Venezia 73 – Spira Mirabilis: recensione

Il primo film italiano in concorso a Venezia 73 è Spira Mirabilis, ambizioso documentario diretto da Massimo D’Anolfi e Martina Parenti (Materia Oscura, L’infinita fabbrica del Duomo) e basato su un mito che da sempre ha affascinato il genere umano, ovvero quello dell’immortalità.

Il film è stato girato in diversi luoghi del mondo e porta avanti in parallelo cinque storie di vita, che fanno riferimento ad altrettanti elementi.

Per quanto riguarda l’etere la protagonista è Marina Vlady, attrice francese che recita in un cinema deserto il racconto di Jorge Luis BorgesL’immortale; per la terra si racconta invece del continuo ciclo di deterioramento, manutenzione e rinascita a cui sono sottoposte le statue del Duomo di Milano; il fuoco verte sulla tribù degli indiani Lakota e sulla loro coraggiosa resistenza a una società che li vorrebbe fuori dalla loro terra natìa; l’aria racconta della coppia formata da Felix Rohner e Sabina Schärer, due musicisti che plasmano il metallo in modo da creare utili strumenti; infine l’acqua, che racconta gli studi dello scienziato Shin Kubota sulla Turritopsis, ovvero la cosiddetta medusa immortale.

Spira Mirabilis: il film sull'immortalità in concorso a Venezia 73

Spira Mirabilis: è possibile raccontare l’immortalità?

Accolto con sorpresa e curiosità fin dall’annuncio del suo inserimento in concorso, Spira Mirabilis è senza dubbio un progetto che merita rispetto per il nobile intento di raccontare su schermo un concetto difficilmente raccontabile come l’immortalità, e per gli ingenti sforzi produttivi e artistici che sono stati necessari per la sua creazione.

Duole quindi ancora di più dover scrivere che questo documentario, almeno nella sua prima parte, è confusionario e non riesce a creare empatia nello spettatore, portando di conseguenza a un’inevitabile noia. Il fuggi fuggi generale a cui abbiamo assistito durante la proiezione stampa a Venezia è immeritato e irrispettoso, ma anche sintomatico della scarsa presa sul pubblico di un documentario che sceglie di affidarsi per ampie porzioni a lunghi silenzi e a ripetitive e sfibranti immagini della vita quotidiana dei protagonisti dei due elementi meno riusciti, ovvero terra e aria.

spira mirabilis

Le immagini della creazione degli strumenti di Felix Rohner e Sabina Schärer e dei lavori sulle statue del Duomo di Milano vengono esposte senza commento, senza spiegazioni e soprattutto senza un reale nesso fra le varie parti che giustifichi in qualche modo la loro presenza.

Difficile anche per lo spettatore più positivo e di mentalità aperta non provare un profondo tedio davanti a ripetute immagini di martellate a strumenti o di statue spolverate e ripulite, senza un dialogo o qualche informazione che aiuti a comprendere meglio ciò che stiamo vedendo o a trovare una chiave per comprendere le emozioni, i pensieri e i turbamenti dei protagonisti.

Spira Mirabilis sa coinvolgere solo giunti alla sua seconda metà

Le cose cambiano decisamente nella seconda metà di Spira Mirabilis, decisamente più riuscita e coinvolgente, in cui il tema dell’immortalità viene finalmente sviscerato a dovere, insieme alla continua ricerca del superamento dei propri limiti in ogni sua attività da parte del genere umano.

La morale del film si dischiude così proponendo immagini di notevole impatto visivo e dal forte coinvolgimento emotivo, ma l’effetto è quello della chiusura della stalla quando i buoi (o in questo caso gli spettatori) sono già scappati. Il rimpianto per un film che avrebbe potuto perpetuare l’ottimo momento del cinema documentaristico italiano (ricordiamo per esempio le opere di Silvio Soldini e lo splendido Fuocoammare di Gianfranco Rosi) è così ancora maggiore, e ci porta a pensare che con una maggiore attenzione per le emozioni e l’interesse dello spettatore nel corso della sua prima parte, Spira Mirabilis avrebbe potuto essere un piccolo gioiello.

Massimo D’Anolfi e Martina Parenti.

Massimo D’Anolfi e Martina Parenti

Spiace dover bocciare senza appello un’opera dai nobili intenti e che anche nei momenti più tediosi è intrisa di pura, sincera ed evidente passione per il cinema e per le storie che si stanno raccontando, ma Spira Mirabilis si rivela un film incompiuto, dimenticabile, inaccessibile ai più e probabilmente immeritevole di una vetrina così importante.

Spira Mirabilis arriverà nelle sale italiane il 22 settembre, distribuito da I Wonder Pictures.

Regia - 2
Fotografia - 3
Sonoro - 2
Emozione - 1.5

2.1