Incastrati dove è stata girata? Le location della serie Netflix

Ficarra e Picone debuttano su Netflix con la serie TV Incastrati e, come di consueto, scelgono la loro bellissima terra natìa per ambientare le rocambolesce avventure dei protagonisti a cui prestano volto e nome, Salvo e Valentino.
Dopotutto, dove si può ritrarre la mafia, quella autentica di una volta, se non in Sicilia?! E se nell’affermare ciò siamo chiaramente ironici e facciamo il verso alle battute del duo comico, non lo siamo invece quando si parla di meraviglia, quella onesta e sincera, che si colloca perfettamente in questo gioco di incastri personali, polizieschi e malavitosi, conducendoci dritti nel cuore di Palermo, ma non solo!

La Palermo di Ficarra e Picone in Incastrati

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Foto di Cristiano Drago, Giardino Inglese Palermo

Sicuramente ciò che la serie Netflix ci mostra del capoluogo non sono gli scorci turistici, quanto le vie di passaggio di Palermo, attraversate dai due tecnici nei loro viaggi quotidiani di casa in casa. Tra queste si annovera Via Sammartino, vicino alla quale sorge l’ex Giardino Inglese, oggi Parco Piersanti Mattarella (in onore del politico assassinato da Cosa nostra nel 1980), all’interno del quale si possono rintracciare diverse piante esotiche, organizzate assecondando la naturale inclinazione del terreno, senza seguire una logica geometrica, com’era in voga fare negli anni ’50 dell’Ottocento, periodo in cui il Giardino fu progettato da Giovan Battista Filippo Basile. In questo spazio un tempo affollato da nobildonne e carrozze (e oggi purtroppo spesso vittima di atti vandalici) la natura si lascia accompagnare da pregevoli monumenti, come il tempio arabo-normanno progettato da Ernesto Basile, all’interno del quale si trova la scultura in marmo Canaris a Sciò (1878), di Benedetto Civiletti, o ancora il monumento equestre realizzato da Vincenzo Ragusa nel 1891 e dedicato a Giuseppe Garibaldi, oltre a una serie di busti dedicati a Luigi Pirandello, Nino Bixio, Edmondo De Amicis.
Sempre da queste parti si trova il più grande teatro d’opera d’Italia, il Teatro Massimo. Se doveste visitarlo state attenti a non inciampare nel famoso “gradino della suora”! Secondo la leggenda infatti, dal momento che per costruire questo edificio in stile neoclassico-eclettico (opera dell’architetto Giovan Battista Filippo Basile e del figlio Ernesto) furono distrutti il monastero di San Giuliano e la chiesa delle Stimmate, il povero fantasma di una suora continua a infestare il teatro.

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Cantieri Culturali della Zisa

Come è chiaro, il teatro e i giardini non appaiono tra le location della serie (ve li suggeriamo per la vostra visita turistica a Palermo!), a differenza dei Cantieri Culturali alla Zisa, che sorgono non lontanissimi dal teatro e si prestano perfettamente a rifugio di Padre Santissimo e dei suoi. Per sua natura, infatti, questo esempio palermitano di archeologia industriale, fornisce spazi apparentemente grezzi e incolti, aree ancora non usate, capaci di conferire allo spettatore quell’idea di isolamento e desolazione. Al contempo, però, la scenografia di Incastrati provvede a far affiorare sprazzi d’arte e bellezza: lo fa in una delle scene finali, quella in cui Padre Santissimo cucina lasciando intravede, oltre a un’infiorata di pomodori, basilico e altre prelibatezze (manco fosse lo spot della salsa di pomodoro!), anche le luminarie che si usano in occasione delle feste.

Insomma, la presenza dei Cantieri Culturali alla Zisa tra le location della serie Netflix apporta una fetta di arte contemporanea, ricordando altresì l’importanza economica di cui queste mura si fanno portavoce. Edificate verso la fine dell’Ottocento per ospitare le officine Ducrot, oggi vi dimorano l’Institut Français de Palerme, il Goethe-Institut, l’Istituto Gramsci Siciliano, la Scuola nazionale di cinema del Centro Sperimentale di Cinematografia e l’Accademia di Belle Arti di Palermo, oltre a essere sfruttate per l’organizzazione di eventi culturali.
Se siete venuti fin qui per curiosare tra le location seriali, non perdere l’occasione di dare un’occhiata all’adiacente Giardino della Zisa, inaugurato nel 2005 là dove una volta sorgeva l’antico parco di caccia, di fronte al Palazzo della Zisa, che ospita il Museo d’Arte Islamica.

Tra le vie palermitane che si vedono in Incastrati si annovera anche Via Papa Sergio I, poco distante dalla spiaggia dell’Arenella, che si estende ai piedi del Monte Pellegrino. Ad apostrofare la poetica bellezza di questo luogo fatto di sabbia dorata e acque turchesi, l’antica tonnara Florio attorno alla quale, durante il 1800, si sviluppò il borgo di pescatori.

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Montalto: la location fittizia di Incastrati nel cuore di una riserva naturale

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Abbazia di Santa Maria del Bosco di Calatamauro

Palermo però, come dicevamo in apertura, non è l’unica protagonista quando si parla delle location della serie TV di Ficarra e Picone, che durante la narrazione citano spesso e volentieri la località fittizia di Montalto, dove si recano per comperare i famosi pasticcini (venduti solo ai credenti e rigorosamente senza scontrino!). Nella realtà si tratta dell’Abbazia di Santa Maria del Bosco di Calatamauro, un antico complesso monastico che si trova nel comune di Contessa Entellina, immerso nella Riserva naturale orientata Monte Genuardo e Santa Maria del Bosco. Un luogo la cui sacralità affonda le radici nel lontano XIII secolo, quando un gruppo di dodici frati vi fondò il primo eremo. Tanta la storia che ha attraversato questo monastero al fine di rendendo così come appare oggi, in primis la sua trasformazione in Abbazia nel 1400 (per ordine di Papa Bonifacio IX) e in secondo luogo le varie modifiche strutturali che negli anni hanno contribuito ad ampliare l’edificio, rendendo questo luogo sacro uno degli esempi più riusciti di architettura benedettina e olivetana, dotato di interni davvero straordinari.

Se l’Abbazia durante la sua esistenza ha dovuto fronteggiare anche le difficoltà determinate dal verificarsi di calamità naturali, non da meno è successo a un altro luogo usato per le ambientazione di Incastrati, il piccolo borgo di San Cipirello che sorge sul monte Iato. Su quest’area, abitata già nel Neolitico, sorgeva l’antica città greca di Iaitas, i cui resti archeologici (in primis il teatro costruito a ridosso della montagna) attirano visitatori da tutto il mondo.
Il borgo moderno, invece, è stato fondato in tempi più recenti per poi essere soggetto più volte a frane e altri disastri naturali, che hanno certo destabilizzato la tranquillità dei suoi abitanti. A parte il vicino sito archeologico risalente al IX-VIII secolo a.C (che abbiamo già citato), l’unica attrazione architettonica del borgo sembra essere la chiesa Madre.

Oltre a esserci tanta architettura, però, all’interno della serie Netflix non manca una buona dose di bellezza naturalistica, come alcuni scorci brulli e selvaggi riconducibili ai dintorni del comune di Piana degli Albanesi, così chiamata in riferimento alla comunità arbëreshe (si tratta degli albanesi giunti in Sicilia alla fine del XV secolo per sfuggire all’invasione della penisola balcanica da parte dei turchi-ottomani) più grande e popolosa della Sicilia, che ancora oggi mantiene intatta la lingua albanese, il rito bizantino e i costumi e gli sui tradizionali della cultura d’origine. Il territorio particolarmente suggestivo, dominato dal monte Pizzuta, fa da sfondo alle avventure degli “Incastrati” interpretati da Salvatore Ficarra e Valentino Picone, che della loro bella Trinacria catturano e consegnano al piccolo schermo anche la meravigliosa Sciacca con la sua panoramica da cartolina in grado di lasciare senza fiato.

Vi consigliamo, chiaramente, di addentrarvi anche nel centro storico, così da ammirare il magnifico Duomo sito in piazza Don Minzoni, risalente al XII secolo e dedicato a Santa Maria Maddalena, la Piazza Scandaliato (che si affaccia sul mare) e Piazza G. Noceto, dove si trova la Chiesa di San Michele. Vale la pena anche andare qualche chilometro fuori dal centro, per vedere il Castello Incantato con le opere del particolare Filippo Bentivegna (detto Filippo il pazzo) e, ovviamente, non dimenticate di assaggiare le celeberrime alici di Sciacca, considerate da molti buongustai tra le migliori al mondo.

Nell’avviarci verso la conclusione della nostra guida alle location di Incastrati non possiamo non dedicare uno spazio anche al cibo che, si sa, in Sicilia regna sovrano e non tiene conto di zuccheri raffinati o intolleranze. Se la madre di Valentino è ossessionata da un ciambellone alla ricotta che sembra essere la versione molto semplificata della cassata (vedasi i canditi e la glassa di zucchero in superficie), il duo protagonista usa l’acquisto dei famosi biscotti alle mandorle per creare un alibi, mentre il boss mafioso si diletta ai fornelli, tra sughi con abbondante cipolla e melanzane (starà forse preparando una parmigiana?), mentre il suo scagnozzo se ne va in giro con due ostaggi ad acquistare formaggi (caciotte, primo sale, ricotta salata, avete solo l’imbarazzo della scelta).

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