Venezia 75 – Un giorno all’improvviso: recensione del film di Ciro D’Emilio

La recensione di Un giorno all'improvviso, il film di Ciro D'Emilio, presentato nella sezione Orizzonti durante la 75 edizione della Mostra del Cinema di Venezia

Un giorno all’improvviso è un film di Ciro D’Emilio, presentato nella sezione Orizzonti durante la 75 edizione della Mostra del Cinema di Venezia, ed interpretato da Anna Foglietta, Giampiero De Concilio, Massimo De Matteo, Lorenzo Sarcinelli, Giuseppe Cirillo, Biagio Forestieri e Fabio De Caro.

Il film racconta la storia di Antonio, un ragazzo di diciassette anni che vive in una piccola cittadina campana con la mamma, Miriam. Miriam è una donna psicologicamente instabile che non si capacita che il padre di Antonio, Carlo, li abbia abbandonati quando lui era molto piccolo. Miriam e Antonio cercano di cavarsela come possono: Antonio lavora per mantenere lui e la mamma, provando a tenere alla larga gli assistenti sociali che minacciano di portalo via da lei e parallelamente gioca a calcio, speranzoso di poter giocare un giorno in una squadra importante. Un giorno nella vita di Antonio sembra arrivare la svolta: un talent scout sta cercando giovanissimi calciatori da portare nella primavera del Parma e sembra poter offrire ad Antonio l’occasione che cercava, ovvero fuggire da quella realtà che rende tanto triste e furiosa sua madre e in cui lui non riesce ad essere felice.

Un giorno all’improvviso: un affresco reale e concreto del rapporto tra madre e figlio

Un giorno all'improvviso

Un giorno all’improvviso è un film che esprime le difficoltà e i sacrifici di un figlio, che a soli diciassette anni è costretto ad affrontare l’abbandono e il disinteresse paterno verso la sua vita e quella di sua madre; inoltre Antonio sente su di sé la responsabilità del comportamento mutevole e alienato di sua madre, una donna che spesso vaneggia, si dissocia dalla realtà, preda della ludopatia e dell’ossessione verso il padre di Antonio. Antonio è sveglio, attento, dedica ogni momento e risorsa possibile alla cura della mamma, non si abbatte e la sprona a lavorare, a superare le sue crisi anche a rischio di prendere schiaffi e insulti da lei.

Il film di Ciro D’Emilio è un affresco reale, concreto e torrido del rapporto tra un figlio, costretto a maturare prima del tempo, e di una madre difficile, che sa come capovolgergli la vita ogni giorno. Il tema dell’abbandono e della malattia mentale sono centrali, stringono per la vita la pellicola e la rendono un’esperienza dolorosa, un racconto che suggerisce il proprio disincanto. Un giorno all’improvviso spazia in una realtà difficile, in cui Antonio e Miriam vivono di stenti. Miriam spesso sperpera quello che ha nel bar del padre di Antonio, cerca di riconquistare la famiglia che sente di aver perduto ma a cui fa sempre riferimento, nel bene e nel male. Antonio ha la forza per riscattarsi, accetta le sue sofferenze e il dramma familiare trasformandolo in una veste di fuoco, incandescente, convinto che un giorno non potrà più fargli del male.

Un giorno all'improvviso

La pellicola vive di due ottime interpretazioni, ovvero quella di Anna Foglietta e Giampiero De Concilio, che si rapportano in una relazione complessa ma intensa. Anna Foglietta incarna il suo ruolo in modo magistrale, donando al film un senso di precarietà e malessere che contrasta totalmente l’essenza di Antonio, che dal canto suo è un ragazzo fermo, ragionevole e cosciente. Parte fondamentale della pellicola sono i luoghi, le atmosfere, che il regista fotografa con intelligenza: guardando ad una vita stanca, anche gli scenari sono pesti, lividi, abiti dismessi e malconci che circondando il film, particolari visibili e determinanti che conferiscono alla trama un sapore reale, una tangibilità, una concretezza disarmante.

Regia - 3.5
Sceneggiatura - 3.5
Fotografia - 3.5
Recitazione - 4
Sonoro - 3
Emozione - 4

3.6