Roma FF17 – My Soul Summer: recensione del film di Fabio Mollo

La recensione del nuovo romanzo di formazione in terra calabra di Fabio Mollo con Tommaso Ragno e il sorprendente esordio cinematografico di Casadilego. In anteprima alla Festa del Cinema di Roma e in sala dal 24 al 26 ottobre 2022.

È partita dalla 17esima Festa del Cinema di Roma, per la precisione dalla proiezione nella sezione autonoma Alice nella Città, l’avventura sul grande schermo di My Soul Summer di Fabio Mollo. Anteprima, quella alla kermesse capitolina, che ha anticipato di poco l’uscita nelle sale con Europictures  il 24, 25 e 26 ottobre 2022 del film del regista calabrese, che per presenziare alla prima apparizione pubblica ha dovuto ritagliarsi una breve pausa dal set della sua nuova fatica dietro la macchina da presa dal titolo Nata per te, trasposizione dell’omonima opera letteraria di Luca Mercadante e Luca Trapanese, le cui riprese sono in corso a Napoli.

Con My Soul Summer, Fabio Mollo torna nella sua Calabria per raccontare una storia di crescita e ricerca d’identità

My Soul Summer cinematographe.it

La trasferta partenopea è una delle tante che Mollo ha dovuto fare in questi anni  in giro per lo stivale e non solo per portare a termine i tanti tasselli che vanno a comporre la sua filmografia, ma tutte le volte che la Settima Arte gli ha dato la possibilità di tornare nella sua terra natia per raccontare una storia non si è mai tirato indietro. Una terra, la Calabria, che ha fatto da cornice alla sua opera prima Il Sud è niente, a lavori successivi come Il padre d’Italia o Vincenzo Da Crosia e di recente proprio a My Soul Summer. Quest’ultimo, salvo prologo ed epilogo romani, è ambientato in quel di Locri, laddove la diciassettenne Anita va a trascorre l’estate a casa della nonna materna, ma anziché trascorrere le giornate al mare con gli altri ragazzi e godersi la spensieratezza di una vacanza, preferisce dedicarsi allo studio del piano per prepararsi a un esame al Conservatorio. Ma le estati si sa sono spesso occasioni di crescita e grandi cambiamenti, gli stessi che si troverà ad affrontare Anita quando incontrerà Vins, una leggendaria rockstar dal passato turbolento che riconoscerà il suo speciale talento, spronandola a vivere la musica in una maniera diversa grazie a una voce meravigliosa che non sapeva neanche di avere.

In My Soul Summer l’autore firma un coming of age che segue le traiettorie classiche e le linee guida del romanzo di formazione

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Come si evince dalla sinossi, My Soul Summer rappresenta non solo un ritorno di Mollo nella sua terra, ma anche l’occasione per il regista di approcciarsi a temi a lui cari come quello della crescita, i legami familiari e soprattutto la ricerca della propria identità e posto nel mondo. Ecco allora che la pellicola in questione dichiara apertamente la sua natura drammaturgica e narrativa, quella di un coming of age che segue le traiettorie classiche e le linee guida del romanzo di formazione. Di questo romanzo abbiamo il tempo di sfogliare qualche pagina, quelle che aprono una finestra nella vita di Anita, una ragazza timida e insicura che si sente diversa dai suoi coetanei e che non sa ancora  bene chi è. E saranno gli incontri artistici e sentimentali che farà nel corso di un’estate indimenticabile, da sempre momento di iniziazioni o rinascite in grado di mutare il corso degli eventi, a farle scoprire se stessa e il suo talento nascosto. Un talento, quello di chi è stata chiamata a interpretarla sullo schermo, vale a dire Elisa Coclite in arte Casadilego, che dal punto di vista canoro e musicale era già sotto gli occhi di tutti da un paio di anni, ossia da quando ha meritatamente vinto X Factor 2020, convincendo i giudici di turno e il pubblico sin dalla prima esibizione nel noto talent.   

Casadilego, al suo esordio cinematografico, è la sorpresa e il valore aggiunto di My Soul Summer 

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È lei l’autentica sorpresa e il valore aggiunto di un film che tratta temi universali mediante un racconto di formazione lineare, già ampiamente codificato e familiare a una platea generalista. La differenza sostanziale non sta tanto nel plot, tantomeno nel disegno dei personaggi che lo popolano, bensì nel modo con cui il film  sfiora e accarezza le corde del cuore come si fa con una chitarra. Lo strumento è la delicatezza di un racconto che mira all’essenziale, vale a dire alle emozioni cangianti che si palesano strada facendo. Emozioni che sono contenute nello script confezionato da Doriana Leondeff e Antonio Leotti, che Mollo trasforma in immagini semplici, parole profonde e note che ti entrano dentro. A cominciare da quelle che accompagnano tutte le scene musicali del film, sia quelle di musica classica al pianoforte, che quelle cantate, che sono rigorosamente in presa diretta e dal vivo. Altro elemento che va a impreziosire un’opera che fa della musica e delle performance di Casadilego il proprio baricentro e punto di partenza.

Con la sua prima prova attoriale, al fianco degli ottimi Tommaso Ragno nel ruolo di Vins, Luka Zunic, Agnese Claisse, Anna Ferzetti e Lunetta Savino, l’artista ruba la scena e incanta con una voce da brividi, mostrando un talento nascosto che alla pari del suo personaggio emerge in tutto il suo splendore, ossia quello per la recitazione. In tal senso, ci auguriamo che non sia stata una parentesi, ma l’inizio di un percorso che vada di pari passo con quello musicale.

Regia - 3
Sceneggiatura - 3
Fotografia - 3
Recitazione - 4
Sonoro - 4
Emozione - 4

3.5