Cane Mangia Cane: la recensione del film di Paul Schrader con Nicolas Cage e Willem Dafoe

Il grande noir di Edward Bunker rivive nel nuovo film di Paul Schrader con protagonisti Nicolas Cage e Willem Dafoe.

I protagonisti di Cane Mangia Cane sono Troy (Nicolas Cage), Mad Dog (Willem Dafoe) e Diesel (Christopher Matthew Cook), piccoli e squallidi criminali per i quali la vita “normale” è veramente difficile e agra di soddisfazioni. I tre sono costantemente in bilico tra violenza, false speranze, buoni propositi e ipocrisia, e possono essere definiti esperti nel superare in modo costante la linea tra ciò che è illecito ma comune e ciò che è illecito ma anche incomprensibile. Legati gli uni agli altri da un complesso rapporto di amicizia, complicità e incapaci di affrontare la realtà della loro esistenza sciagurata, vivono ai margini di quel mondo criminale che li usa solo ed esclusivamente come galoppini.

Ora però a Troy viene fatta un’offerta incredibile da parte del boss Chepe (Rey Gallegos): trovare e rapire il figlio di Mike (Louis Anthony Perez) che a Chepe deve dei soldi che si rifiuta di restituire, di modo da costringerlo a saldare i conti. In cambio avranno una montagna di soldi. Troy, Mad Dog e Diesel sono molto diversi tra di loro. Troy è il leader, il più freddo e apparentemente più controllato, mentre Mad Dog è l’esatto opposto: border line, violento, senza controllo emotivo e dedito a droghe ed alcool. Diesel è fisicamente il più prestante ma è anche particolarmente astuto, tuttavia anche lui non sa cosa fare della sua vita ed ha l’autocontrollo sempre appeso ad un filo.

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Cane mangia cane: tre criminali in cerca di autore

Tutti e tre decidono di prestarsi al compito affidato da Chepe, per racimolare i soldi che gli permetteranno di dare una svolta alla loro vita, decisi a riuscire o a morire nel tentativo. La galera per loro non è un’opzione. Tuttavia, come sempre accade, il compito si rivelerà ben più arduo del previsto, creando un vortice di eventi che sconvolgerà per sempre il loro rapporto, la loro amicizia e il loro destino.

Diretto da Paul Schrader, passato alla storia per aver scritto il copione di Taxi Driver e Toro Scatenato, è l’ennesima prova dell’amore che l’esponente di spicco della New Hollywood prova per i personaggi e i drammi cupi, disturbanti, scomodi. Del resto Schrader è il regista di American Gigolò, Affliction, The Canyons e Lo Spacciatore. Sceneggiato da Matthew Wilder, Cane Mangia Cane è tratto dall’omonimo Best Seller di quel Edward Bunker che nel 1999 con questo romanzo dimostrò ancora una volta di più al mondo (se mai ce ne fosse stato bisogno) la sua unicità nel panorama editoriale americano.

Bunker per inciso ha trascorso una buona fetta di vita nelle patrie galere, trovando nel suo grande talento di scrittore l’ancora di salvezza e un modo di rifarsi una vita. Amato ed apprezzato da personaggi del calibro di Tarantino (per il quale fece Mr Blue nelle Iene), Lucarelli, De Niro, ha portato il noir ad un livello del tutto inedito, andando oltre ciò che a suo tempo avevano fatto Chandler o Hammett.

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Schrader è convincente nel ricreare sullo schermo l’atmosfera presente nei romanzi di Bunker.

Spietata, senza romanticismo, agghiacciante nel descrivere la mentalità e la cultura criminale, e profondamente inquietante. Grazie all’ottima fotografia di Alexander Dynam e al montaggio di Benjamin Rodriguez Jr, Schrader guida lo spettatore in un universo terrificante e grottesco, dove la mediocrità e il male vanno a braccetto e dove la violenza è l’unico linguaggio veramente presente tra persone che pur parlandosi non riescono spesso a comunicare.

Cane Mangia Cane rende in tutta la sua disarmante realtà quella violenza che attraversa le nostre televisioni all’ora di pranzo – i salotti di Bruno Vespa o Belpietro – ma di cui sovente non abbiamo la reale dimensione di de-empaticità e illogicità mascherata da “regole” del crimine.

Il livello della recitazione è altissimo con Nicolas Cage semplicemente perfetto nel donarci con il suo Troy la parte più amorale, tronfia e autocompiacente del crimine: quella di chi è criminale per scelta, di chi si auto-giustifica e si auto-compiace del potere derivante dall’avere una .45 in mano.

Willem Dafoe fa del suo Mad Dog una disperata e tristissima canaglia, vittima e carnefice allo stesso tempo, avvelenata dal suo stesso veleno, in perenne ricerca di una pace e di una svolta che non può e non sa avere.

Tuttavia (nonostante l’immensa bravura di Dafoe e la misurata classe di Cage) la palma di migliore va data al sorprendente Diesel di Christopher Cook, sicuramente il personaggio più interessante del film, a cui l’attore già visto in Hours e Mr. Right dona un’umanità e una personalità magnetiche.

Sovente sotto le righe, il suo Diesel vive di esplosioni e confessioni improvvise ed è senza ombra di dubbio dei tre quello che più ci fa avvicinare alla definizione pura e semplice di criminale, rivissuta il tutta la sua angosciante quotidianità senza speranza.

Tuttavia il film di Schrader non è esente da difetti consistenti: primo tra tutti l’incapacità da parte del regista e dello sceneggiatore di ricreare in toto la ricchezza di trama e personaggi che hanno fatto di Cane Mangia Cane il romanzo più ricco e avvincente di Bunker.

Il film infatti è spesso incerto riguardo al tono e l’intreccio appare a volte troppo confuso e incerto, in particolare nel finale, che lascia solo una grande confusione allo spettatore, senza riuscire a realizzare quella parabola sul destino umano che probabilmente il regista aveva in mente. Diversi momenti sembrano forzati e non giustificati e alla fine si ha l’impressione che Schrader non avesse ben chiaro se distaccarsi dal libro o essergli fedele. La via di mezzo scelta risulta poco credibile e poco riuscita.

Cane Mangia Cane rimane però un film forte, diverso, terribile e struggente, con un cast perfetto e un regista maestro nel descrivere l’America povera, violenta, diroccata e dimenticata, ricreata come un susseguirsi di microcosmi slegati: strip clubs, supermarket, ristoranti, case, casinò. Enormi tombe per anime dannate e senza speranza.

Regia - 4
Sceneggiatura - 2.5
Fotografia - 3.5
Recitazione - 4
Sonoro - 2.5
Emozione - 3.5

3.3