Un altro piccolo favore: recensione del film Prime Video

La recensione del sequel del film del 2018 con ancora Paul Feig alla regia e la coppia Lively-Kendrick nei panni delle acerrime amiche/nemiche. Dal 1° maggio 2025 su Prime Video.

Paul Feig, che per chi non lo conoscesse ha diretto nell’arco della sua carriera pellicole come Le amiche della sposa, Corpi da reato e Io sono David, ma ha anche sulla coscienza lo scellerato e mediocre reboot al femminile di Ghostbusters, quando non impegnato con il lavoro dietro la macchina da presa è venuto più volte a trascorrere le “meritate” vacanze in Italia. Tra le mete del Belpaese preferite dal regista e sceneggiatore statunitense c’è sicuramente Capri, dove più volte si è recato per trascorrere delle giornate di relax, esprimendo in quelle occasioni l’intenzione un giorno di ambientarci uno dei suoi film. Sogno che è diventato realtà quando gli è stata data l’opportunità di fare della splendida isola campana la cornice della sua nuova opera Un altro piccolo favore, presentata lo scorso marzo in Texas  al South by Southwest prima dell’uscita diretta in streaming il 1° maggio 2025 su Prime Video. Scelta, quella del broadcaster di  saltare il passaggio in sala per colpa, pare, delle polemiche sulla co-protagonista Blake Lively, da mesi sull’orlo di una crisi mediatica dopo il disastro del press tour di It Ends With Us e il botta e risposta con Justin Baldoni.

Un matrimonio nella splendida cornice di Capri diventa l’occasione per un nuovo incontro-scontro tra le due acerrime amiche/nemiche nel sequel di Un piccolo favore 

Un altro piccolo favore cinematographe.it

Strategie distributive a parte, il sequel del film del 2018, firmato anch’esso da Feig, vede la Lively e l’allora compagna di set Anna Kendrick vestire nuovamente i panni di Emily e Stephanie, i personaggi nati dal romanzo di Darcey Bell, A Simple Favor. L’sola, ricca di glamour e mistero, del resto era perfetta per la trama gialla e crime dello script firmato a quattro mani da Jessica Sharzer e Laeta Kalogridis, con gli scenari mozzafiato e i luoghi iconici di Capri a fare da sfondo all’elettrizzante avventura italiana delle acerrime amiche/nemiche. Ed è proprio lì, tra a strada che da Marina Grande porta alla storica piazzetta, che le due brindano al loro nuovo e inatteso incontro. L’occasione è lo stravagante matrimonio di Emily con un ricco e avvenente uomo d’affari italiano, al quale Stephanie è stata suo malgrado costretta a presenziare perché invitata a fare da damigella d’onore alla bionda che sette anni prima aveva fatto arrestare per le molte attività illecite raccontate nel capitolo iniziale.

Un altro piccolo favore si alimenta narrativamente e drammaturgicamente dei cliché legati al Belpaese per dare vita all’ennesima irritante visione stereotipata

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Muta dunque lo scenario, ma le premesse sono pressoché le stesse del primo film, ossia complicità, bugie, intrighi e crimini. Su queste si basa la linea mistery di un sequel che però perde quel che di soddisfacente aveva offerto in precedenza, con un intreccio e degli sviluppi che lasciano a desiderare per quanto concerne la debolezza strutturale che li contraddistingue. A risentirci in primis è lo scambio dialettico e psicologico tra i personaggi, con la componente comica e il linguaggio colorito fine a se stesso che prendono il sopravvento, rendendo la visione e soprattutto l’ascolto nella versione doppiata davvero insostenibile. Per limitare in parte il danno e rendere più sopportabile la fruizione consigliamo pertanto la versione originale, almeno vi risparmierete lo scimiottare e l’atroce doppiaggio in napoletano dei personaggi locali, a cominciare dalle new entry, Dante e Portia Versano (interpretate da Michele Morrone ed Elena Sofia Ricci), che tanto per cambiare sono affiliati a potenti famiglie mafiose. E qui ecco riproporsi puntuale il solito malcostume e l’ennesima visione stereotipata legata all’immaginario italiota che vuole il Paese in questione terra di mafia e di buon cibo. In Un altro piccolo favore fioccano tutti quei cliché ricorrenti e poco attuali ai quali si assiste nella stragrande maggioranza delle pellicole battenti bandiera a stelle e strisce ambientate nello Stivale (vedi Mangia prega ama). E quello diretto dal cineasta di Mount Clemens non fa eccezione, al contrario rincara la dose. Demerito in primis di una scrittura che tiene a malapena insieme i tasselli di un “puzzle” che lascia intravedere molto presto il disegno generale. Tutto è prevedibile, a differenza della trama della pellicola del 2018, compresa la macchinazione che vi è dietro che si scioglie presto come neve al sole. Un sole che non viene mai meno inondando lo schermo dal primo all’ultimo fotogramma, regalando agli occhi dello spettatore l’unico spettacolo degno di nota di un’operazione alla quale speriamo, per rispetto dell’autrice dei romanzi e per gli abbonati della piattaforma di Bezos, non si dia un ulteriore seguito, o almeno non in questa forma.   

Un altro piccolo favore: valutazione e conclusione

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Un sequel, quello del thriller-crime del 2018 tratto dai romanzi di omonimi di Darcey Bell, che fa acqua da tutte le parti, a cominciare dalla sceneggiatura che ha nella linea mistery prevedibile e improbabile il vero tallone d’Achille. Il cambio di location con l’approdo sull’isola di Capri porta con sé solo stereotipi e cliché sul Belpaese che non fanno altro che alimentare l’immaginario ormai antiquato legato all’Italia, terra di mafia e buon cibo. I dialoghi in dialetto napoletano sono imbarazzanti e rendono la visione ancora più irritante. Restano i panorami mozzafiato che regalano le ennesime cartoline di un luogo magnifico e iconico, che in Un altro piccolo favore non sono altro che la cornice di un film che si farà presto dimenticare, anche per via delle interpretazioni della coppia protagonista formata da Blake Lively e una Anna Kendrick, ma soprattutto per la regia davvero scialba di Paul Feig che ha ancora sulla coscienza lo scellerato e mediocre reboot al femminile di Ghostbusters.      

Regia - 2.5
Sceneggiatura - 2
Fotografia - 3
Recitazione - 2.5
Sonoro - 2.5
Emozione - 1.5

2.3