Samuel L. Jackson: i 10 film migliori dell’attore

Una rassegna di 10 titoli indimenticabili nella carriera di uno dei più apprezzati attori americani dei nostri tempi, Samuel L. Jackson.

Nato nel 1948, sulla scena dalla prima metà degli anni anni ’70, la consacrazione nei primi ’90, sposato con la stessa donna da più di quarant’anni, attore e regista, icona del grande schermo ma un’impostazione e un’affinità naturale per il teatro. Samuel L. Jackson, da non confondere con Laurence Fishburne, è uno dei più talentuosi, prolifici e apprezzati attori americani degli ultimi trent’anni. Carisma e redditività, se diamo retta alle stime sugli incassi complessivi dei suoi film, anche soltanto in riferimento al mercato americano, si toccano cifre da capogiro. Eclettismo messo al servizio di un’arte dalla vocazione insistentemente popolare, riesce a collaborare nello spazio di una sola carriera con gente del calibro di Kevin Feige e Martin Scorsese.

Di seguito, una breve classifica che raccoglie 10 tra i titoli più importanti della carriera del grande attore afroamericano. 10 film, 10 registi, 10 tendenze. Non c’è tutto, lo spazio non è mai abbastanza. Non necessariamente i film migliori, certo quelli che hanno da raccontarci qualcosa di interessante sull’uomo e l’interprete. E il vostro preferito qual è?

Il meglio di Samuel L. Jackson in 10 pellicole, dai film di guerra a Tarantino, Star Wars e Marvel

10. Regole d’onore (2000), film di guerra con Samuel L. Jackson

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L’incursione più riuscita di Samuel L. Jackson nel cinema di guerra è questo thriller legale del 2000, diretto da William Friedkin e interpretato assieme a Tommy Lee Jones. Regole d’onore è la storia del Colonnello Childers (Jackson), portato davanti alla corte marziale dopo un incidente nello Yemen e usato come capro espiatorio per salvare i rapporti tra USA e paesi mediorientali. Tommy Lee Jones è l’avvocato difensore. Tentativo di conciliare l’azione pura del film di guerra con le dinamiche di un procedurale, all’epoca ci fu chi accusò Friedkin di aver offerto una rappresentazione negativa del mondo musulmano.

9. Jurassic Park (1993): Samuel L. Jackson comincia a confrontarsi con il successo commerciale

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Un parco divertimenti pieno di dinosauri, cosa può andare storto? Jurassic Park, cult intramontabile diretto da Steven Spielberg nel 1993, campione di incassi e capostipite di una serie arrivata fino ai giorni nostri, è uno dei titoli di peso in cui Samuel L. Jackson è semplice comprimario (un altro esempio è Quei Bravi Ragazzi). Qui è un tecnico del parco, e fa pure una brutta fine. Ma il film merita di stare in classifica comunque, perché è il primo vero successo monstre della sua carriera. In fondo, Pulp Fiction è solo a un anno di distanza….

8. Die Hard – Duri a morire (1995): insieme a Bruce Willis nel terzo capitolo di una serie premiata al botteghino

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(Photo by 20th Century-Fox/Getty Images)

Il terzo capitolo della serie, diretto da John McTiernan con protagonista Bruce Willis nei panni di John McLane, non ha nulla della potenza del primo, intramontabile, Die Hard – Trappola di cristallo (1988). Ma il film del 1995 è una godibile scorribanda in una New York devastata da attacchi terroristici, infausta profezia, con Samuel L. Jackson co-protagonista ma di peso. La chimica con Willis è palpabile, e se non altro il film certifica che l’attore afroamericano regge bene le pressioni del botteghino.

7. Shaft (2000), il film con Samuel L. Jackson è il sequel di un classico del 1971, icona culturale

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Al culmine della popolarità, Samuel L. Jackson comincia a misurarsi con l’aspetto iconico della faccenda. Shaft, regia del compianto John Singleton, arriva nel 2000 ed è il quarto sequel di un epocale thriller interpretato nel 1971 da Richard Roundtree, qui nei panni dello zio del protagonista. La fortuna del film, in ogni sua incarnazione, è stata la capacità di adattare le forme standard di un genere molto amato dal pubblico, il genere poliziesco, agli stilemi e ai riferimenti della cultura nera, mantendendo inalterata l’appetibilità agli occhi di un pubblico trasversale.

6. Star Wars: Episodio III – La vendetta dei Sith (2005): Samuel L. Jackson nell’ultimo round da maestro Jedi nel capitolo più riuscito della trilogia

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La cultura popolare ha allentato la presa sulla trilogia di mezzo di Star Wars (1999 – 2005), prima narrativamente ma seconda per uscita in sala, ma solo perché ci sono i film più recenti a stuzzicare l’indignazione dei fan. Star Wars Episodio III: La vendetta dei Sith è il perno conclusivo della trilogia, diretto da George Lucas e uscito in sala nel 2005. Samuel L. Jackson veste i panni del maestro Jedi Mace Windu, orgoglioso ma serafico, carismatico ma leggermente defilato. Mentre il centro della scena è riservato all’ascesa tenebrosa di Dart Fener/Vader (Hayden Christensen), Jackson replica il consueto mix di carisma, lieve arroganza e fisicità per un ruolo che era stato pensato per Tupac Shakur.

5. I Am Not Your Negro (2016): Samuel L. Jackson è voce narrante in un documentario su un leggendario scrittore e attivista

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Qui si bara, ma fino a un certo punto. Cosa ci fa in questa classifica un documentario dedicato a una delle figure più importanti e controverse della letteratura americana del XX secolo? In realtà, I Am Not Your Negro, documentario diretto da Raoul Peck e uscito nel 2016, non è mera biografia di James Baldwin. Lo scrittore e attivista è il perno attorno cui si costruisce una riflessione sulla questione razziale negli Stati Uniti, così come è intravista dall’angolazione di una penna formidabile. Samuel L. Jackson è voce narrante, e con passione ed empatia aiuta il pubblico a “entrare” nel mondo di Baldwin.

4. Unbreakable – Il predestinato (2000): si diverte a fare il cattivo e ritrova una vecchia conoscenza

Glass: still da unbreakable

Ci ha messo rispettivamente 16 e 19 anni, il sempre discusso M. Night Shyamalan, per proseguire il discorso iniziato nel 2000 con Unbreakable – Il predestinato. Trilogia che si completa con Split (2016), e Glass (2019), ma quello che ci interessa qui è il primo film. L’intensa interpretazione che Samuel L. Jackson offre del suo Uomo di Vetro, nemesi fragilissima (letteralmente) del supereroe riluttante interpretato da Bruce Willis, è il cardine emotivo e narrativo di un rapport villain-eroe davvero interessante.

3. Captain Marvel (2019), nel film Marvel Samuel L. Jackson è Nick Fury

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Il più importante tassello di genere del MCU (Marvel Cinematic Universe) comprende nel cast anche Samuel L. Jackson, che tuttavia ci perdonerà se noteremo che l’eccezionalità della situazione per una volta non è merito suo! Captain Marvel, uno degli ultimi incassi record del pre-pandemia, esce nel 2019, diretto da Anna Boden e Ryan Fleck. Il premio Oscar Brie Larson (Room) fa il bello e il cattivo tempo nel ruolo della potentissima supereroina da cui il film prende il titolo. Jackson è Nick Fury, futuro capo dello S.H.I.E.L.D. ma per il momento agente di livello intermedio con piena funzionalità oculare. L’elemento di rottura è evidentemente rappresentato dalla centralità riservata dal racconto alla protagonista femminile, dato non trascurabile se consideriamo pubblico potenziale del film. Jackson accompagna da non protagonista, con charme sorridente.

2. Pulp Fiction (1994), di Quentin Tarantino, con Samuel L. Jackson

Pulp Fiction

Cosa resta da dire? Pulp Fiction, la prima e la più celebrata delle collaborazioni tra Quentin Tarantino e Samuel L. Jackson, è molto semplicemente il più importante film americano degli ultimi trent’anni. 1994, un groviglio di violenza, parolacce, audacia narrativa e look iconici. Jackson è Jules Winnfield, riccioluto killer a pagamento folgorato sulla scena del crimine. Un mix di controllo e rabbia impetuosa, l’alchimia con il partner Vincent Vega/ John Travolta è così intensa, dentro e fuori scena, da rasentare l’incredulità. Per Jackson è il film della svolta. Il momento in cui non ha più bisogno di guardarsi indietro.

1. Fa’ la cosa giusta (1989), Samuel L. Jackson non è il protagonista del film, ma lascia comunque il segno!

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Il giorno più caldo dell’estate. Samuel L. Jackson non è neanche lontanamente il protagonista di un capolavoro senza appello come Fa’ la cosa giusta, ma non è un problema. L’anno è il 1989, la regia è di Spike Lee, il racconto delle tensioni razziali negli Stati Uniti è lancinate per potenza visiva e visceralità. Jackson è Mister Senor Love Daddy, DJ di una radio locale che per tutto il film commenta, precisa, interviene, ancorato però alla placida serenità della sua postazione. Il film di Lee è il più grande film americano degli ultimi decenni, laddove Pulp Fiction è forse il più importante. Interessante notare come entrambi i registi, Lee e Tarantino, anche se con gradazioni molto diverse, colgano nel talento dell’attore afroamericano la scintilla del perfetto non protagonista. Un compagno di viaggio, un fratello maggiore, un alleato o una nemesi che offre il meglio nella condivisione delle responsabilità di scena. Definendo il proprio carattere con incisività, mai a spese di chi gli sta intorno. Un dono prezioso.