La notte su di noi: recensione del film Netflix

Combattimenti tesissimi, colpi di arti marziali letali e una semplice dicotomia fra bene e male: La notte su di noi regala 2 ore di action duro e puro

Il cinema indonesiano già qualche anno fa aveva fatto parlare di sé, prima nel 2013 grazie al caso The Raid – Redenzione e poi nel 2016 con Headshot. Entrambe le pellicole hanno rilanciato il genere action iperviolento mixato alle arti marziali nel circuito dei festival e fra gli appassionati, soprattutto grazie alla scoperta di talenti indonesiani (e non solo), scavando così una nicchia di spettatori anche in occidente. Netflix ha colto la palla al balzo inserendo nel suo listino un nuovo film che si unisce al filone: La notte su di noi punta ancora sull’antica tradizione delle arti marziali indonesiane per intessere un action duro e puro, appassionante e doloroso. Doloroso non tanto per la tematica trattata quanto per le coreografie di combattimento realistiche ma soprattutto ricche di dettagli finissimi.

Ma facciamo un passo indietro e vediamo di cosa parla La notte su di noi: la storia è quella di un soldato della mala indonesiana chiamata la triade, che un giorno durante un raid punitivo, in cui deve ammazzare un intero villaggio di innocenti per dare l’esempio a chi non si inchina ai narcos, decide di redimersi, tradendo i suoi e risparmiando l’unica superstite della strage, una bambina. I due scappano e cercano di sfuggire ai boss, ora infuriati per il voltaspalle, che ora vogliono entrambi morti. Da qui si scatena una violenta battaglia tra le strade di Giacarta, una vera e propria guerra di principio che al suo interno nasconde anche interessi più grandi.

La notte su di noi: un action a base di arti marziali indonesiane

La notte su di noi Cinematographe.it

Fin dall’inizio si capisce che l’unico obiettivo di La notte su di noi è organizzare una trama, anche più intricata rispetto ai film predecessori dello stesso genere, per inscenare combattimenti all’ultimo sangue a colpi di machete, scazzottate, palline da biliardo e altri oggetti, vari ed eventuali, con cui annientare, far saltare denti e uccidere. La sceneggiatura è forse fin troppo arzigogolata per la natura del film: fra flashback e intrecci narrativi poco approfonditi si riesce ad arrivare al punto centrale del film, due gruppi che rappresentano il bene e il male. Il punto di forza di questo action orientale infatti sono esclusivamente i balletti armati che ricordano atmosfere tarantiniane (a loro volta ispirate al cinema orientale) o alla Solo Dio Perdona (senza la rarefazione e l’approfondimento del film flop di Nicolas Winding Refn), ma soprattutto il team dell’intero film.

La notte su di noi è stato scritto e diretto da Timo Tjahjanto, un esperto dell’action movie a base di arti marziali. Il regista infatti in precedenza aveva già preso parte alla regia condivisa di Killers e di Headshot (entrambi firmati insieme a Kimo Stamboel, con cui Tjahjanto forma il duo The Mo Brothers) mostrando il talento nella scelta delle angolature e dei movimenti di macchina che aiutano a rendere le coreografie di combattimento davvero efficaci.

La notte su di noi: il film di Timo Tjahjanto è pronto a diventare un nuovo cult del genere.

La notte su di noi Cinematographe.it

In questo tripudio di arti spezzati, calci nelle tibie, denti volanti e mosse da ninja c’è anche un cast di attori e atleti che rende La notte su di noi un film pronto a diventare un nuovo cult del genere. A capeggiare il gruppo di interpreti stunt ci sono Joe Taslim e Iko Uwais, i due protagonisti l’uno contro l’altro, in una dicotomia bene e male che li porterà a scontrarsi in un final round eccezionale. Proprio Iko Uwais è stato l’interprete e stunt che ha rilanciato il genere grazie alla collaborazione con il regista inglese Gareth Evans – il regista di Apostolo – in Merantau (il suo primo film, distribuito solo in home video) e in The Raid – Redenzione, facendosi strada così anche nel cinema occidentale e prendendo parte a film come Man of Tai Chi di Keanu Reeves e in Star Wars – Il risveglio della forza di J.J. Abrams. Anche in resto degli interpreti è abilissimo a dosare in modo impeccabile la maestria e la tecnica della disciplina marziale con le doti recitative: in questo marasma di mazzate e mitragliate non manca il gruppetto di donne, 3 killer super cool che quasi sembrano usciti da un fumetto o un videogioco e  che mostrano la controparte cazzuta del gentil sesso. Se i combattimenti sono tutti eccellenti, posso dire che uno dei più entusiasmanti è stato proprio quello tinto di rosa (e ovviamente di rosso sangue) interpretato da Julie Estelle (The Raid), Hannah Al Rashid e Dian Sastrowardoyo che riporta alla memoria i personaggi femminili simili a quelli di Kill Bill di Quentin Tarantino, tanto per citarei primi che vengono in mente.

La notte su di noi: due ore di pura tensione

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La notte su di noi, disponibile su Netflix dal 19 ottobre, promette due ore di pura tensione in salsa action, ma attenzione ai vostri di pugni e di denti: è quasi scientificamente provato che durante la visione li stringerete provando dolore insieme ai combattenti!

Leggi anche la recensione di Apostolo di Gareth Evans

Regia - 5
Sceneggiatura - 2
Fotografia - 3
Recitazione - 4
Sonoro - 4
Emozione - 3

3.5

Tags: Netflix