Frozen 2 – Il Segreto di Arendelle: storia e mitologia alla base del film Disney

Frozen 2 è un concentrato di antichi miti e moderne teorie pseudoscientifiche. Ecco tutte le ispirazioni alla base del film, dalle credenze popolari alla filosofia di Aristotele e Platone.

Frozen 2 – Il segreto di Arendelle, al cinema dal 27 novembre, espande verso nuove direzioni la mitologia alla base del franchise. Entrambi i capitoli rappresentano dei viaggi interiori delle due protagoniste Anna e Elsa e – in particolare – questo secondo film va ad esplorare il rapporto tra le due sorelle e la Natura.
Inoltre, Elsa abbandona la filosofia del “quel che è stato è stato” e decide di indagare sul passato della sua famiglia per scoprire la verità sulla vita e la morte dei genitori e, allo stesso tempo, le origini del suo potere magico.

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Per quel che riguarda i temi, Frozen 2 concilia diverse ispirazioni, tratte da leggende, pensieri filosofici e favole. La fonte principale è, come ci si può aspettare, La regina delle nevi di Hans Christian Andersen, di cui tutto il film è una libera rivisitazione. Si possono osservare, inoltre, elementi tratti dalla mitologia norrena e scandinava, e – scelta meno scontata – spunti tratti dalla mitologia e dalla filosofia greca. Forse il concetto più sorprendente (e centrale nell’evoluzione della storia) è quello della “memoria dell’acqua“, legato a un pensiero “mitologico” contemporaneo, elaborato dallo scienziato francese Jacques Benveniste nel 1988 e tutt’ora tirato in ballo quando si vogliono giustificare i principi attivi dell’omeopatia.

La storia di Frozen 2 fonde la fiaba di Andersen (La regina delle nevi) con la mitologia norrena, la filosofia e non solo

La Foresta Incantata e le Pietre Runiche che strizzano l’occhio ai Vichinghi

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La ricerca di Elsa per scoprire la verità sul suo passato la porta nella Foresta Incantata, dove la sua magia sembra essere più potente che mai. Qui, diversi anni prima, suo padre Agnarr accompagnò suo nonno, Re Runeard in una visita diplomatica alla popolazione dei Northuldra. Sotto l’apparente richiesta di pace, però, si nascondeva la volontà del sovrano di distruggere questa antica civiltà, molto temuta per il suo legame stretto con la magia della Natura.

L’offesa ai quattro elementi è stata perpetuata da Runeard sia col tradimento del capo tribù rivale, sia con la costruzione della diga che ha interferito con le forze dell’ecosistema della foresta, causando la loro ira. Sia questa intrusione nel paesaggio, sia lo spargimento di sangue causato dal re di Arendelle hanno portato le energie magiche della Foresta ad assumere una sorta di stato difensivo e a sigillarsi in una nebbia fitta e impenetrabile, che ha chiuso per diverso tempo le interazioni tra le due popolazioni.

Frozen 2 e lo zampino di Platone

Frozen 2 rispecchia la filosofia classica greca, che divideva il mondo in due categorie: la natura selvaggia e l’ambiente antropizzato. Il mondo occidentale è fortemente debitore della filosofia di Platone, che era “devoto all’apprendimento; i paesaggi e gli alberi non possono insegnarmi nulla – solo le persone, nelle città, possono“. Dal 1400, la filosofia platonica si consolidò nella convinzione che il paesaggio naturale aveva bisogno di essere addomesticato e contenuto in nome del progresso. Re Runeard è sicuramente un portavoce di questa concezione del mondo.

Negli ultimi 200 anni, invece, la cultura popolare si è trasformata, prendendo spunto dalla visione romantica di William Wordsworth e Henry David Thoreau che promuovevano l’importanza di una relazione armoniosa tra Uomo e ambiente, celebrando l’importanza della natura selvaggia. Durante Frozen 2, Anna e Elsa imparano ad accogliere questa prospettiva che culmina nella distruzione finale della diga. Per ulteriore conferma, un easter egg presente nel film lascia intendere che la storia potrebbe essere ambientata proprio durante il Romanticismo di Thoreau e Wordsworth.

La Foresta Incantata è circondata da quattro, enormi Pietre Runiche disegnate in modo da ricordare quelle che i Vichinghi erano soliti apporre sulle loro sepolture. Così come nella mitologia nordica, anche in Frozen 2 queste pietre sono monumenti di potere, così come i megaliti della tradizione Anglosassone. Ognuna della Pietre Runiche presenti nella foresta presenta un simbolo magico, dedicato ai quattro elementi.

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Le antiche popolazioni del Nord Europa credevano che le rune avessero dei poteri, provenienti direttamente dal trono di Odino. Usare una runa senza una preparazione adeguata avrebbe potuto provocare la rabbia degli dei. Come scriveva un poeta vichingo: “Non lasciare che nessuno lanci un incantesimo con le rune / se prima non ha imparato a leggerle come si deve“. Allo stesso modo, quando Elsa genera delle rune di ghiaccio senza averne piena consapevolezza, attira la furia degli elementi che si abbatte su Arendelle.

Elsa e gli spiriti magici

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Frozen 2 si rifà alla tradizione occidentale che divide la natura in quattro elementi: Terra, Aria, Fuoco e Acqua. Ognuno degli elementi è legato a uno spirito, tranne la Terra che è rappresentata da un’intera tribù di Giganti di Roccia.

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Tra tutti, il più interessante è Nokk, lo spirito dell’acqua. In molte culture occidentali, l’acqua è associata a un qualcosa di letale, che cattura l’uomo nelle sue profondità per non lasciarlo andare mai più. Nella tradizione germanica il Nokk è uno spirito dispettoso che si diverte ad affogare le persone: allo stesso modo, in Frozen 2, Nokk cerca di annegare Elsa, finché lei non ha la meglio e riesce a domarlo.

Il rapporto con lo spirito del fuoco è decisamente più semplice. Si tratta di una piccola salamandra, Bruni, che adora quando Elsa placa le sue fiamme con il potere del ghiaccio. Questo dolce personaggio è ispirato al mito raccontato da Aristotele che attribuiva alla salamandra la proprietà di poter bruciare senza morire. Nonostante sia stata smentita da Plinio il Vecchio nel primo secolo d.C., questa teoria sopravvisse fino al Rinascimento.

Zefiro, invece, è lo spirito dell’aria. Imprevedibile e giocoso, si esibisce in performance spettacolari. Nella versione originale il nome del personaggio è “Gale”, mentre in italiano è chiamato direttamente con il nome del dio greco del vento, una delle creature più dolci dell’Olimpo e messaggero della Primavera. Infine, la tribù dei Giganti. Dal temperamento iracondo e dalla forza spaventosa, richiama i personaggi tipici delle favole.

Frozen 2 mostra il mondo magico mentre cerca di stabilire un nuovo legame con il genere umano e racconta che Anna e Elsa sono nate per fare da ponte fra questi due mondi. Elsa, infatti, è il Quinto Spirito: in un primo momento la sua presenza mette in agitazione gli altri quattro, ma gradualmente la protagonista riuscirà a vincere su di loro e a domarli. Per questo motivo, il film mostra la runa di Elsa come il cuore di un fiocco di neve, con i simboli degli altri elementi tutti attorno.

Ahtohallan e la fonte della magia in Frozen 2

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La Foresta Incantata non è la destinazione finale di Elsa: deve attraversare il Mare Oscuro per raggiungere la terra ghiacciata di Ahtohallan. Questo posto è descritto come la fonte di ogni magia ed è (molto) liberamente ispirato al Palazzo di Ghiaccio della Regina delle Nevi che Andersen colloca al Polo Nord.

La magia di Ahtohallan si basa sulla teoria pseudoscientifica della “memoria dell’acqua”, a cui Olaf fa più volte riferimento. Questa teoria sostiene che l’acqua conserva la memoria di ciò che ha toccato in passato, si tratta di una specie di favola moderna, su cui si basa il principio dell’omeopatia.

Gli Elementali sono in grado di trovare la loro magia indipendentemente l’uno dall’altro, così come Elsa riesce a ricreare le “memorie di ghiaccio” anche in altri contesti, ma il suo potere diventa molto più forte nell’Ahtohallan. Questa esperienza “mistica” è troppo forte per Elsa, che in un primo momento soccombe sotto il peso dei ricordi impressi nel ghiaccio, diventando a sua volta una statua. Sarà questa apparente sconfitta a stimolare l’impresa coraggiosa di Anna che – pur senza alcun potere – sarà la vera chiave di volta della storia. In fondo, “gli dei invidiano i mortali”, e la mitologia greca è piena di avventura di uomini e donne speciali, ma senza poteri magici. Fa parte della tradizione greca del mito fondativo, in cui si raccontano le origini delle città stato più importanti, dove quasi sempre l’impresa è frutto di una collaborazione stretta tra divinità e persone comuni.

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