Red Notice e le uova di Cleopatra: il film è una storia vera?

Cosa c'è di vero dietro alle meravigliose uova d'oro donate da Antonio a Cleopatra?

Red Notice, il film Netflix che ha già sbaragliato ogni altra produzione, imponendosi primo nella classifica della piattaforma streaming, riunisce un altisonante trio di attori composto da Dwayne Johnson, Ryan Reynolds e Gal Gadot, al servizio della regia e della sceneggiatura di Rawson Marshall Thurber, che li coinvolge in un raffinato furto.
Il film si apre con l’agente dell’FBI John Hartley (Dwayne Johnson) che tenta di impedire al famoso truffatore Nolan Booth (Ryan Reynolds) di rubare uno delle tre uova di Cleopatra, custodito presso il museo di Castel Sant’Angelo. Un colpo che però incastra l’agente in un bel guaio, facendolo finire in prigione proprio insieme a Booth e, in ogni caso, entrambi sotto ricatto dell’astuta ladra interpretata da Gal Gadot.

Vista la presentazione fotografica che viene fatta attorno agli oggetti del desiderio, in tanti si saranno chiesti qual è la verità dietro le tre uova di Cleopatra, la famosa regina egizia passata alla storia per via del suo temperamento audace, del grande intelletto e, soprattutto, per la storia d’amore con Marco Antonio, nobile condottiero e politico romano.
Proprio attorno alla loro relazione, capace di incantare ogni generazione e ogni mezzo audiovisivo, si inerpica il focus di Red Notice. Nel film si narra infatti che le tre uova d’oro siano state donate a Cleopatra da Marco Antonio poco prima della morte; i due amanti e alleati si tolsero la vita presso Alessandria dopo essere stati sconfitti da Ottaviano nella battaglia di Azio.

Red Notice: la storia vera dietro al film Netflix

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Stando al film, nel corso della storia le tre uova sono state separate, finendo uno presso il museo a di Castel Sant’Angelo a Roma (in cui Nolan Booth architetta il suo furto), l’altro tra le mani di un trafficante d’armi di Valencia e il terzo, a quanto pare, in un nascondiglio segreto in cui sono stati riposti una serie di oggetti di valore rubati dai nazisti. Perché i ladri vogliono assolutamente riunire le tre uova? La risposta è semplice: c’è chi è disposto a sborsare ben 300 milioni di dollari per questo preziosissimo dono.

Ma adesso è tempo di mettere da parte la finzione e chiedersi: esistono davvero le tre uova che Marco Antonio ha regalato a Cleopatra e, se si, dove sono conservate?
I più attenti conoscitori dell’arte sapranno la risposta: non esiste nulla del genere che possa far riferimento al mondo egizio e, se queste opere vi sembrano familiari, è perché probabilmente sono ispirate alle Uova Fabergé, ideate presso la corte russa e realizzate per la prima volta nel 1885 su commissione dello zar Alessandro III di Russia. Si tratta di manufatti in oro decorati con smalti e pietre preziose, divenute un simbolo dell’arte russa e che di certo nulla hanno a che vedere con Cleopatra.
Tuttavia, è pur vero che la tomba dei due amanti non è mai stata trovata e che molto probabilmente contiene mirabolanti ricchezze.

Un tesoro immaginario, dunque, ma che come dicevamo ha dei collegamenti con la storia russa. I 52 manufatti realizzati tra il 1885 e il 1917 da Peter Carl Fabergé per gli zar Alessandro III e Nicola II di Russia andarono in parte persi dopo la Rivoluzione bolscevica, ma quelle rimaste trasudano una bellezza inestimabile che avrà certamente affascinato gli autori di Red Notice, i quali hanno pensato bene di legare i doni che lo zar aveva pensato per la moglie a una delle storie d’amore più struggenti della storia.

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