Editoriale | Parasite: perché la vittoria agli Oscar 2020 è una sconfitta per Donald Trump

Parasite si è impossessato di tutti noi, ha trionfato agli Oscar e, soprattutto, ha sconfitto Donald Trump!

Non c’è dubbio che Parasite sia il film del momento. Dopo aver conquistato la giuria di Cannes lo scorso anno, l’ultima opera di Bong Joon-Ho si è fatta strada a Hollywood, convincendo pubblico e critica. Considerato come uno dei registi più interessanti degli ultimi anni, il cineasta sud coreano ha saputo esplorare tematiche sociali nei suoi film, lanciando importanti messaggi sociali. Sarà questo uno dei motivi per cui Parasite piace, tant’è che Hollywood – quell’industria fondata su ideali e canoni di estetica ben precisi – si è piegata di fronte il capolavoro di Joon-Ho, premiandolo con l’Oscar al miglior film, miglior film straniero, miglior regia e miglior sceneggiatura originale. Un caso unico nella storia del cinema.

Del resto, il regista aveva già fatto parlare di sé quando alla cerimonia dei Golden Globe, nel suo discorso di ringraziamento, aveva esortato gli americani ad abbattere il muro dei sottotitoli, guardando al di là degli stereotipi hollywoodiani. Perché oltre quel confine, c’è un mondo tutto da scoprire, in cui si parla una sola lingua: quella universale del cinema. Un discorso, quello di Bong Joon-Ho, che assomiglia a una frecciatina verso chi un muro l’ha davvero costruito – parliamo ovviamente del Presidente USA, Donald Trump.

Oscar 2020: Parasite acchiappa tutto

Parasite, cinematographe.it

Gli Academy non sono mai stati molto aperti a candidare film non in lingua inglese. Lo scorso anno, il caso di Roma fu un’eccezione (nominato miglior film, vinse quello al miglior film straniero). Al contrario, Parasite ha dalla sua parte il plauso della critica internazionale, perché il messaggio veicolato è più ampio. La pellicola, premiata a Cannes con la Palma d’Oro, è una satira sociale sul divario tra ricchi e poveri in Sud Corea. Un ritratto di due famiglie al confronto che potrebbe essere esteso a scala globale.

Al di là della black comedy, che mescola anche elementi thriller e dramma, Parasite calca il tema della coesistenza, e come sia possibile vivere insieme, nonostante le differenze socio-economiche costituiscano una barriera. Un film che molti americani hanno interpretato come un attacco alle politiche anti immigrazione di Donald Trump – quel Presidente il cui slogan è “America first”. Per questo motivo, la vittoria della Corea del Sud rappresenta una sconfitta morale per gli Stati Uniti.

Oscar 2020: il lieto fine di Parasite

Parasite, cinematographe.it

Cinematographe.it presenta Parasite di Bong Joon-ho

Il film Parasite chiudeva con un finale dolce amaro, che lasciava un velo di speranza. Agli Oscar 2020, al contrario, la pellicola ha avuto il suo lieto fine. Vincendo i premi più importanti, è diventato un vero e proprio caso mediatico: per la prima volta, un lungometraggio non in lingua inglese ha conquistato la statuetta al miglior film. La Corea del Sud ha impartito all’America (e a tutti noi) una grande lezione di cinema.

Bong Joon-Ho e il suo cast sono riusciti nel loro intento, trasformandosi nei protagonisti di Parasite: come dei parassiti, si sono lentamente insinuati nelle nostre sale cinematografiche, ci hanno conquistato, e sono diventati parte integrante delle nostre vite.