Operazione Valchiria: la storia vera del film di Bryan Singer

Operazione Valchiria, il film con Tom Cruise, diretto da Bryan Singer è una storia vera. Ecco l'attentato progettato contro Adolf Hitler

Il 20 Luglio 1944 non è un giorno qualsiasi, ma è ricordato come il momento in cui fu messo in atto l’Operazione Valchiria, uno dei più famosi attentati contro Adolf Hitler. Un evento entrato nella storia contemporanea, studiato in tutte le scuole d’Italia e non solo e messo in scena in varie riproduzioni cinematografiche, tra cui la più recente, quella del 2008 di Bryan Singer, con Tom Cruise, Kenneth Branagh, Bill Nighy e Tom Wilkinson.

Il film, ispirato proprio a questo evento storico, racconta la storia del tenente colonnello Claus von Stauffenberg che, tornato in Germania a seguito della campagna in Africa dove era stato ferito gravemente, si unisce alla Resistenza ed entra a far parte dell’Operazione Valchiria, un piano che prevede l’uccisione di Hitler e la presa del potere. All’ormai ex colonnello toccherà la parte del piano più complicata e di vitale importanza: l’uccisione del Führer.

Operazione Valchiria: ecco la triste storia vera del film di Bryan Singer

Così come l’attacco, anche i personaggi messi in scena in questa pellicola si basano su persone realmente esistite, come il colonnello von Stauffenberg. Ma chi era davvero questo militare tedesco e come mai ha ceduto alla Resistenza?

Nato nel 1907 da un’aristocratica famiglia cattolica, si arruolò volontario a soli 19 anni nel reggimento della cavalleria di Bomberga. Divenne tenente in pochissimo tempo e, nonostante non condividesse alcune idee, aderì al partito Nazionalsocialista Tedesco dei Lavoratori.

Il militare fu in prima linea allo scoppio della seconda guerra mondiale, prestando prima servizio nella I Divisione Militare, per poi essere trasferito al comando supremo di Berlino. Von Stauffenberg – notando il comportamento del dittatore e la linea di governo del suo partito – diventò ostile verso Hitler ma, a causa della sua fedeltà alla patria, continuò a militare per lui e il partito Nazista. Il suo malcontento, però, si presentava sempre più frequente e si manifestava nei suoi gesti e nelle sue parole, tant’è che scrisse una lettera a sua moglie, in cui le confessò il suo bisogno di cambiare le cose, per lui, per i suoi uomini e per la Germania.

Così, nel 1944 von Stauffenberg e alcuni dei suoi compagni entrarono in quella che in codice venne chiamata Operazione Valchiria. L’idea dell’attentato al partito Nazista nacque solo un anno prima, da alcuni generali a riposo, stanchi come il colonnello del mal governo di Hitler. Tutti questi uomini, insieme ad altri che di Hitler erano stanchi, crearono la cosiddetta Resistenza, un’opposizione clandestina, che lavorava al buio per distruggere il governo Nazista e liberare la Germania dal dittatore.

Così come viene raccontato nel film, dopo alcune ferite riportate in Tunisia (perdita della mano destra, alcune dita della sinistra e un occhio), von Stauffenberg maturò l’idea che la guerra non avrebbe portato a nulla se non dolore atroce e inutili sofferenze. Egli, quindi, venne contattato dai cospiratori e, insieme a loro, rielaborò la linea di attacco di quello che avrebbe dovuto essere il  più grande colpo di stato di tutti i tempi. Allo stesso modo della pellicola, ad occuparsi dell’assassinio di Adolf Hitler dovette essere proprio il colonnello, a causa della sua posizione e del contatto che aveva con il Führer.

Dopo alcuni attentati mancati, il giorno perfetto per l’uccisione di Hitler parve proprio il 20 Luglio 1944, quando il generale von Stauffenberg avrebbe potuto incontrare il capo del governo e riferirgli le divisioni della milizia territoriale. Un piano che però non riuscì nel proprio intento, che portò soltanto alla distruzione di quasi tutti i cospiratori, tra impiccagioni, uccisioni a sangue freddo e arresti di chi era anche solo sospettato di tradimento.

L’operazione del 20 Luglio ha però comunque un ruolo fondamentale nella storia contemporanea, a causa del coraggio dei suoi creatori. Quel giorno Hitler sarà anche stato solo ferito, ma quell’evento ha innescato – un po’ come un effetto farfalla – una serie di occasioni ed eventi che hanno portato alla conclusione della seconda guerra mondiale, al suicidio del dittatore e alla fine, almeno apparente, dell’odio disturbante verso le vittime dell’Olocausto.