Allied – Un’ombra nascosta: la storia vera del film di Robert Zemeckis

È difficile comprendere fino in fondo se quello che racconta Allied - Un'ombra nascosta sia totalmente inventato o se sia il prodotto di una rielaborazione...

Una macchina nel deserto. Fuori il mondo, una tempesta di sabbia, dentro un uomo e una donna si vogliono, si baciano, si amano. Questo è l’amore nato all’improvviso tra l’ufficiale Max Vatan (Brad Pitt), e la spia francese, Marianne Beausejour (Marion Cotillard), insieme per uccidere un nazista. Siamo nel 1942, a Casablanca. Un’identità sotto copertura, un’unione finta. Questa è la trama di Allied – Un’ombra nascosta, il film di Robert Zemeckis con la sceneggiatura di Steven Knight che racconta in più di un’intervista di come l’opera abbia preso le messo da una storia da lui stesso sentita.

Allied - Un'ombra nascosta, Cinematographe.itAllied – Un’ombra nascosta: si torna a Casablanca

La seconda guerra mondiale era un’ombra “centrale” nel film Casablanca, il locale marocchino era luogo in cui le forze alleate e dell’Asse si trovavano in un equilibrio inquieto, luogo in cui i rifugiati europei speravano di rifugiarsi. Allied – Un’ombra nascosta riporta gli spettatori nel 1942, proprio in quei luoghi, ma questa volta con Brad Pitt nel ruolo dell’ufficiale militare canadese che incontra e si innamora di una combattente della resistenza francese, interpretata da Marion Cotillard. Nell’opera inevitabilmente confluisce la grande storia, lì, in quel 1942 in cui c’era il rumore delle forze alleate che tentavano di combattere per sottrarre la città al controllo di Vichy. La storia però fa da background al film perché al centro c’è l’unione amorosa dei due protagonisti; quanto c’è di vero e quanto d’inventato? Sarà forse difficile comprenderlo fino in fondo e con sicurezza.

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Allied – Un’ombra nascosta: un film che parte da un racconto sentito in Texas

D’improvviso tra i protagonisti scatta l’amore, c’è Londra, e un matrimonio vero, una nascita e i bombardamenti; a raccontare tutto ciò c’è Robert Zemeckis, regista poliedrico, assieme alla penna di Steven Knight. È chiaro fin da quel “1942, Casablanca” che Zemeckis voglia ricordare un certo cinema classico (gli abiti ne sono la prova), fatto di donne che seducono con uno sguardo, un gesto, col fruscìo di calze e vesti, e uomini cupi e tristi, dannati e malinconici, taciturni e pensierosi, e un’epoca di tristezze, dolori e fame. C’è anche però qualcos’altro: una storia vera alla base della pellicola da cui Steven Knight aveva tratto ispirazione.

A Steve Weintraud (Collider) lo sceneggiatore di Allied – Un’ombra nascosta dice di essersi ispirato ad un racconto che gli avevano fatto quando aveva 21 in cui si parlava di spie innamorate nella Seconda Guerra Mondiale. Continua lo sceneggiatore dicendo che da giovane aveva lavorato in Texas come lavapiatti e usciva con una ragazza che gli aveva raccontato questa vicenda, che era poi quella di suo fratello, membro del Servizio segreto britannico, all’epoca dirigente delle operazioni speciali dietro le linee nemiche e proprio lì era nato l’amore con un membro della resistenza francese.
Al Daily Telegraph Knight dice questo:

E mi raccontò la storia di suo fratello, che era nell’esecutivo delle operazioni speciali [un ramo dell’esercito britannico formato per eseguire sabotaggi e spionaggio dietro le linee nemiche]. Incontrò un agente femminile SOE francese, si innamorarono e ottennero il permesso di tornare in Inghilterra per sposarsi. Così fecero e ebbero un figlio. Una mattina lasciò casa, parte di una famiglia felice, e salutò la moglie. Quando arrivò al lavoro, i suoi superiori gli dissero che sua moglie era una spia che lavorava per i tedeschi. Gli fu consegnata una pistola e gli fu detto che doveva spararle per dimostrare la sua lealtà.

Sapeva in cuor suo Knight che quelle parole sentite sarebbe poi diventate un giorno, un film; tutto questo lo aveva accompagnato per molti anni e come non poteva essere così: si parla d’amore, di dolore, di strazio, è una storia che sa di passato, una storia che sembra una grande epopea alla Casablanca appunto.

Allied - Un'ombra nascosta, Cinematographe.itUna storia a cui Knight crede

Dunque ciò che gli era stato raccontato 30 anni prima era per lo sceneggiatore vera, ma è impossibile dimostrarlo. Knight non è mai stato in grado di trovare alcuna prova che la storia fosse vera, le sue ricerche non hanno trovato documenti storici che narrassero di un agente e di una spia come Max e Marianne. Continua però a credere che sia reale, anche perché all’epoca non era un famoso sceneggiatore e la donna, che è stata la sua fonte, non aveva nulla da guadagnare raccontandogli la storia.

Knight poi non ha cercato di rintracciare la donna e si è gettato nello studio di quegli anni per comprendere bene cosa fosse SOE, quale fosse la Storia, pur preferendo i racconti di prima mano, vissuti e “consumati” dai narratori, perché gli storici e gli studiosi, secondo lui tendono a riordinare le cose. Ciò che è chiaro per lui è che gli agenti hanno fatto le cose più sorprendenti e in Allied – Un’ombra nascosta si vede tutto questo: erano incredibilmente coraggiosi sapendo perfettamente che non sarebbero più tornati.

Allied - Un'ombra nascosta, Cinematographe.itMax e Marianne, due personaggi in cui confluiscono molti uomini e donne realmente esistiti

Knight, se fosse vero ciò che ha portato al cinema, forse ha esasperato alcune parti ma ci sono comunque molte cose che ricordano pagine lette, vicende sentite. Ci sono molti casi di persone, durante la seconda guerra mondiale, che si innamorano pur essendo per la Storia nemiche, proprio come è accaduto ai due protagonisti di Allied – Un’ombra nascosta.

Un caso è stato scoperto da Josh Gibson, un assistente di ricerca statunitense residente a Parigi, che si è imbattuto in una pila di lettere e foto in un mercato delle pulci. La corrispondenza rivela la storia dell’aspirante architetto tedesco Johan e della segretaria francese Lisette, che si incontrano per la prima volta durante l’Esposizione Mondiale a Parigi nel 1937. Si incontrano di nuovo tre anni dopo, quando i tedeschi occupano Parigi, e iniziano una vorticosa storia d’amore. Johan viene successivamente mandato in un campo di prigionieri di guerra e Lisette si fa rasare la testa in quanto collaboratrice, ma alla fine si sposano dopo la guerra.

Un articolo su The Guardian registra una storia della fine della guerra, quando Harry Leslie Smith, un operatore radio della RAF, viene inviato ad Amburgo e incontra una giovane donna tedesca di nome Friede. La città era stata distrutta dai bombardamenti britannici e i sopravvissuti vivevano in miseria, e i rapporti tra i soldati inglesi e la gente del posto erano proibiti. Smith vide Friede per la strada, prese il coraggio di parlarle e iniziarono una relazione segreta. Si trasferirono solo dopo nel Regno Unito e rimasero insieme fino alla morte di Friede nel 1999.

Queste storie hanno punti in comune con quella di Max e Marianne, c’è lo stesso coraggio, lo stesso amore, la stessa paura di venire scoperti e di essere allontanati se non peggio.

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È difficile in realtà comprendere fino in fondo se quello che racconta Allied – Un’ombra nascosta sia totalmente inventato o se sia il prodotto di una rielaborazione ma quello che è sicuro è che ogni domanda che sottende alla visione rientra nella poetica alla base del film stesso. Allied – Un’ombra nascosta racconta di bugie e di realtà, di costruzioni utili a far credere e di ammissioni utili a far capire che quello che si pensa e che si prova è vero, quindi tutte queste riflessioni sono in linea con il diegetico, creando dunque un parallelismo tra i due piani (extradiegetico e diegetico).