La Mia Vita con John F. Donovan – 5 curiosità sul film di Xavier Dolan

In occasione dell'uscita de La Mia Vita con John F. Donovan il 27 giugno sveliamo qualche curiosità sul film di Xavier Dolan con protagonista Kit Harington.

Un film atteso dai fan; un’esperienza tanto nuova per il regista quanto immersiva per il cast coinvolto. Con La Mia Vita con John F. Donovan Xavier Dolan redige, assieme a Jacob Tierney, una sceneggiatura che narra la storia di Hollywood, un racconto epico diviso in tre trame che abbraccia i sogni, i desideri e le ansie di piccoli e grandi attori alla prese con lo show business. Kit Harington e Jacob Tremblay interpretano rispettivamente John F. Donovan e Rupert Turner, una star di successo e un piccolo aspirante attore che instaurano un rapporto epistolare duraturo, all’interno del quale possono sfogarsi sugli alti e bassi del mondo dello spettacolo e su una facciata patinata che non può includere confessioni scomode e dichiarazioni scioccanti agli occhi della società.

Xavier Dolan, classe 1989, dirige con grazia ed estrema cura una parata di star dai nomi altisonanti: si passa dallo stesso Harington fino ad arrivare alle attrici Premio Oscar Natalie Portman, Susan Sarandon e Kathy Bates. Vediamo insieme quali curiosità ruotano attorno al primo progetto di Dolan interamente girato in lingua inglese.

L’ispirazione che ha dato vita alla corrispondenza epistolare in La Mia Vita con John F. Donovan

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Xavier Dolan ha preso l’idea della storia di John F. Donovan dal libro Lettere a Un Giovane Poeta di Rainer Maria Rilke, risultato di uno scambio epistolare durato 5 anni (dal 1903 al 1908), che vede protagonisti Franz Xaver Kappus, un giovane allievo dell’Accademia militare, e il già allora scrittore e poeta Rilke. Un’esperienza di vita sincera, vissuta, che mette sotto i riflettori temi sensibili come l’amore per la solitudine, l’arte e la critica che la demolisce, i dissidi interiori e come superarli.

Dolan traspone l’ossatura di quest’opera letteraria nel suo mondo, rifacendosi anche alla sua fissazione per celebrità degli anni ’90 come Leonardo DiCaprio. Cerca di ricavarci un discorso molto più ampio, che parli della natura delle star cinematografiche e dell’impatto che ha sulla vita delle persone, sul rapporto con i genitori, la famiglia e gli amici.

Il tuttofare Xavier Dolan

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Dolan non si è solo occupato della regia e della sceneggiatura del film, ma è riuscito a ricoprire anche il ruolo di montatore e costumista. Ogni minimo dettaglio e aspetto della pellicola è necessario per lui alla costruzione della trama. Per il cineasta canadese il senso di unità deve prevalere e rappresentare un valore aggiunto che rende il film scorrevole e compatto.

Cominciando dalla selezione degli attori fino alla ridefinizione delle scenografie, della carta da parati, per culminare a quale tipo di borsetta dovesse avere un determinato personaggio. Dolan si ritiene un autore a tutto tondo: il suo impellente bisogno di controllare una creazione dallo stato embrionale fino al montaggio finale è un meccanismo fondamentale all’interno della sua carriera. Tuttavia Xavier Dolan si è affidato anche ai suoi collaboratori di lunga data: il direttore della fotografia Andre Turpin e Gabriel Yared, che si è invece occupato delle musiche e della selezione dei brani pop di cui il film è pregno.

La Mia Vita con John F. Donovan: le 4 location in cui si svolge il film

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Dolan ha girato in vere location, senza usufruire di set preimpostati. Los Angeles, New York, Londra e Praga devono prendere parte alla storia e diventare dei veri e propri personaggi di contorno. La troupe ha usato alcuni luoghi di Montreal per le scene ambientate a New York, a Los Angeles e per la casa d’infanzia di John F. Donovan, dove vive sua madre.

La scenografa del film Colombe Raby ha dichiarato a tal proposito: “Siamo partiti da una location di base che è stata scelta e approvata da Xavier e poi l’abbiamo personalizzata secondo le necessità del film. Saltare la fase di costruzione delle location ci ha fatto risparmiare tempo, però siamo stati limitati durante le riprese, perché questi posti in genere sono meno flessibili.”
Lavorare in delle vere location richiede una maggior organizzazione. Durante la fase di realizzazione de La Mia Vita con John F. Donovan, Xavier Dolan ha presentato alla troupe un libro pieno di immagini per dare un’idea dell’atmosfera che voleva ricreare. Il libro include foto e scatti fugaci realizzati da fotografi, artisti e immagini che lo ispirano.

Tutti pazzi per Susan Sarandon e Kit Harington

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I due attori sul set si sono trovati subito a proprio agio. Lo stesso non si poteva dire del regista Xavier Dolan e del suo fidato collaboratore alla sceneggiatura Jacob Tierney. “Dolan era più intimorito di me” – ha detto Tierney. “Era nervoso. Ha trascorso quasi una settimana insieme a Susan Sarandon. Lei spesso raccontava delle storie su The Rocky Horror Picture Show e su Thelma e Louise”. Parlando di Kit Harington, Tierney ha detto che l’esperienza sul set è stata elettrizzante e basata sulla fiducia reciproca: “Tutti siamo fan de Il Trono di Spade e io faccio quasi fatica a non chiamarlo Re del Nord quando lo vedo”.

Dolan ha scritto e riscritto il copione fino all’ultimo minuto facendo evolvere il personaggio di John F. Donovan. Harington dice di essersi riconosciuto nel personaggio sempre di più man mano che si avvicinava l’inizio delle riprese del film. “Girare questo film mi ha permesso di attingere alla mia esperienza personale.” – ha detto – “Grazie a Xavier Dolan ho potuto mostrare lati nuovi e diversi di me e indagare su nuove dimensioni della mia interiorità”.

La pellicola è il formato migliore

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La Mia Vita con John F. Donovan è stato girato su pellicola in 70mm. Dolan ha collaborato a stretto contatto con il direttore della fotografia Andre Turpin, dando vita ad un film viscerale, pulsante e con sentimenti espressi al massimo del loro potenziale. Turpin interviene sulla delicata fase di progettazione delle riprese. “Non ho mai girato un film in digitale. Xavier adora la pellicola, ne va matto. È costosissimo ma il risultato è straordinario. Lui è un amante della pellicola, e questo per me è fantastico perché lavoro su pellicola da 25 anni ed è la cosa che amo di più”.

Con la pellicola si rischia sempre di compromettere le tempistiche, la durata delle riprese. Nonostante il film non goda di scene ad alto tasso di spettacolarità, Dolan imposta i ritmi e l’energia necessaria per raccogliere in sé un turbinio di sensazioni ed emozioni uniche ed irripetibili, immortalate nella grana del formato selezionato. Secondo Turpin, il quale dice di non essere “mai sceso a compromessi”, “non ci sono scene piccole in questo film. Non ci sono delle scene grandiose, ma sono tutte estremamente importanti. Se qui una scena non funzionava, non importava il costo o che fossimo in ritardo, ci chiedeva un altro giorno per girare e rigirava di nuovo la scena”.