Escobar – Il fascino del male: recensione del film su Pablo Escobar

Loving Pablo è un film che va ad incrementare la storia, ormai molto nota, del trafficante più celebre al mondo Pablo Escobar.

Escobar – Il fascino del male è un film diretto da Fernando León de Aranoa, presentato fuori concorso alla 74ª Mostra del Cinema di Venezia e interpretato da Penélope Cruz, Javier Bardem Peter Sarsgaard.

Ispirato al romanzo di Virginia Vallejo Loving Pablo, Hating Escobar, Loving Pablo racconta dell’incontro e della relazione burrascosa che Pablo Escobar, già noto trafficante miliardario, intrattenne proprio con Virginia Vallejo, celebre giornalista e presentatrice colombiana. La Vallejo per la prima volta lo intervistò nel 1982, e ben presto diventò la sua amante.

Sarà proprio Virginia a inventare il soprannome di Robin Hood paisan per Pablo Escobar, che in quel periodo stava affrontando la campagna elettorale e donava denaro e case per i poveri di Medellin. La loro relazione sarà portata avanti nonostante Escobar fosse sposato e la moglie Maria sospettasse dei continui tradimenti del marito, non solo con Virginia.

La giornalista colombiana non sa in che torbida e disadorna condizione sta per cacciarsi, perché amare una persona come Pablo, nel suo massimo potere, può essere attraente e portare vantaggi non indifferenti, ma quando il suo impero comincia a crollare, la vita della Vallejo subisce una deflagrazione irrimediabile, portandola a dover accettare qualsiasi compresso. Verrà minacciata, seguita, insultata e costretta a rinunciare al suo lavoro e alla sua vita per aver seguito una persona come Pablo, fino a quando verrà protetta dalla DEA, diventando principale testimone d’accusa contro i narcos.

Escobar – Il fascino del male è un film che va ad incrementare la storia, ormai molto nota, del trafficante più celebre al mondo Pablo Escobar.

Ma il mondo del narcotraffico, della droga e delle implicazioni politiche è marginale, la centralità della storia è tutta volta al rapporto di questa giornalista con uno degli uomini più pericolosi e imprevedibili della Colombia e non solo. Escobar – Il fascino del male si inserisce in un momento in cui Escobar è già conosciuto, è già sotto l’occhio della DEA, e sta preparando la sua campagna elettorale per entrare al congresso e cambiare in qualche modo la legge dell’estradizione dei criminali colombiani negli Stati Uniti.

Nonostante questo, non mancano affatto attimi di tensione, attraverso vendette, omicidi che i narcos mettono in pratica verso politici e giudici fino all’esplosione di una vera guerriglia che cambierà per sempre il volto di Cali, Medellin, Bogotà, tra agenti di polizia e i cartelli. I narcos non saranno più silenziosi, non proveranno nemmeno a corrompere gli agenti e i federali, metteranno in scena un vero e proprio attacco multi fronte verso le istituzioni, rendendo la Colombia un paese sempre più pericoloso, in cui essere dalla parte sbagliata è una decisione che può perseguitare per un’intera vita.

Escobar – Il fascino del male: un film che ha pregi e difetti

Loving Pablo

Considerati i molti lati positivi della pellicola, non si possono non citare quelli negativi che si susseguono durante la narrazione. Primo di molti è la scelta di rendere la pellicola in lingua inglese, nonostante la storia sia ambientata in Colombia e gli attori siano spagnoli. Sarebbe stato molto più apprezzabile e reale scegliere lo spagnolo. Una scelta difficile da comprendere. Purtroppo questa pellicola si pone in un inesorabile confronto con la serie Narcos, che narra con estrema precisione l’alba e il tramonto di Pablo Escobar, e, per chi ha visto e amato profondamente quest’ultima, Escobar – Il fascino del male può sembrare a tratti un deja-vu, con scene praticamente identiche, dialoghi simili, ma con la differenza che Wagner Moura è perfettamente nella parte, riesce a rendere e delineare con verosimiglianza il personaggio di Escobar, essendo anche dovuto aumentare di venti chili per poterlo interpretare.

Insomma Escobar – Il fascino del male non fa altro che compiere il suo dovere, ma con attori di questo calibro avrebbe potuto innalzarsi al di sopra di ogni aspettativa. Resta invece serrato nel genere biografico mainstream, non convince nella sua totalità pur rimanendo un buon prodotto commerciale, reso intrigante soprattutto grazie all’interpretazione di Penélope Cruz.

Regia - 2.5
Sceneggiatura - 2
Fotografia - 3
Recitazione - 3
Sonoro - 2.5
Emozione - 2

2.5