Red Sea Diving: recensione del film Netflix con Chris Evans

Red Sea Diving di Gideon Raff porta in scena l'orrore del genocidio per sensibilizzare gli spettatori sull'aiuto solidale eroicizzando l'atto umanitario cucito addosso al volto rassicurante di Chris Evans, in un'America dilaniata dall'odio razziale.

Red Sea Diving (2019), diretto da Gideon Raff (Homeland), arriva su Netflix portando in scena l’orrore del genocidio etiope e la missione di alcuni agenti del Mossad che, stabilitisi in un hotel che dà il titolo alla pellicola – hanno la missione umanitaria di salvare e smistare quanti più rifugiati possibile, al fine di mandarli a Gerusalemme, rievocando così in parte – seppur senza uno spiccato sottotesto governativo ma spingendo più sull’elemento umano – Hotel Rwanda (2004), diretto da Terry George, con protagonista Don Cheadle.

Red Sea Diving parte da subito in medias res per catapultare lo spettatore nel pieno del genocidio etiope, dandoci un assaggio dell’ambiente narrativo e della caratterizzazione dei personaggi – in particolare del traghettatore Kabede Bimro (interpretato da Michael Kenneth Williams) a cui Gideon affida il monologo di apertura e chiusura della pellicola – e la sua vita di sacrificio al confine, e di Ari Levinson (interpretato da Chris Evans), che già dalla frase noi non lasciamo indietro nessuno”, riporta immediatamente alla mente il carisma e gli ideali del Captain America della Marvel. Proprio come Cap infatti, Ari è totalmente immerso nella propria attività, impedendogli del tutto di costruirsi, o peggio, mantenere, un’adeguata vita privata se non intrecciandola con il proprio lavoro.

Red Sea Diving  è tratto da una storia vera

Red Sea Diving - Cinematographe.it

Gli eventi alla base de Red Sea Diving, sono ispirati a fatti realmente accaduti, nell’Etiopia del 1979 infatti, il governo etiope sta compiendo un efferato genocidio nei confronti della propria popolazione noto come Terrore Rosso, dell’allora presidente Menghistu Hailè Mariàm ed applicata dalla giunta militare Derg, cominciata il 3 febbraio 1977. La repressione coinvolse gruppi organizzati di civili, noti come “squadroni di difesa” o kebeles, che nel giro di un mese venne rifornito di armi dal Derg. Gli squadroni però erano spesso organizzati da persone prese della strada, che spesso utilizzavano il potere di cui furono insigniti, per vendette personali.

L’evento ebbe fortissima risonanza mediatica, tanto che il “Robespierre d’Etiopia” Menghistu venne condannato all’ergastolo nel gennaio del 2007. La sentenza avvenne in contumacia, dal momento che lo statista abissino si era già da tempo recato esule in Zimbabwe dove il suo alleato Robert Mugabe gli attribuì un incarico governativo e si rifiutò di estradarlo.

Red Sea Diving: Gideon Raff e Homeland

Red Sea Diving - Cinematographe.it

La regia di Raff abbonda di soluzioni volte a valorizzare al meglio l’ambiente tra panoramiche e campi lunghi per gli elementi paesaggistici “di percorso”, intermezzi con musica anni Ottanta per spezzare il tono drammatico della narrazione, e inquadrature strette e claustrofobiche di piani medi e primi piani nei momenti più drammatici; tutti espedienti con cui far assaporare allo spettatore gli orrori del genocidio.

Tutto il primo atto di Red Sea Diving, infatti, ruota attorno alla formazione della squadra e ai tentativi della stessa, di rendere l’hotel un luogo accessibile per portare a termine la missione del Mossad – con tutti gli inconvenienti del caso. Per una struttura narrativa che, forte dell’eccellente lavoro compiuto da Gideon Raff con Homeland (2011- ), dipana un intreccio dall’andamento lineare che sa ben bilanciare l’aspetto umano e le debolezze dei propri protagonisti, con quello governativo dettato dalla missione umanitaria, strumentalizzando le vicende private di Ari Levinson e le dinamiche della squadra che si fanno sempre più tese e critiche con l’incedere della narrazione e l’aumento del livello del conflitto; elementi essenziali per portare in scena in modo convincente e appagante, l’Etiopia del Terrore Rosso.

Tra Kabede e Levinson – “Non lasciamo indietro nessuno

Red Sea Diving - Cinematographe.it

La caratterizzazione dei personaggi alla base de Red Sea Diving si muove principalmente tramite stereotipi nei personaggi di contorno interpretati da Alessandro Nivola, Haley Bennett, Michael Huisman e Alex Hassell funzionali comunque a valorizzare al meglio l’interpretazione di Chris Evans nei panni del leader della squadra Ari Levinson.  In un continuo dualismo con il traghettatore Kabede Bimro di Michael Kenneth Williams, principale aiutante nel corso della narrazione e suo speculare.

La vita di Kabede e Ari infatti, è di sacrificio, destinata unicamente al lavoro sul campo e nel salvare più vite possibili, ma in modo differente seppur complementare. Kabede è infatti un traghettatore dall’Etiopia al Sudan, che ha dedicato gli ultimi della sua vita a portare quante più persone in salvo dal genocidio del Terrore Rosso, vivendo nell’anonimato e nell’ombra. Levinson invece, per vocazione, fa lo stesso, ma con effetti non indifferenti nella propria vita privata, tralasciando le attenzioni della moglie che gli ha chiesto il divorzio, e la figlia che non può far altro che accettare il ruolo lavorativo del padre – lasciandole indietro.

Red Sea Diving: un buon film Netflix dal chiaro sottotesto sociale

In Red Sea Diving risulta evidente, a partire dal monologo di apertura e chiusura, un sottotesto alla base, quello dell’eroicizzazione dell’aiuto umanitario verso lo straniero, in un’America, ad oggi, dilaniata dall’odio razziale sin dalle più alte sfere politiche. E riesce nel suo intento, in una pellicola portata avanti da un buon lavoro di scrittura ampiamente valorizzato da una regia efficace e dal volto buono e rassicurante di Chris Evans. È proprio grazie alla sua presenza che il film – di almeno una spanna sopra rispetto agli abituali prodotti Netflix – si arricchisce ulteriormente, trovandosi perfettamente a proprio agio nell’interpretare ruoli affini all’iconico Capitano.

Red Sea Diving, diretto da Gideon Raff, è stato rilasciato da Netflix il 31 luglio 2019. Di seguito la sinossi:

 Alcuni agenti sotto copertura aprono un fino hotel a veri turisti per portare in salvo di nascosto migliaia di rifugiati etiopi. Ispirato a eventi realmente accaduti.

Regia - 3
Sceneggiatura - 3
Fotografia - 3
Recitazione - 3
Sonoro - 2.5
Emozione - 3.5

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