New French Extremity: 5 film per scoprire il genere della Nuova Estetica Francese

5 titoli per conoscere la New French Extremity, la controversa corrente che ha sconvolto il cinema francese del XXI secolo

Quando nel 2004 lo storico del cinema James Quandt ha coniato il termine New French Extremity (Nuova Estetica Francese), il cinema francese stava subendo una violenta svolta tematica. Nell’articolo Flesh & Blood: Sex and Violence in Recent French Cinema, Quandt cita il film Twentynine Palms di Bruno Dumont, considerandolo come l’ultimo di una lunga serie di film, a suo dire, poco convincenti, definendo il nuovo genere come un tentativo goffo di evocare una sorta di messaggio politico-filosofico. All’alba del XXI secolo, con la nascita della New French Extremity, una varietà di film prodotti in Francia presenta contenuti violenti, crudi e trasgressivi, proponendosi di esplorare temi ritenuti ancora tabù, come il sesso e le immagini estremamente grafiche: il termine “estremo” si riferisce infatti, al modo in cui gli atti in queste pellicole vengono rappresentati. Una nuova ondata di storie ritenute sempre più vicine al genere horror.

Il sesso e la violenza sono da sempre parte dell’arte e della letteratura francesi: molti scritti hanno infatti influenzato il cinema contemporaneo, anche oltre la Francia. Basti pensare come la controversa opera del Marchese de Sade, Le 120 giornate di Sodoma, abbia spinto Pier Paolo Pasolini a produrre una delle sue maggiori opere, Salò o le 120 giornate di Sodoma. Il regista Michael Haneke è considerata l’influenza maggiore per questo nuovo tipo di estremismo cinematografico, attraverso delle opere note per il loro approccio riflessivo verso la violenza. Film come Il settimo continente, Funny Games e La Pianista, diventano presto per gli studiosi delle vere e proprie esplorazioni della violenza e della dimensione spettatoriale, rappresentando anche delle forti critiche politico-sociali. La New French Extremity è inoltre nota per le sue immagini intime e provocatorie del corpo, una brutale intimità il cui obbiettivo è mettere lo spettatore davanti ai propri limiti fisici e mentali, senza mai cadere nel genere splatter vero e proprio. Registi come Gaspar Noé, Marina de Van e Philippe Grandrieux sono considerati veri e propri padrini e madrine di questo genere, nomi che hanno posto le basi e codificato un intero genere.

New French Extremity: 5 titoli da vedere per scoprire il genere Cinematographe.it

Con questa lista vi presentiamo 5 titoli per conoscere al meglio la corrente della New French Extremity. Vogliamo ricordare ai nostri lettori che i film elencati in questo articolo possono contenere immagini e argomenti molto difficili da affrontare per chi è sensibile verso determinate tematiche. Elenchiamo di seguito i Trigger Warning per garantire ai nostri lettori una visione dei film e una lettura dell’articolo più consapevoli.
TW: violenza, autolesionismo, mutilazione, sangue, violenza sessuale, droghe.

1. Nella mia pelle (Marina De Van, 2002), horror drammatico della New French Extremity

Considerato come uno dei primi film da vedere come introduzione alla New French Extremity, Nella mia pelle è un horror drammatico scritto e diretto dalla regista Marina De Van. La pellicola racconta di Esther (interpretata dalla stessa De Van), una donna con una vita normale e una brillante carriera, che dopo un incidente violento ad una festa finisce per sviluppare una vera e propria ossessione per la mutilazione del proprio corpo, evento che porterà a delle conseguenze inimmaginabili. Il film è lento, ma allo stesso tempo avvincente e inquietante. La discesa di Esther verso la follia è accompagnata da sequenze di body horror grottesche in cui lo spettatore non può fare altro che stare a guardare. Una perla dell’allora esordiente Marina De Van che riflette sulla condizione femminile e racconta di una società che non riesce a comprendere fino in fondo la voglia di rinascere in una nuova pelle.

2. Irréversible (Gaspar Noé, 2002)

New French Extremity: 5 titoli da vedere per scoprire il genere Cinematographe.it

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Quando dopo una festa la giovane Alex (Monica Bellucci) viene violentata in un sottopassaggio da uno sconosciuto, il suo fidanzato Marcus (Vincent Cassel) e l’ex fidanzato Pierre (Albert Dupontel) decidono di farle giustizia dando la caccia al suo aggressore, trascinandosi l’un l’altro nella sanguinosa spirale della vendetta. Questa pellicola volutamente provocatoria è stata accolta a Cannes nel 2002 da non poche critiche e contestazioni, con spettatori che indignati hanno lasciato la sala. Fin dai primi minuti del film risultano chiare la premessa e la necessità di Noé: esplorare la parte mostruosa dell’uomo nascosta sotto una maschera di finta eleganza e sfiorare i limiti della sopportazione umana. Irréversible è un film che viola l’animo dello spettatore a livello profondo, condannandoci al voyeurismo estremo e all’impotenza.

3. Funny Games (Michael Haneke, 1997)

Una piccola famiglia borghese austriaca viene accolta nella loro casa delle vacanze sul lago da uno strano duo di ragazzi, Peter e Paul. Inizialmente cortesi e garbati, i ragazzi iniziano a diventare insistenti e molesti, tanto da indurre la capofamiglia a chiedere loro di andarsene. Questo evento genererà una spirale di violenza e di umilianti giochi, fatti solo per puro piacere dei due ragazzi, considerandoli un vero e proprio gioco. Funny Games è una vera e propria condanna allo spettatore, accusato di guardare immagini di violenza o casi di cronaca nera solo per mero intrattenimento. Risultano infatti emblematiche le sequenze in cui i due giovani si rivolgono direttamente alla camera, parlando con lo spettatore come se fosse egli stesso parte del loro “gioco”. Il genere dell’home invasion è tipico dei film slasher ed è stato ripreso successivamente in pellicole non appartenenti alla New French Extremity come The Strangers di Bryan Bertino e Us di Jordan Peele.

4. Climax (Gaspar Noé, 2018)

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Per il quarto titolo parliamo di un altro capolavoro di Gaspar Noé, Climax, quinto lungometraggio del regista, visto come uno dei capostipiti della New French Extremity degli anni Duemila. Una compagnia di ballo si ritrova per le prove in un remoto edificio scolastico in una notte d’Inverno. Le prove dello spettacolo si trasformeranno presto in un festino fatto di alcol e LSD, sfociando in una vera e propria tragedia. Accolto a Cannes nel 2018 con tanto di standing ovation alla fine della proiezione, con questa pellicola Noé conferma i suoi temi e i suoi stilemi: il leitmotiv è una narrazione lineare ed essenziale, arricchita dalla messa in scena della violenza, dei tabù e dei nostri istinti primordiali. Immancabili anche i virtuosi tecnicismi di Noé che trasformano il film in un’esperienza sensoriale totalizzante, fatta di immagini vertiginose e colori intensi. Un film controverso ma assolutamente ben fatto, imperdibile se si vuole conoscere a fondo la New French Extremity.

5. Martyrs (Pascal Laugier, 2008)

New French Extremity: 5 titoli da vedere per scoprire il genere Cinematographe.it

L’ultimo film di questa lista e forse anche il più violento è Martyrs, uno dei film horror più controversi e impressionanti del nuovo millennio. Anna e Lucie, due giovani donne, entrambe vittime di abusi subiti da bambine, intraprendono una sanguinosa strada alla ricerca della vendetta, per poi ritrovarsi immerse in una spirale infernale. Martyrs è il film che insieme a Calvaire di Fabrice Du Welz ha riportato in auge l’horror francese nei primi anni del Duemila. Laugier non risparmia nulla agli occhi e alle orecchie dello spettatore: Martyrs è un horror realizzato di proposito per metterci davanti alle perversioni più profonde dell’essere umano, colpendo in modo duro anche gli stomaci più forti. Un film brutale che tuttavia rappresenta uno dei maggiori capolavori del genere.