Venezia 73 – La Battaglia di Hacksaw Ridge: recensione del film di Mel Gibson

La Battaglia di Hacksaw Ridge (trailer), presentato fuori concorso alla 73ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, è l’ultimo film diretto dal controverso regista – e attore – americano Mel Gibson.

La pellicola racconta la storia vera di Desmond Doss, primo obiettore di coscienza ad essere insignito della più importante onorificenza militare statunitense, ovvero la medaglia d’onore per aver salvato la vita a decine di soldati durante la sanguinosa battaglia di Okinawa.
Nonostante il film sia praticamente un lavoro biografico, Gibson lo imposta nel suo solito modo, articolandolo da  riflessivi simbolismi già ben noti – e percepibili – nei suoi precedenti lavori cinematografici.

La Battaglia di Hacksaw Ridge stupisce con una prima parte completamente idilliaca susseguita poi da una seconda parte straziante, caratterizzata dalla brutale rappresentazione di questo “inferno in terra” del tutto insostenibile. Il film vanta anche una forte eterogeneità, racchiudendo i componenti più ricercati da ogni spettatore nel panorama cinematografico.
Ad assumersi “l’onere” di interpretare un ruolo così importante, Andrew Garfield (l’ex Spider Man), sorprendente e quasi irriconoscibile, deturpato nel corpo e nell’anima in questo war-movie emozionante e avvincente, contornato da quella “fitta cortina drammaturgica” che non guasta mai.
Ad affiancare Garfield in La Battaglia di Hacksaw Ridge troviamo anche Vince Vaughn – coinvolto recentemente con la celebre serie tv True Detective – oltre ai vari Sam Worthington, Luke Bracey e Teresa Palmer.

La Battaglia di Hacksaw Ridge – Una storia di eroismo e di valori

Hacksaw Ridge

Mel Gibson – da attento osservatore del dettaglio – sente il bisogno di narrare una storia fatta di eroismo e coraggio caratterizzata da quei valori morali che possono solo beatificare l’esistenza di un singolo.
Con La Battaglia di Hacksaw Ridge l’empatia di certo non viene a mancare; questo rocambolesco contesto bellico grigio-scuro, contornato da macerie e da cadaveri “calpestati” fisicamente e moralmente. Ad “amplificare” questa ruvida sensazione c’è anche il superlativo tecnicismo “firmato” Gibson, confezionato da una poderosa fotografia.

La pellicola è una straordinaria rappresentazione di un valido eroe di guerra, che ha avuto un sacro rispetto non solo per la vita ma anche per  tutto ciò che lo circondava. Eseguire un film biografico sulla figura di Desmond Doss è un bel banco di prova perfino per un regista caparbio come Mel Gibson.
La Battaglia di Hacksaw Ridge è struggente ed efficace, sensibilizza e destabilizza al tempo stesso, coinvolgendo passionalmente lo spettatore.

Giustificare la guerra non accettando la morte

Hacksaw Ridge

Il paradosso ideologico manifestato dal protagonista in La Battaglia di Hacksaw Ridge rende più intrigante la figura di questo eroe; Doss infatti era l’unico soldato americano nella seconda guerra mondiale a combattere in prima linea senza un’arma, giustificandone le motivazioni  ma non accettando l’uccisione di uomini, creando un’incoerenza morale non indifferente. Gibson si focalizza su questo confusionario status mentale, cercando di mostrare non un eroe, ma un uomo ligio al dovere rassegnato però a un destino che non gli appartiene.

Mel Gibson con questa sua quinta regia mostra un prodotto sensibilistico, fondato su quei principi morali già mostrati in un avvincente lavoro come Braveheart. Un “ritorno alle origini” per il regista americano!? Forse, ma il perfezionamento stilistico – nelle vesti di regista – che Gibson ha progredito nell’arco degli anni appare evidente; La Battaglia di Hacksaw Ridge, nel suo mostrare quest’esaltazione della vita sulla morte, ne è una prova conclamata.

Il  film si avvale della sceneggiatura di Andrew Knight, Robert Schenkkan e  Randall Wallace. Prodotto dalla Icon Productions LCC. Nel cast Andrew Garfield, Vince Vaughn, Sam Worthington, Luke Bracey,  Hugo Weaving, Ryan Corr, Teresa Palmer, Rachel Griffiths, Richard Roxburgh, Luke Pegler, Richard Pyros, Ben Mingay, Firass Dirani.

Regia - 3.5
Sceneggiatura - 3
Fotografia - 3.5
Recitazione - 3.5
Sonoro - 4
Emozione - 4

3.6