Editoriale | Luke Perry è morto ma “Dylan di Beverly Hills” non ci lascerà mai

Era il sogno d'amore delle ragazze, l'idolo dei ragazzi, la quintessenza del personaggio iconico bello, dannato e tormentato.

La morte di Luke Perry è una di quelle cose che, anche se non lo conoscevi di persona, ti fanno male come se fosse stato un parente o un caro amico lontano – molto amato – a lasciarti. Si crea quel vuoto dolente allo stomaco che non va via nemmeno se cerchi di distrarti e che ti fa – che tu lo voglia o meno – ripensare costantemente alla gioia e alla spensieratezza che quella persona ha rappresentato in un certo periodo della tua vita.

La scomparsa di Luke Perry lascia una voragine dolorosissima nel cuore della “Generazione X”, che amava i ragazzi del West Beverly High

Alzi la mano chi non ricorda – tra quelli nati tra gli anni ’70 e ’90 dello scorso secolo – la famosissima sigla di Beverly Hills 90210, che in meno di due minuti catapultava orde di adolescenti di tutto il mondo sulle dorate spiagge californiane, quelle che rappresentano nell’immaginario collettivo la bella vita, il divertimento, la spensieratezza della gioventù. E, ad un certo punto della musica, alla presentazione dei personaggi, arrivava lui, Luke Perry: bello, sfrontato, noncurante, irresistibile. Era il “figo” per antonomasia: tutte le ragazze lo volevano e tutti i ragazzi volevano essere come lui. Un simbolo generazionale che rappresentava – con quell’aria stropicciata e mascalzona – tutto quel che poteva regalarci il futuro: libertà, divertimento, passione e impunità.

Luke Perry Cinematographe.it

Sì, perché il Dylan McKay interpretato da Luke Perry in Beverly Hills 90210 era una sorta di outsider anche tra i ragazzi del West Beverly High e questo lo rendeva irresistibile per le ragazze che gli orbitavano attorno nella serie. Amico di tutti ma mai davvero legato a nessuno, innamorato di Brenda ma assolutamente non immune al fascino di Kelly, lui doveva “mantenere il punto”, restare nel personaggio, essere il ragazzo cattivo che tratta male quelli che ama di più solo per non farli avvicinare troppo al suo fragile cuore desideroso di attenzioni… Volevamo tutte essere la ragazza di Dylan, volevamo salvarlo dalla sua vita solitaria e dalla depressione che lo faceva alcolizzare a fasi alterne, e i poster appesi ai muri delle nostre camerette di adolescenti, con McKay che ammiccava sexy verso di noi a tutte le ore – ma specialmente prima di andare a dormire – era la buonanotte che apriva la strada a sogni vividi, bellissimi e peccaminosi. Un po’ come era lui, lo “gnocco del West Beverly High”, quello che tua madre, se lo avessi portato a casa, avrebbe preso a schiaffoni e buttato fuori a calci, magari facendosi pure il segno della croce nel frattempo.

Luke Perry: nella vita reale tutto l’opposto di Dylan McKay

La cosa buffa è che il suo interprete, Luke Perry, come descritto da praticamente tutti quelli che hanno speso una parola per ricordarne la vita, era tutto tranne ciò che mostrava sullo schermo: un uomo rispettoso, umile, con i piedi ben piantati per terra, che amava i suoi figli più della vita e che – come ha rivelato proprio ieri Shannen Doherty (l’interprete del suo unico vero amore in 90210, Brenda Walsh) – cercava posti per pranzare dove fosse ammesso il suo cane. Probabilmente, e questa cosa colpisce, se non fosse stato così bello e dannato in gioventù, la sua carriera sarebbe esplosa in qualcosa di molto più grande nel corso degli anni invece di relegarlo ad apparizioni sporadiche nei film oppure a ruoli sempre circoscritti al piccolo schermo. Lo avevamo visto recentemente recitare in Riverdale e, c’è da dirlo, la maturità gli donava davvero tanto. Forse è diventato anche più bello di prima con l’età.

Luke Perry e quella volta con Cristiana Capotondi

Luke Perry Cinematographe.itE poi c’è il “paragrafo Italia” nella storia televisiva del Dylan di Beverly Hills, come veniva affettuosamente chiamato da tutte noi, adolescenti asfaltate dalla bellezza dell’americano abbronzato e pieno di fascino: quello con Cristiana Capotondi. Classe 1980, la giovane Capotondi recitava già da un po’ quando è stata scritturata per il film che l’avrebbe resta “l’indesiderabile n.1” (cit. Harry Potter e i Doni della Morte) per tutte le teenager italiche: Vacanze di Natale ’95. La trama, per noi, era completamente irrilevante perché sapevamo che c’era Dylan e lui volevamo vedere. Poi però la Capotondi ci ha ballato insieme e noi, divenute in un nano-secondo Demoni della Vendetta, volevamo solo una cosa: vedere la povera Cristiana svanire dalla faccia del creato. Gelose di un personaggio televisivo? Chiaro! Lui era il fidanzato di tutte! Un siparietto simpatico, in una giornata di ricordi che altrimenti non farebbe altro che incupirci.

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Perché non c’è molto da fare, purtroppo la vita, beffarda, incomprensibile e cattiva, ce lo ha portato via a soli 52 anni il nostro fidanzatino immaginario. Lui, che aveva una bella famiglia e tutta la vita da vivere, è volato via per un ictus devastante che non gli ha lasciato scampo, risvegliando dal torpore dell’eterna adolescenza i ragazzi della “Generazione X”, quella che ha vissuto nel mezzo di trasformazioni storiche e tecnologiche epocali senza battere ciglio ma che ne è rimasta vittima, abbagliata dallo splendore che promettevano gli anni ’90, che non si è mai concretizzato. Dylan McKay è stato un po’ il simbolo di quel che poteva essere, di quello che volevamo essere noi, i teenager degli anni ’90, quelli che si facevano il capello alla James Dean proprio come Dylan, o che andavano in giro con la “frangettona” e il ciuffo laccati come Kelly e Brenda… Oggi, signori miei, è finita un’epoca perché Luke è morto. E con lui è morta una parte di noi che, forse non volevamo veder estinguersi mai, la gioventù. Luke Perry disse tempo fa del suo personaggio in Beverly Hills 90210:

Sarò legato a lui finché non morirò, ma va bene così. Ho creato io Dylan McKay. È mio.

Sì, Luke, Dylan è tuo e, grazie a te, è diventato anche nostro. Il nostro fidanzato perfetto, protagonista di sogni d’amore impossibili, il nostro migliore amico, il nostro punto di riferimento, il mito da inseguire, imitare, idolatrare. Sei stato un pezzo della parte più bella della vita di un’intera generazione, grazie per sempre, Luke Perry.

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