I Kill Giants: recensione del film tratto dall’omonima graphic novel

Una tematica interessante, la paura di accettare la realtà, accostata al genere fantasy e il successo dell'omonima graphic novel, non bastano a fare di I Kill Giants un buon film

Dopo essere uscito a metà marzo 2018 nelle sale americane, I Kill Giants, senza essere passato per i cinema italiani, è stato acquistato dalla piattaforma di streaming Netflix. Il film di genere drammatico con approccio fantasy è online dal 6 agosto 2018 e porta sul piccolo schermo una storia già amata dai lettori di fumetti e graphic novel. I Kill Giants infatti è prima di tutto una storia in tavole scritta da Joe Kelly (autore del fumetto Deadpool dal 1997 al 1999, che quei firma anche la sceneggiatura), disegnato da J. M. Ken Niimura ed edito in Italia da Bao Publishing, che racconta la storia di Barbara, una bambina che si mette al riparo dalle avversità della vita, rifugiandosi in un mondo fatto di giganti e armi magiche.

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A volte affrontare la realtà è troppo doloroso, ci sono momenti in cui si vorrebbe davvero aprire una porta e rifugiarsi in un mondo altro, dove si possono combattere i demoni e perché no, vincere, un posto che metta al riparo da dolori e brutture che spesso la vita riserva. Questo è proprio quello che capita alla protagonista di I Kill Giants, una bambina stramba che si descrive come un’eroina: Barbara sta proteggendo i suoi cari dall’arrivo dei giganti, creature mostruose che se lasciate agire indisturbate, provocherebbero la distruzione totale. Barbara è una nerd, non ama la Playstation, preferisce i giochi di ruolo o in generale alimentare la fantasia abitandola in carne ed ossa. Ha un fare antipatico, è davvero irritante come personaggio, a scuola mal la sopportano, in particolare le bullette che la prendono in giro per i suoi rituali anti-giganti.

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Dietro questo atteggiamento scontroso e astratto dalla realtà c’è un enorme disagio e grazie al cielo c’è qualcuno che lo comprende: prima la nuova arrivata a scuola Sophia che, nonostante si “vesta come se fosse uscita da una rivista di moda”, decide di stringere amicizia con Barbara, e poi la psicologa della scuola che in tutti i modi vorrebbe aiutare la ragazza, nonostante si trovi un muro enorme di fronte. L’impalcatura di questa storia, che cinematograficamente riprende pedissequamente la graphic novel, è molto interessante ma la realizzazione è assolutamente sottotono. La metafora è semplice, i giganti sono quei problemi insormontabili che nel caso della nostra protagonista sono arrivati davvero troppo presto. La costruzione degli spazi e della tensione però non riescono a restituire questo senso di malessere: l’introspezione viene meno, come del resto la componente fantasiosa, quasi latitante.

I Kill Giants: una trasposizione noiosa e mal riuscita

i kill giants, cinematographe

Fin dall’inizio si fa fatica ad empatizzare con la ragazzina protagonista dal carattere asociale, un po’ matta e priva di qualsiasi possibilità di salvezza da parte dello spettatore. Una scelta che sarebbe stata vincente se il film avesse costruito in modo bilanciato il rapporto fra il mondo fantasy e quello della dolorosa realtà.

Il film è privo di ritmo, annoia anche quando dovrebbe entusiasmare, in più le scene dal sapore fantasy sono davvero relegate a pochissime sequenze. Purtroppo di questo non ha molta colpa Anders Walter, il regista del film alla prima prova con un lungometraggio, ma a salire sul banco dei testimoni nella causa fallimentare di I Kill Giants c’è il budget esiguo del film: solo 15 milioni di dollari per un fantasy sono davvero troppo pochi. Le poche scene in cui si incontrano i giganti e i titani sono realizzate con una scadente CGI, che sarà costata anche tantissimo considerando che l’epico scontro finale dura qualche minuto. La regia non potendo contare sugli effetti speciali adotta uno sguardo introspettivo dal sapore indie, semplice e fatto di silenzi, cercando di scavare dentro l’anima spezzata di questa ragazzina che deve affrontare una prova più grande di lei, senza però essere incisiva e suscitare grandi emozioni.

I Kill Giants ha un buon cast, ma non serve a risollevare le sorti del film

I Kill Giants Cinematographe

Un vero spreco di risorse quello di I Kill Giants, perché se c’è qualcosa da salvare in questo film sono le interpretazioni. La protagonista è Madison Wolfe, già vista nell’horror The Conjuring 2, nella parte nel suo essere una ragazzina turbata; al suo fianco ci sono due star del calibro di Imogen Poots (Jimi: all is by my side), qui nel ruolo della sorella di Barbara e Zoe Saldana (I guardiani della galassia) nei panni della psicologa Mrs. Mollé. Nonostante nel trailer faccia da traino la dicitura “Dai produttori di Harry Potter” e il nome di Chris Columbus compaia nella crew, I Kill Giants è un tentativo mal riuscito di unire dramma, fumetti e regia indie.

Regia - 3
Sceneggiatura - 3
Fotografia - 2
Recitazione - 4
Sonoro - 2
Emozione - 3

2.8

Tags: Netflix