere. Il bello di questa sceneggiatura, invece, è che si concentra sui giovani. Ci sono delle moderne allegorie, di quello che viene rappresentato nel film, del mondo di oggi. Ancora oggi, ci sono delle persone che raggiungono il potere per discendenza, e chi lo usa come vuole“.