Future World: recensione del film di e con James Franco

La recensione di Future World, il film del 2018 diretto, prodotto e interpretato da James Franco presentato in Italia al Trieste Science+Fiction 2018.

Future World ci mostra un futuro post-apocalittico che ha ben poco da invidiare per ferocia e barbarie a quello di Mad Max o Codice Genesi: il mondo è ormai sprofondato nel caos e nella violenza, a causa di una guerra globale che ha distrutto una civiltà che grazie all’intelligenza artificiale si sentiva pronta a raggiungere traguardi tecnologici incredibili.
Ora invece vi sono solo signori della guerra, guerre, anarchia, con la apparente sola eccezione dell’Oasi, un piccolo regno pacifico e prospero dove regna saggia e amata la Regina (Lucy Liu). Per lei l’unico pensiero al momento è quello di istruire suo figlio, il Principe (Jeffrey Wahlberg) di quell’Oasi, affinché le succeda in modo degno, dato il suo essere affetta da una malattia che sembra incurabile.
Non accettando la sorte della madre, il ragazzo decide di partire alla ricerca di una cura, ma nel farlo si troverà sulla sua strada il violento e sadico Signore della Guerra (James Franco), una moderna Signora della droga (Milla Jovovich), un pappone inaffidabile (Snoop Dogg) e soprattutto la misteriosa robot umanoide Ash (Suki Waterhouse), ultima superstite della precedente epoca ipertecnologica.

Future World: il film d’apertura del Trieste Science+Fiction Festival 2018

Film di apertura di questo Trieste Science+Fiction Festival 2018, Future World è diretto dallo stesso James Franco e Bruce Thierry Chung (sceneggiatore assieme a Jay Davis) e si collega non solo ai vari Interceptor, The Road o Ken Shiro, ma anche alla sterminata cinematografia di genere di maestri del calibro di Sergio Martino, Lucio Fulci o Massaccesi degli anni ’80.
Grazie all’ottima fotografia del grande Peter Zeitlinger, Future World guida lo spettatore in un universo familiare e allo stesso tempo noto, ambientato nello splendido deserto del Mojave e nelle paludi della Louisiana, dove dominano i colori caldi e bruniti di un sole ad un tempo spettrale ed alieno.
Peccato però che per il pubblico e gli appassionati di genere, le buone notizie finiscano qui, dal momento che questo film dal ricco cast, che comprende anche Method Man, Margarita Levevia e Scott Haze, si riveli un vero e proprio mappazzone cinematografico, una sorta di minestrone mal riuscito e pure abbastanza indigesto.

Leggi anche Intervista a Sergio Martino: “il cinema? É morto e non ce ne siamo accorti”

Future World Cinematographe.it

Il problema principale risiede innanzitutto nella sceneggiatura, a dir poco scadente, con una scelta di voce narrante veramente poco felice, nonché una sorta di mix di situazioni narrative trite e ritrite all’inverosimile, mal cucite assieme a dialoghi a dir poco banali e senza costrutto.
Il tutto poi unito ad una scarsissima cura dei personaggi, tutti alquanto monocordi, immobili, noiosi, senza nulla di accattivante nonostante (ed è un vero e proprio paradosso!) che ognuno degli interpreti ci si sia buttato a capofitto.
A parte James Franco, francamente irriconoscibile per quanto sembri la brutta copia di certi cattivi da spaghetti western di serie z. Ma quando ciò succede è chiaro che qualcosa a livello base del progetto creativo non ha fatto il suo dovere.
La regia è il secondo punto a dir poco dolente, visto che l’idea di usare le steadicam era si buona in teoria, ma di certo non si sposa in modo felice con l’incessante utilizzo di primissimi piani, né tanto meno si dimostra adatta a creare una buona sintonia con un racconto basato su un script che è tutto tranne che adrenalinico.

Future World: James Franco irriconoscibile nei panni del villan

Né parodia, né omaggio, Future World  sa solo quello che non è: un film originale e che porta qualcosa di nuovo al genere post-apocalittico, che in passato ha offerto titoli molto interessanti e riflessioni non da niente sul rapporto tra l’uomo, la sua natura e le sue paure ed istinti primordiali.
Qui invece si scivola sovente nel ridicolo involontario, con buona pace della Waterhouse, la cui Ash si candida ad androide più irritante ed inutile che si sia visto recentemente sugli schermi. Al netto delle notevole bellezza, né lei, né la Jovovich, la Liu o la Levieva riescono a convincere anche solo minimamente lo spettatore, aggirandosi quasi senza senso se non quello di mettere in mostra le loro bellissime fattezze. Un pò poco per essere sufficiente a salvare l’insieme. Il tutto ancora una volta riconducibile non all’impegno delle interpreti ma al fatto che non esiste talento o verve che possa sopperire ad una sceneggiatura così insufficiente.

Future World non ha caso ha conseguito al momento il ragguardevole primato di totalizzare un rotondo 0% su Rotten Tomatoes, un 10% su Metacritic e un 3,1 su IMDb… insomma numeri apocalittici per un film che è un vero e proprio delitto ad un genere cinematografico tra i più affascinanti e intensi.

Regia - 1
Sceneggiatura - 1.5
Fotografia - 3.5
Recitazione - 2
Sonoro - 2
Emozione - 0.5

1.8