Le regole della casa del sidro: recensione del film di Lasse Hallström

Le regole della casa del sidro è un film del 1999 diretto dal regista Lasse Hallström e ripercorre l'archetipo del figliol prodigo.

Le regole della casa del sidro è il film del 1999 diretto dal regista Lasse Hallström che tratta con classica struttura narrativa il passaggio dalla giovinezza alla consapevolezza delle contraddizioni che può riservare il reale. L’esperienza di un breve periodo che segnerà un intero futuro.

Ognuno pensa di poter stabilire le proprie regole. Nella propria vita, nel proprio lavoro, nei rapporti con gli altri. Una serie di punti da seguire e controllare indipendentemente dagli ambienti esterni. Ma il destino viene sempre a reclamare il proprio conto. A ristabilire quegli equilibri che gli uomini pensano di poter snaturare. Il destino viene a restaurare le proprie regole, alla quale inevitabilmente è impossibile sottrarsi. Il ciclo della provvidenza è la base sulla quale lo scrittore e sceneggiatore americano John Irving pone le fondamenta per dare forma alla storia di Homer Wells e del suo periodo di crescita come uomo nel mondo, il racconto di una maturità che, raccolta quando pronta, si lascia cogliere come una mela dal ramo di un albero.

Le regole della casa del sidro – La scoperta di sé e del mondo del figliol prodigo

le regole della casa del sidro

Il dottore Wilbur Larch (Michael Caine) mantiene in piedi con zelo e passione l’orfanotrofio al tempo da lui stesso fondato. Luogo sicuro per donne non pronte alla maternità, che questo comporti l’interruzione di una gravidanza o l’abbandono di un bambino, il dottor Larch se ne prende cura diventando il tutore di tutti, senza avere mai un figlio proprio, fino all’arrivo del piccolo Homer Wells (Tobey Maguire).

Orfano anch’egli, ma totalmente sotto l’ala paternalistica dell’uomo già dall’innocente età, Homer viene cresciuto come degno erede dei trucchi del mestiere del dottor Larch, che vede nel ragazzo il suo successore. Ma come ogni figlio, anche Homer non riesce a rispecchiarsi nelle aspettative del padre surrogato, decidendo per questo di immettersi nel mondo e trovare da solo la propria strada. Tra incontri sentimentali, tragiche scoperte e il fato che irrimediabilmente viene a bussare, il giovane porterà con sé gli insegnamenti del dottor Larch, capendo finalmente qual è il suo posto.

Una stazione, un treno, una destinazione. Le regole della casa del sidro si apre come si accinge a chiudersi, l’arrivo di una locomotiva piena di speranze che accoglie su di sé passeggeri intenti a districarsi nelle loro complicate vite.

Ma quando tutti sono a bordo, pronti per dirigersi verso diverse terre, il treno si appresta a sfrecciare nuovamente sui suoi binari, guardando ad un domani che attende solo di essere attraversato. Un viaggio come quello che il protagonista Homer Wells intraprende per capire chi veramente può e vuole essere, l’archetipo del figliol prodigo il quale, distaccandosi dalla figura che il padre ha prestabilito dai tempi della sua infanzia, cerca di sfuggire da quella gabbia invisibile per scoprire ciò che il mondo ha da offrire.

Ed è solo perdendosi che è possibile ritrovarsi, vivendo lontano come bracciante per una fabbrica di sidro e provando le gioie, l’amore, l’attrazione fisica, la gratitudine, il rammarico, l’orrore e lo sconcerto che i rapporti umani e le situazioni complesse possono presentare. Un film che fa delle dicotomie il suo asse portante: Le regole della casa del sidro è sostenuto dal ringraziamento per la vita e l’eventualità di doverla spezzare, dalla passione di un sentimento sincero e l’irrealizzabilità nel farlo fiorire, dal voler conoscersi nel profondo e scoprirsi quello che non si pensava – o non si voleva – essere.

Le regole della casa del sidro – Due premi Oscar per i principi del Maine, nuovi re dell’Inghilterra

le regole della casa del sidro

Vincitore di due Premi Oscar nel 2000, Le regole della casa del sidro si avvale di un Michael Caine che con il suo innato talento arriva ad agguantare la statuetta come Migliore Attore non Protagonista proponendo la tipica dolcezza derivante dalle preoccupazioni che si pone un qualsiasi padre, affiancato da un cast di giovanissime stelle che conta i nomi di Tobey Maguire, Paul Rudd e la bellissima Charlize Theron. Ad aggiudicarsi il secondo Oscar dell’opera è la sceneggiatura non originale di John Irving che, nel rigoroso rispetto degli stilemi cinematografici di scrittura, imposta con eccellenza il racconto affidandosi e facendo ottimamente uso delle conoscenze del mestiere.

Sulle note meravigliose della colonna sonora composta da Rachel Portman, il film procede per arrivare al climax della storia marcando l’andamento del destino pur mantenendo sempre centrale il suo nucleo e le vicende di Homer Wells. Un invito a non voltare le spalle alle proprie doti, ma anche a lasciarsi catturare, straziare e baciare dal mondo, sia che voi siate futuri principi del Maine o re della nuova Inghilterra.

Regia - 3
Sceneggiatura - 4
Fotografia - 3
Recitazione - 4
Sonoro - 4
Emozione - 4

3.7