Venezia 80 – The Palace: recensione del film di Roman Polanski

Roman Polanski ci porta indietro di oltre vent'anni, ma forse i tempi non sono abbastanza maturi per giocare sul fascino del vintage. The Palace non convince.

Roman Polanski presenta Fuori Concorso alla 80ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia The Palace, un film in cui tutti sembrano avere qualcosa da dire ma nessuno si prende realmente la briga di raccontare.
Basato su una sceneggiatura scritta dal regista stesso insieme a Jerzy Skolimowski ed Ewa Piaskowska, il film ci porta alla vigilia di Capodanno dell’anno 2000, tra le ampie sale di un hotel progettato all’inizio del XX secolo e situato nel cuore della valle svizzera, in cui il direttore Hansueli (Oliver Masucci) coordina con zelo i suoi dipendenti affinché tutto sia impeccabile.
Entriamo allora fin da subito nei noti meccanismi di un hotel di lusso (o che vorrebbe apparire come tale), travolti e incuriositi dai tanti pretenziosi clienti che arrivano, ognuno con le proprie esigenze particolari e con i propri scheletri nell’armadio, mentre sullo sfondo si agita l’ombra del Millennium Bug.
L’atmosfera è grottesca, stantia, spudoratamente eccentrica e gli interpreti si prestano a un gioco a rialzo in cui sembrano ergersi a caricature di se stessi, mostrando a dismisura manie, interventi estetici e investimenti tipici di una certa classe sociale.

Millennium Bug: una paura ormai svanita

Se Oliver Masucci è il grande burattinaio del teatrino dell’assurdo il resto del cast va a traino di una coralità che non dispiace ma neanche troppo attrae, dandoci modo di scorgere in ogni ospite un vizio, una peculiarità o una situazione differente, ma pur sempre lontana dalla presunta normalità. Dal personaggio di Fanny Ardant, ossessionata dalle feci del suo cagnolino, allo sprezzante atteggiamento del Bill Crush di Mickey Rourke fino alla carriera in decadenza del Bongo di Luca Barbareschi, passando per i personaggi insopportabilmente stravaganti di John Cleese, Joaquim De Almeida, Milan Peschel, Fortunato Cerlino, Bronwyn James e Milan Peschel, The Palace ci offre piccoli assaggi di vite vissute, forse con l’intenzione di provocare in noi ribrezzo. Tuttavia ciò che la comedy drama di Roman Polanski ci comunica è semplicemente la sensazione di trovarsi dinnanzi a un’opera dalla struttura narrativamente decrepita, palesemente rimasta fossilizzata a più di vent’anni fa.

Esattamente come il Palace Hotel in cui l’intero film si svolge, The Palace potrebbe apparentemente avere i giusti presupposti per attrarre – quanto meno per il nome del suo regista -, basta però attraversare l’atrio per accorgersi che nulla è in effetti così perfetto come dovrebbe. Tutte le situazioni che i personaggi vivono restano in sospeso e nessuna riesce a catturare la nostra attenzione al punto da lasciarci col l’acquolina in bocca, ovvero col desiderio di voler ancora prolungare l’ultima notte dell’anno.

The Palace: valutazione e conclusione

the palace recensione cinematographe.it

L’intento dell’autore è chiaramente quello di fossilizzare su pellicola la fine di un secolo, di un millennio, di una serie di convinzioni e dinamiche. Indiscutibilmente Roman Polanski ha cercato di traslare nel Millennium Bug l’evento concretamente più vicino all’idea di “fine del mondo”, dimenticando però che la tensione riferita a certi avvenimenti si esaspera solo in procinto della loro eventuale realizzazione e non è certamente questo il caso, tanto più a distanza di così tanto tempo e senza un effettivo impatto catastrofico.

La fotografia di Pawel Edelman, la musica di Alexandre Desplat e la scenografia di Tonino Zera giocano il loro compito senza particolari sbavature, assecondati dai costumi di Carlo Poggioli, dal suono di Lucien Balibar, dagli effetti visivi di Antonio Corridori e dal montaggio di Hervé De Luze. Tirando le somme The Palace ci fa effettivamente fare un salto nel passato, ma i tempi non sono forse abbastanza maturi perché abbia il fascino del vintage e il resto, palesemente, non basta.

Prodotto da Èliseo Entertainment (Luca Barbareschi), Rai Cinema (Paolo Del Brocco), Cab Productions (Jean-Louis Porchet), Lucky Bob (Wojciech Gostomczyk), Rp Productions (Roman Polanski), il film è nelle nelle sale cinematografiche italiane a partire dal 28 settembre 2023 con 01 Distribution.

Regia - 2.5
Sceneggiatura - 2
Fotografia - 2
Recitazione - 2.5
Sonoro - 2
Emozione - 1.5

2.1