Venezia 77 – Guerra e pace: recensione del documentario

Guerra e Pace è il documentario di Martina Parenti e Massimo D'Anolfi. Il film è stato presentato a Venezia 77 nella sezione Orizzonti.

I registi Massimo D’Anolfi e Martina Parenti sono nuovamente ospiti del Festival del Cinema di Venezia 2020: dopo essere stati in concorso nel 2016 con Spira Mirabilis tornano all’edizione 2020 con il documentario Guerra e Pace. Il nuovo lungometraggio della coppia di cineasti  d’avanguardia racconta l’antico legame tra il cinema e la guerra, attraverso un footage di immagini in cui quello che viene fuori è la tanta documentazione della guerra e la grande assenza di pace. Il racconto per immagini segna un velocissimo passo da un secolo all’altro è davvero: le strategie di guerra cambiano, il racconto pure grazie all’avanzare della tecnologia, ma c’è una cosa che resta invariato il legame cinema\guerra che resta saldissimo.

Il legame tra cinema e guerra attraverso immagini d’archivio

Guerra e Pace Cinematographe.it

Il film è diviso in quattro parti (passato remoto, passato prossimo, presente e futuro) ognuna ambientata in quattro importanti istituzioni europee che ospitano la narrazione del film e ne costituiscono la solida impalcatura spazio-temporale. Impalcatura in cui la pace e la guerra sembrano convivere e tenersi a bada a vicenda. Quattro capitoli che raccontano la documentazione dei conflitti in giro per il mondo, dalle prime pellicole d’inizio ‘900 fino alle riprese con gli smartphone di oggi. Il primo capitolo di Guerra e Pace sfrutta l’immenso archivio dell’Istituto Luce di Roma, e il poetico lavoro artigianale dei restauratori di  pellicole che raccontano le guerre d’inizio novecento.

In particolare l’inizio del film racconta il primo legame tra cinema e guerra, datato 1911, quando venne documentata l’invasione italiana in Libia. Il secondo capitolo porta lo spettatore a vivere la quotidianità dell’Unità di Crisi del Ministero degli Esteri Italiano, con i suoi monitor perennemente accesi sul mondo e diversi connazionali da supportare nel zone di guerra. ll terzo capitolo racconta dell’addestramento di giovani militari che imparano a produrre immagini di guerra presso l’Ecpad (Archivio Militare e Agenzia delle Immagini del Ministero della Difesa Francese). Infine il quarto capitolo ritorna alla conservazione dei filmati e alla memoria, spostandosi nell’archvio della Croce Rossa Internazionale, custodito presso la Cineteca Svizzera di Losanna.

Guerra e Pace è uno sguardo d’autore sull’importanza dell’archiviazione e del ricordo

Guerra e Pace Cinematographe.it

D’Anolfi e Parenti trovano ancora una volta un modo innovativo per raccontare il legame tra immagine e violenza della guerra, facendo luce anche sull’importanza del ricordo. Le immagini recuperate e archiviate, i racconti di chi le guerre le ha vissute, devono essere lo spiraglio per la sensibilizzazione delle generazioni future. Guerra e pace appassiona e attraverso immagini incredibili, per forza di cosa crude, e ci ricorda come ancora quanto il mondo di oggi sia in assenza di pace. Lo sguardo dei due autori, sempre attenti a proporre una regia e una fotografia perfette, lancia degli interrogativi importanti che portano ancora una volta a riflettere sulle conseguenze devastanti delle guerre e sull’importanza del ricordo per le generazioni future.

Regia - 4
Sceneggiatura - 4
Fotografia - 5
Sonoro - 3
Emozione - 4

4