Guillermo Del Toro: 10 curiosità sul regista messicano

Sicuramente sarà capitato a tutti, almeno una volta, di vedere un film di Guillermo Del Toro. Ma quanto ne sapete sul suo conto? Ecco 10 succose curiosità sulla sua vita e la sua carriera!

Nasce il 9 ottobre del 1964 a Guadalajara, Messico, l’ormai famosissimo volto del cinema Guillermo Del Toro. Scrittore, produttore e regista, Del Toro ha fatto della fantasia e dell’immaginario orrorifico il suo personalissimo marchio di fabbrica.
Iniziando da numerosissimi corti fino al suo primo lungometraggio, l’artista messicano ha avuto modo di dar vita alla sua enorme fantasia e alla sua visione del mondo, riuscendo in prima persona a creare le varie creature che da bambino lo terrorizzavano e che poi lo hanno accompagnato e lo accompagnano tuttora nella sua vita.

Innamorato di ogni forma artistica, Del Toro vanta una filmografia ricca e variopinta ed è arrivato al successo mondiale con La forma dell’acqua – The Shape of the Water, pellicola vincitrice del Leone d’oro e dei Premi oscar come miglior film e miglior regia nel 2017. Ma già da prima aveva trovato il modo di far parlare di sé grazie ad altri grandi opere, prima fra tutte Il labirinto del fauno del 2006.

Abbiamo raccolto 10 tra le curiosità più originali, divertenti e toccanti riguardo al suo percorso artistico, alla sua vita personale e alle sue ispirazioni. Testimonianza della formazione originale del genietto messicano.

Leggi anche Guillermo del Toro: Roma di Alfonso Cuarón è tra i miei 5 film preferiti

I primi corti di Guillermo Del Toro

Guillermo Del Toro Cinematographe.it

All’età di otto anni, il giovanissimo Guillermo Del Toro iniziò a sperimentare con la cinepresa Super 8 di suo padre, realizzando cortometraggi con giocattoli e altri oggetti riguardanti il mondo de Il Pianeta delle scimmie.

Del Toro ha realizzato circa 10 cortometraggi prima del suo primo lungometraggio (prodotto da lui stesso all’età di 21 anni), di cui uno intitolato Matilde, ma solamente gli ultimi due, Doña Lupe (1985) e Geometria (1987), sono stati resi disponibili.

Il suo corto più interessante è senza dubbio quello focalizzato su una “patata serial killer” con lo scopo di conquistare il mondo intero. Durante la storia la patata uccide la madre e i fratelli di Del Toro prima di riuscire ad uscire di casa e di morire schiacciata da un’auto.

Il prolifico rapporto tra Del Toro e Dick Smith

Guillermo del Toro Cinematographe.it

Da giovane Guillermo Del Toro studiò presso l’Istituto de Ciecias a Guadalajara, dopodiché studiò trucco ed effetti speciali con il famoso truccatore Dick Smith. Trascorse 10 anni come disegnatore di make up e fondò la sua compagnia, Necropia. Ha anche co-fondato il Guadalajara International Film Festival.

Del Toro fu molto legato al defunto Dick Smith, per lui un vero e proprio mentore. Il leggendario truccatore fu pionere del trucco prostetico e vinse l’Oscar per miglior trucco per Amadeus nel 1985 e un Oscar onorario nel 2012, oltre ad essere conosciuto per aver lavorato in set incredibili come quello di Taxi Driver, Il Padrino, Il piccolo grande uomo e Scanners. Ma quello che conquistò il giovane Del Toro fu l’incredibile trucco del film L’esorcista (1973). Dick offrì al giovane Del Toro la possibilità di essere istruito nelle sue tecniche di trucco, le quali segnarono definitivamente la carriera del regista messicano.

Vegetariano a causa di un trauma

Guillermo del Toro Cinematographe.it

Guillermo Del Toro è stato inserito a dicembre 2007 al 37° posto nella classica delle persone più intelligenti di Hollywood dalla rivista EW, ma probabilmente rientrerebbe nella top ten delle persone più sensibili dato che fu traumatizzato dalla visione di Non aprite quella porta (1974).

Leggi anche Non aprite quella porta: la storia vera da Ed Gein a Leatherface

Per quanto incredibile possa sembrare Del Toro fu talmente scioccato da una delle scene della pellicola da decidere di diventare vegetariano, rimanendoci per 4 lunghi anni. Ora è di nuovo tra la schiera dei carnivori.

Le due case di Guillermo Del Toro

Guillermo del Toro Cinematographe.it

Guillermo Del Toro è stato spostato con Lorenza Newton dal 1986 fino al 2017, la coppia ha avuto due figlie, Marisa Del Toro e Mariana Del Toro.

Il regista ha però vissuto per molti anni in due case separate. In una con la sua famiglia e in un’altra, chiamata “The Bleak House”. La casa dalle tende rosso sangue è il luogo in cui sono custoditi i suoi libri, i suoi fumetti, le sue tavole illustrative e tutte le varie creature, collezionate durante la sua lunga carriera, provenienti dai suoi film e dai film di altri registi.

La carriera videoludica di Guillermo del Toro

Guillermo del Toro Cinematographe.it

Non disdegnando nessun tipo di forma di arte, Guillermo Del Toro si è dedicato anche ai videogiochi. Al VGA del 2010 venne annunciato inSANE, un titolo horror diretto da Del Toro stesso. Il videogioco, prodotto da THQ e sviluppato da Volition, fu concepito come primo capitolo di una trilogia. Nonostante l’uscita fosse stata fissata al 2013, il titolo venne cancellato nell’agosto del 2012 da THQ, che restituì i diritti di proprietà intellettuale al regista messicano.

Tuttavia, al Gamescom del 2014 venne annunciata una collaborazione tra Del Toro e la Kojima Production per quanto riguardava lo sviluppo di un nuovo capitolo di Silent Hills, ma il 26 aprile 2015 lo stesso regista annunciò il fallimento del progetto. Nonostante questa ennesima disavventura, Del Toro tornò a collaborare con Hideo Kojima per Death Standing (il regista compare anche in uno dei trailer), il nuovo titolo del genio di Metal Gear in uscita nel 2019.

La via dei registi messicani

Guillermo del Toro Cinematographe.it

Del Toro è notoriamente molto amico degli illustri colleghi e connazionali Robert Rodriguez, Alfonso Cuarón e Aleandro González Iñárritu. Insieme agli ultimi due è conosciuto con il nome de “i tre amigos del cinema” e il loro grande rapporto è testimoniato dalla produzione di Biutiful del 2010, la pellicola di Iñárritu, ai quali parteciparono, tra gli altri, proprio da Del Toro e Cuarón.

Il rapporto tra questi due ha radici antichissime, infatti, insieme ad un altro connazionale del calibro di Emmanuel Lubezki, parteciparono alla nota serie tv cult messicana La Hora Marcada, della quale Del Toro ha scritto quattro episodi e diretto cinque.

Il rapimento del padre

Guillermo del Toro Cinematographe.it

La vita di Guillermo Del Toro venne bruscamente segnata da un fulmine al ciel sereno, quando, nel 1997 a Gualajara, venne rapito suo padre, Federico Del Toro, un imprenditore automobilistico. Sebbene venne liberato in sicurezza dopo 72 giorni, la famiglia Del Toro ha dovuto consegnare il doppio dell’importo inizialmente richiesto come riscatto a causa delle continue pressioni economiche dei suoi rapitori.

Dopo il tragico evento la famiglia del regista decise di espatriare negli Stati Uniti, precisamente in California.

In un’intervista rilasciata da Del Toro al Time dichiarò questo sulle conseguenze del rapimento del padre: “Ogni giorno, ogni settimana, succede qualcosa che mi ricorda che sono in esilio involontario dal mio Paese.

The Tequila Gang

Guillermo del Toro Cinematographe.it

Del Toro ha costruito anche una proficua carriera come produttore cinematografico. Tra i titoli prodotti ci sono per esempio Splice (2009), Con gli occhi dell’assassino (2010), Non avere paura del buio (2011) e The Orphanage (2007). Oltre questi ha prodotto anche gran parte dei suoi film (tra cui La spina del diavolo e Il labirinto del fauno) e ha fondato la sua personalissima casa di produzione, The Tequila Gang. Con la quale ha vinto il premio Ariel per il miglior film ed è stato candidato al Premio Goya per il miglior film.

Guillermo e il fauno

Guillermo del Toro Cinematographe.it

Il labirinto del fauno (2006) è probabilmente il film più personale di Guillermo Del Toro. Infatti al suo interno è possibile rintracciare molti spunti autobiografici, primo tra tutti la grande critica alla religione cattolica, la cui avversione è stata causata dalla figura della nonna del regista messicano. Da giovane Del Toro ha vissuto a stretto contatto con la donna ed ha dovuto sopportare la sua ottusa e rigida mentalità, totalmente devota alla Chiesa cattolica.

In più il film testimonia la volontà dell’autore di creare una dicotomia tra una realtà crudele, cinica e ingiusta ed una fiaba fantastica. Lo scopo è quello di mettere in discussione il destino degli uomini, divisi tra un mondo violento e crudele e un regno incantato, senza dolore, nel quale si può sfuggire alla morte stessa.

Infine Il labirinto del fauno è di fatto il sequel spirituale e tematico del suo film La spina del diavolo del 2001, entrambi ambientati in una realtà difficile da vivere e dalla quale non si può far altro che tentare di evadere.

Del Toro vedere il genere horror come intrinsecamente politico: ” Come nelle fiabe, ci sono due aspetti nell’horror. Uno è pro-istituzione, che è il tipo di fiaba più riprovevole: non vagare per i boschi e obbedire sempre ai genitori. Mentre l’altro tipo è completamente anarchico e anti-establishment.” In un’intervista del 2007 il regista messicano ha definito la sua posizione politica come “un po’ troppo liberale”. Ha infatti sottolineato come i cattivi delle sue opere, come l’industriale di Cronos, i nazisti di Hellboy e i franchisti ne Il labirinto del fauno, sono tutti uniti dalla loro natura autoritarista. ” Odio la struttura. Sono completamente anti-strutturale per quanto riguarda la fiducia nelle istituzioni. Odio qualsiasi azienda sociale, religiosa o economica che sia istituzionalizzata.

I migliori amici di Guillermo

Guillermo del Toro Cinematographe.it

Come molti altri bambini, il giovane Guillermo Del Toro era terrorizzato al pensiero che alcuni esseri mostruosi potessero rapirlo. Il regista afferma di aver stretto un patto con questi esseri, in modo da essere lasciato in pace. La sua immaginazione infantile diede vita ai mostri visti nelle sue pellicole.

Tra tutti gli esseri mostruosi Del Toro ha ammesso di essere particolarmente affascinato dai fantasmi e non solo da quelli letterali. Ha confessato di essere un accanito fan di Suspense, un classico dell’horror del 1961, al quale Del Toro fa riferimento ne La spina del diavolo.  Il film si apre infatti con delle frasi misteriose e inquietanti su ciò che costituisce un fantasma, una piccola finestra sull’immaginario dell’artista: “Cos’è un fantasma? Una tragedia condannata a ripetersi più e più volte? Un momento di dolore, forse. Qualcosa di morto che sembra ancora vivo. Un’emozione sospesa nel tempo. Come una fotografia sfocata. Come un insetto intrappolato nell’ambra. “