Nato il 4 luglio: la recensione del film di Oliver Stone con Tom Cruise

Nato il 4 luglio rappresenta il momento in cui un grande Tom Cruise ci fece conoscere Ron Kovic

La Guerra del Vietnam ha avuto un impatto talmente spropositato sulla cultura, politica e società americane che ancora oggi vi è un prima e un dopo, essa in poche parole rappresenta una linea di confine tra il secondo dopoguerra e l’epoca contemporanea. Il conflitto distrusse la società americana (occidentale?) uscita vittoriosa dalla guerra col nazi-fascismo e creò una fragilità sociale le cui conseguenze sono ancora oggi vive e presenti negli Stati Uniti. Il cinema ci ha raccontato in mille modi diversi la tragedia di quei giovani che, partiti convinti di continuare l’opera di liberazione dei padri, persero gioventù, innocenza e speranze nell’inferno del sud-est asiatico. Nato il 4 Luglio di Oliver Stone è uno dei film che più ha reso chiaro quale terrificante esperienza fu per la “generazione dei sognatori” (così era definita) risvegliarsi e accorgersi di aver perduto il paese in cui credevano di essere cresciuti.

Stone, reduce del Vietnam, ha creato i suoi migliori film proprio concentrandosi su quel periodo storico. Da JFK a Platoon, da Nixon ad appunto Nato il 4 Luglio, Stone ha saputo guidarci dentro la storia, con uno sguardo concentrato sia sulle singole vicende umane che su quell’insieme di interessi, ideali ed errori che insanguinarono il mondo. Di tutti questi film però nessuno ha avuto la forza di colpire il pubblico in modo così travolgente e commovente di Nato il 4 Luglio, biografia dell’attivista e pacifista Ron Kovic, reduce del Vietnam e simbolo vivente della presa di coscienza di una generazione che pagò a caro prezzo l’aver avuto il proprio destino nelle mani di politicanti e militari senza scrupoli.

Con Tom Cruise come protagonista (sulla cui prova ci concentreremo più avanti), il cast comprendeva anche Willem Dafoe, Kyra Sedgwick, Raymond Bary, Tom Berenger, Dale Dye, Tom Sizemore, Stephen, Daniel e William Baldwin. Poteva contare su un compositore straordinario come John Williams per la colonna sonora, nonché di un fuoriclasse della fotografia come Robert Richardson, capace di sfruttare la luce naturale come pochi altri e di guidarci tra le metropoli americane e le risaie del Vietnam come nessun altro.

La sceneggiatura fu curata da Stone e dallo stesso Ron Kovic, che del resto con il suo libro autobiografico Nato il 4 Luglio aveva messo un tassello di prima grandezza in quel fenomeno doloroso ma inestimabile del reducismo post-vietnam, che ha donato al Grande Paese alcune delle sue personalità più preziose in ambito politico, sociale, artistico ed umanitario.

La storia di Ron Kovic è simile a quella di molti altri ragazzi della sua generazione. Figlio dell’america tradizionalista e patriottica, credeva fermamente nell’american way of life, nella fedeltà al governo e alla bandiera, nel primeggiare e nel non discutere mai ciò che la patria esigeva o chiedeva ai suoi figli. Il padre aveva combattuto nella seconda guerra mondiale, e per Ron l’idea di entrare nei marines era un sogno, qualcosa di assolutamente imperdibile, soprattutto ora che in TV il Generale Westmoreland sembrava gridare “ci servi tu per combattere il comunismo!” 

A soli 18 anni si arruola nei marines e in breve tempo diventa sergente. Peccato che la guerra non sia quella crociata contro il male che credeva e che nel giro di poco tempo si trova coinvolto prima nella morte di alcuni civili e poi per errore uccide un commilitone. Il 20 gennaio 1968, durante un violento scontro a fuoco, Ron Kovic, rimasto isolato, viene ferito in modo gravissimo alla spina dorsale. Ron sopravvive ma si trova paralizzato dalla vita in giù per tutta la vita.

Tornato a casa si accorge che il suo paese, la sua città, la sua famiglia persino la ragazza che amava al tempo del liceo, sono cambiati in modo assolutamente inaspettato, che nessuno lo rispetta per aver partecipato alla guerra e comincia a lasciarsi andare. Trasferitosi al confine con il Messico in una residenza per reduci del Vietnam toccherà il fondo per poi decidere di fare qualcosa, di lottare contro quella guerra che l’ha rovinato per impedire che altri giovani compiano il suo macroscopico errore…da quel momento Ron Kovic comincerà un percorso di vita che lo porterà ad essere riconosciuto ancora oggi come uno dei più grandi esempi di lotta contro la guerra e i poteri forti.

Protagonista di Nato il 4 Luglio è un Tom Cruise semplicemente perfetto, magnetico, straordinario nel sapersi destreggiare attraverso le varie fasi della vita di Kovic: studente e atleta modello, ingenuo diciottenne arrogante e supponente, militare disilluso, reduce inferocito e spezzato, drogato ed alcolizzato senza speranza, attivista coraggioso e noncurante della propria invalidità, anima nobile che va oltre la propria sorte…

Di seguito proponiamo forse il momento più importante del film e uno dei più alti della sua performance, la lite con Charlie, il reduce con cui aveva deciso di andare via dalla residenza in Messico, a seguito della quale decide di dare una svolta alla propria vita. Il doppiaggio di Roberto Chevalier (sua voce storica in Italia) è anche qui perfetto e non toglie nulla alla versione originale.

Nato il 4 Luglio fu candidato a ben 8 Premi Oscar, aggiudicandosi quelli per Regia e Montaggio. Le altre candidature furono alla colonna sonora, fotografia, sceneggiatura non originale, sonoro, film e naturalmente attore protagonista. Tom Cruise aveva già ricevuto il Golden Globe (uno dei quattro assegnati al film di Stone) ma purtroppo quell’anno, il mondo aveva potuto assistere alla straordinaria performance di Daniel Day Lewis in Il Mio Piede Sinistro, forse una delle più grandi interpretazioni della storia del cinema. Nessuno più di Lewis meritava quell’Oscar e il grande attore irlandese batté non solo Cruise, ma anche Kenneth Branagh, Morgan Freeman e pure il rimpianto Robin Williams di L’Attimo Fuggente. 

Tuttavia Nato il 4 Luglio fu un momento assolutamente basilare nella carriera di Cruise che dimostrò di non essere solo un bel faccino da vendere al pubblico adolescente, ma di possedere qualità di attore assolutamente uniche. Da lì in poi si sarebbe misurato con film sempre più diversi ed impegnativi, diventando il divo planetario che ancora oggi sbanca i botteghini di mezzo mondo.

Nato il 4 Luglio rimane forse il film più riuscito di Stone, quello più intimo, sentito e sincero, un capolavoro che a quasi 30 anni di distanza ancora stupisce per modernità, attualità e sensibilità. Altri grandi film ci hanno parlato della tragedia dei reduci ma per tutti questo è sicuramente “Il Film” sui reduci.

E purtroppo guardando a come ancora oggi i ragazzi tornati dal fronte abbiano enormi problemi, non si può che concludere che non molto è cambiato da quando Ron e gli altri suoi coetanei tornarono e trovarono il nulla ad accoglierli. E oggi come allora, molti dei reduci delle guerre dell’America si sono misurati in questi anni con l’intolleranza, la cattiveria e il populismo che circonda chi lotta contro il potere politico e l’idea che la democrazia e la libertà possano essere esportati sulla punta delle baionette e delle bombe…

 

Regia - 4
Sceneggiatura - 4
Fotografia - 4
Recitazione - 5
Sonoro - 5
Emozione - 5

4.5

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