The Nest (Il Nido): recensione dell’horror di Roberto De Feo

Ben riuscito e tecnicamente ineccepibile l'esordio di Roberto De Feo alla regia di un lungometraggio. The Nest è al cinema dal 15 agosto.

Prodotto da Colorado Film e distribuito da Vision, The Nest (Il Nido) è il primo lungometraggio di Roberto De Feo. Il regista, già apprezzato per i due cortometraggi Ice Scream e Child K, mette a punto un horror davvero particolare, in grado di dare una nuova spinta al cinema di genere italiano e di portarlo verso un mercato dal respiro internazionale.

Horror, sì, ma d’autore: quello che sicuramente colpisce del film è un’estetica chiara, definita e che sfrutta al massimo il potenziale di ogni elemento della storia e della sua messa in scena. Questa forte impronta autoriale ha aperto le porte anche del Festival di Locarno, all’interno del quale debutterà il 15 agosto – data scelta anche per la distribuzione nelle sale italiane.

The Nest (Il Nido): il trailer ufficiale del film di Roberto De Feo

Altra nota di merito, è il messaggio, importante e di grande attualità, che giustifica l’intero impianto narrativo: la fragilità dell’illusione di potersi chiudere in un mondo ideale, fuori dalle coordinate di spazio e tempo, e di lasciare all’esterno tutto ciò che c’è di negativo o pericoloso.

The Nest (Il Nido): un horror internazionale

The Nest (Il Nido), cinematographe.it

Lo scopo del regista è evidente sin dalla scelta del cast, che evita una tendenza tipica di certo cinema di genere nostrano – quella di scegliere volti carichi e di per sé grotteschi – e vira su una protagonista con alle spalle tutt’altra esperienza: Francesca Cavallin. La Cavallin interpreta un personaggio talmente forte da riuscire a reggere, con una recitazione sommessa e credibile, un intero film. Attorno a lei, il resto degli attori si difende altrettanto bene, specialmente i due ragazzi protagonisti: Justin Alexander Korovkin (Samuel) e Ginevra Francesconi (Denise). A completare la formazione, l’attore – molto attivo tra il teatro e i set di serie tv internazionali come I Medici e The Young PopeMaurizio Lombardi, che qui si diverte nel ruolo del Mad Doctor.

A differenza di molti suoi colleghi, il regista non soffre di dipendenza estetica dagli italianissimi film di paura, ma guarda a esempi più aggiornati e fruibili (anche da un pubblico giovane, che poi è quello che affolla le sale estive alla ricerca di brividi), quali Hill House di Mike Flanagan, The Others di Alejandro Amenàbar e The Village di M. Night Shylamalan. Insomma, se l’Italia ha una speranza di partecipare al rinnovamento del genere horror, in corso nella cinematografia internazionale con i “giovani” Ari Aster e Jordan Peele, questa speranza sta in Roberto De Feo.

The Nest (Il Nido) è un horror che non chiede scusa delle sue origini

The Nest (Il Nido), cinematographe.it

Pur con questa vocazione internazionale dichiarata, The Nest (Il Nido) è connotato da un’ambientazione esplicitamente italiana. La storia, infatti, si svolge in Piemonte in una località chiamata Villa dei Laghi. Immersa in una natura rigogliosa, la casa ha una presenza importante e con i suoi ambienti carichi di dettagli è a tutti gli effetti un personaggio del film. A Villa dei Laghi ci abita Elena con suo figlio Samuel, reso paraplegico da un incidente stradale avvenuto in giovanissima età, un incidente causato dal padre, che ha perso la vita proprio in quell’occasione.

La casa, così come la dimensione familiare, sono catene che obbligano Samuel, ormai adolescente, a restare inchiodato alla sua condizione, iperprotetto da una gabbia dorata in cui vige un regolamento – un programma, per usare il linguaggio del film – rigidissimo. Il senso di soffocamento dato dalle eccessive e ansiose attenzioni materne rendono il clima del film molto vicino alla situazione politica in cui ci viviamo, in cui il terrore di ciò che c’è al di fuori dei confini paralizza le menti e i corpi e rende aggressivi e irrazionali.

La vita e l’amore (e la musica) in The Nest (Il Nido)

The Nest (Il Nido), cinematographe.it

Lo scompiglio di questa situazione stantia nasce dal momento in cui Denise (Ginevra Francesconi) arriva a Villa dei Laghi. Ribelle, vitale, la ragazza sconvolge l’abitudine con l’energia propria dell’adolescenza. Per raccontare la novità e lo snodo narrativo che rappresenta il personaggio di Denise, De Feo fa un uso particolarmente efficace della colonna sonora.

La classicità di Villa dei Laghi e il rigore del programma sono rappresentati dai reiterati esercizi al piano di Samuel, che si esibisce sulle note gravi e struggenti della Sonata al chiaro di luna di Beethoven. La freschezza di Denise, invece, è raccontata da un brano decisamente più contemporaneo, Where Is My Mind dei Pixies. L’uso delle due sonorità, così opposte eppure così armoniose nel loro susseguirsi e inseguirsi tra le scene e gli ambienti, non si limita a commentare l’azione, ma ha un vero e proprio ruolo nel completare il racconto.

Come nella migliore tradizione fiabesca, in cui la principessa aspetta – rinchiusa in una torre – l’arrivo salvifico del principe azzurro, Samuel sarà sconvolto e stimolato dal cavaliere Denise e insieme troveranno il modo di salvarsi a vicenda.

Perché guardare The Nest (Il Nido)

The Nest (Il Nido), cinematographe.it

De Feo capisce perfettamente come il genere si alimenti di elementi noti al pubblico e come la riuscita di una pellicola stia anche nel rispettare un patto implicito con lo spettatore, quello per cui se si va a vedere un horror ci si aspettano determinati “appuntamenti” estetici ed emotivi.

Per questo il regista si muove in un immaginario noto, in cui bambole spettrali, ambienti claustrofobici e apparentemente infestati, scienziati pazzi e algide dark lady si danno il cambio in uno spettacolo sontuoso e tecnicamente ineccepibile. Oltre alla già citata (e puntualissima) colonna sonora composta anche da brani originali di Teho Teardo, merita una menzione sicuramente l’ottima fotografia di Emanuele Pasquet – forse  l’elemento (insieme alla regia) che più di tutti convince, dall’inizio alla fine del film.

Là dove si manca in originalità, insomma, la regia colma ogni misura nella qualità: The Nest è un film che affascina nel suo svolgimento, ma che conquista decisamente nel finale. Anche gli elementi che appaiono come pretestuosi e che sporcano la linearità della trama, negli ultimi minuti del film troveranno un senso: si parla (ormai da anni) di un rinnovo del genere nel cinema italiano, di un’emancipazione dalla proposta monolitica che vede in sala solo commedie o drammi familiari. The Nest (Il Nido) è un segnale che qualcosa si muove positivamente e costruisce le premesse di un universo narrativo che – da spettatori – interessa approfondire.

The Nest è al cinema a partire dal 15 agosto.

Regia - 4
Sceneggiatura  - 2.5
Fotografia - 4
Recitazione - 3
Sonoro - 3.5
Emozione - 3

3.3