I nostri segreti: recensione del film Netflix 

Dai Paesi Bassi un thriller erotico piatto e dai colpi di scena prevedibili, che nulla ha da aggiungere al filone anni Novanta che ha la presunzione di volere rievocare e imitare. Su Netflix dal 17 maggio 2023 la pellicola scritta e diretta da André van Duren.

Salvo rarissimi casi come ad esempio Amsterdam Vice di Arne Toonen o La battaglia dimenticata di Matthijs van Heijningen Jr., la collaborazione tra Paesi Bassi e la grande N non ha sin qui soddisfatto nessuna delle parti in causa, compresa quella rappresentata dagli abbonati alla piattaforma a stelle e strisce. Ad oggi, infatti, ad eccezione delle pellicole di cui sopra, non vi è opera cinematografica o seriale battente bandiera olandese che sia stata in grado di conquistare veramente il cuore degli spettatori. Sul versante della produzione di genere tutto ciò che di proveniente dal Paese dei girasoli è approdato su Netflix nel corso degli anni, indici di gradimento alla mano, è andato ben al di sotto delle aspettative, ottenendo voti decisamente negativi. Basti pensare a The Takeover, il fragilissimo e poco spettacolare action-thriller di Annemarie van de Mond che noi, così come tantissimi altri fruitori, abbiamo voluto presto abbandonare nella soffitta delle visioni da dimenticare. La stessa dove ora è destinata a finire anche I nostri segreti, il giallo firmato da André van Duren, rilasciato dal colosso dello streaming a stelle e strisce il 17 maggio 2023.        

I nostri segreti è un thriller che si sfalda con lo scorrere dei minuti per poi crollare miseramente come un castello di carte al primo flebile spostamento di aria

I nostri segreti cinematographe.it

Nonostante la comprovata esperienza maturata sul campo tanto sul piccolo quanto sul grande schermo, il regista olandese non ha saputo tenere insieme e consolidare le fondamenta narrative e drammaturgiche di un thriller che si sfalda con lo scorrere dei minuti per poi crollare miseramente come un castello di carte al primo flebile spostamento di aria. Con i suoi compagni di scrittura Elisabeth Lodeizen e Paul Jan Nelissen, lo stesso van Duren ha costruito un’architettura mistery debole, schematica e prevedibile, che arriva persino a perdere di realismo e soprattutto di credibilità quando la ragnatela di misteri, gli intrighi e i segreti che sono alla base del racconto iniziano a dipanarsi sino a restituire la verità su quanto pianificato e messo in atto dalle due protagoniste per  per nascondere i tradimenti ai rispettivi mariti. Si tratta di due amiche per la pelle di nome Bodil e Isabel, che per portare avanti le rispettive doppie vite fatte di scappatelle extra-coniugali decidono di essere l’una l’alibi dell’altra, almeno sino a quando una delle due scompare e la fitta rete di bugie che hanno messo in piedi si sfalda.

Gli autori dello script imbastiscono una partita di poker con lo spettatore rilanciando e bluffando per tutto il tempo

I nostri segreti cinematographe.it

Nei primi sessanta dei quasi cento a disposizione, I nostri segreti si maschera dietro al classico  thriller erotico dalle atmosfere ossessive e morbose, fatto di bollenti intrecci sopra e sotto le lenzuola che tanto spopolano sulla piattaforma statunitense (vedi la trilogia di 365 giorni o Addicted di Bille Woodruff). Il tentativo, purtroppo non andato a buon fine, è quello di stare con due piedi nella stessa scarpa, provando a utilizzare gli stilemi del crime e a replicare i fasti dei thriller erotici anni Novanta. Il tutto per provare furbescamente a intercettare un pubblico più eterogeneo e amante dei piaceri forti. Impresa ardua, per non dire impossibile, per un film che dimostra carenze importanti su entrambi i fronti. Le più evidenti sono però sul fronte mistery, con gli autori dello script che imbastiscono una partita di poker con lo spettatore rilanciando e bluffando per tutto il tempo. Lo fanno attraverso una serie di colpi di scena – o presunti tali – che vengono posizionati in successione sulla timeline negli ultimi trenta minuti, dopo che nei settanta precedenti si era lavorato per depistare il fruitore e i personaggi coinvolti con false piste. L’epilogo in tal senso, con un coup de théâtre piazzato in zona Cesarini, è solo il tentativo maldestro di chiudere il cerchio e dare una spiegazione a tutto.

Una regia piatta, priva di guizzi e soluzioni tecniche ovvie che si addice a un prodotto televisivo più che cinematografico

I nostri segreti cinematographe.it

Nemmeno il contributo dietro e davanti la macchina da presa serve a risollevare le sorti di un’operazione nata sotto una cattiva stella. Se van Duren svolge il compitino a casa e lo fa con una regia piatta, priva di guizzi e soluzioni tecniche ovvie che si addice a un prodotto televisivo più che cinematografico. Stesso discorso estendibile alle performance attoriali, con Bracha van Doesburgh (Bodil) ed Elise Schaap (Isabel) che non vanno oltre interpretazioni anonime che appiattiscono ulteriormente i personaggi che sono stati loro affidati.     

I nostri segreti: conclusione e valutazione     

Un thriller erotico dalle venature crime che cerca di rievocare i fasti dei modelli anni Novanta, ma il risultato lascia moltissimo a desiderare sia sul piano delle atmosfere che da quello dell’impianto mistery. Quest’ultimo è mal supportato da un’architettura gialla fragile, priva si suspence e da colpi di scena telefonati. Confezione fotografica e sonora convenzionale, dall’impostazione televisiva nella cura e nella qualità della resa. Il tutto modellato a sua immagine e somiglianza da una regia piatta, priva di guizzi e soluzioni tecniche ovvie, che si ripercuote negativamente anche sulle performance attoriali assolutamente anonimi. I nostri segreti è un film da dimenticare.

Regia - 1.5
Sceneggiatura - 1.5
Fotografia - 2
Recitazione - 2
Sonoro - 1.5
Emozione - 1

1.6

Tags: Netflix