Two Mothers: recensione del film con Naomi Watts e Robin Wright

In Two Mothers due madri vivono un sogno proibito l'una con i figli dell'altra nella spiaggia dove loro stesse, amiche da una vita, sono cresciute.

Due madri, due figli, due amicizie di una vita che si incrociano in Two Mothers, il film del 2013 della regista francese Anne Fontaine (Agnus Dei, Marvin) scritto da Christopher Hampton. Nel cast troviamo Robin Wright (Roz), Naomi Watts (Lil), Xavier Samuel (Ian), James Frecheville (Tom), Ben Mendelsohn (Harold), Sophie Lowe (Hannah) e Jessica Tovey (Mary).

Roz e Lil sono amiche e vicine di casa da quando erano bambine: la prima è sposata con Harold, la seconda è vedova ormai da tempo. Entrambe hanno due figli diciottenni, cresciuti insieme e molto legati reciprocamente a loro volta. Nel momento in cui il marito di Roz trova lavoro a Sydney, questi si aspetta che moglie e figlio lo seguano nella sua nuova vita, ma così non accade. Roz e Tom decidono di restare nella loro casa nel Nuovo Galles del Sud. È in questo contesto in cui le due amiche si accorgeranno di essere attratte l’una dal figlio dell’altra…

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Un panorama idillico quello della spiaggia su cui ci viene illustrata gran parte delle vicende, valorizzata con una luminosità quasi abbagliante come il sole cocente che si riflette sull’acqua del mare su cui indugia e – talvolta – galleggia, quasi come se fosse alla deriva, la telecamera. Le scene di crescita dei personaggi vengono gestite in modo così fluido delicato quasi da idealizzare l’idea di un’amicizia senza tempo, i cui soggetti però sono quanto mai umani. Il lido in cui è ambientato Two Mothers è la concretizzazione dell’idea giovanile dell’estate come momento dell’anno in cui cose imprevedibili possono accadere e ciò che succede dovrebbe rimanere lì, ma di fatto ce lo si porta dietro per tutta la vita e distaccarsene è quanto mai complicato.

Su questo sfondo si sviluppano dei personaggi i cui legami vengono messi in evidenza con l’efficacia di poche scene iniziali e la delicatezza delle note di un piano: al di fuori di queste parentesi la colonna sonora lascia lo spazio ai dialoghi, ma anche lunghi silenzi e inquadrature che lasciano parlare lo sguardo e le interpretazioni degli attori, da una meravigliosa Naomi Watts a un vibrante Xavier Samuel, con efficacia e incisione. Lil, Roz, Ian e Tom sono personaggi imperfetti: ciascuno è caratterizzato dalle proprie ragioni, ma anche dai propri torti, che vengono mostrati chiaramente alla luce del sole: chi agisce commettendo adulterio, chi invece quasi per ripicca, chi senza neanche pensarci. Tutto, però, porta ad un risultato – le loro relazioni – che sembra quanto mai giusto e sbagliato allo stesso tempo. La loro caratterizzazione si sposa bene con la natura umana, che ci porta a rispondere in modo quasi imprevedibile a pulsioni che non pensavamo neanche fossero lì.

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Tutti i compartimenti tecnici nel film agiscono in sinergia, privi di virtuosismi che porterebbero uno squilibrio tra le parti, in nome del realismo e della storia di questi quattro personaggi. Non ci viene fornito un giudizio o una chiave di lettura ben precisa delle azioni dei protagonisti, non troviamo una soluzione semplice né indolore. Two Mothers si sviluppa quasi in silenzio, con una lentezza non eccessiva, che può tuttavia complicare la visione a chi ricerca più sostanza.

Regia - 3.5
Sceneggiatura - 3.5
Fotografia - 4
Recitazione - 3.5
Sonoro - 4
Emozione - 3

3.6