TFF35 – Blue Kids: recensione

Blue Kids è l'opera prima del regista Andrea Tagliaferri, la complicità di due fratelli spinti da giochi puerili di innata violenza

Ragazzi abbandonati quelli dell’opera prima del regista Andrea TagliaferriBlue Kids, la normalità che è sregolatezza per piccoli criminali a briglia sciolta i quali fanno della violenza una necessità, della morte addirittura un gioco. Due protagonisti persi perché gli adulti hanno deciso di perderli, incompresi perché i genitori non hanno cercato di comprenderli. O semplicemente anime che della loro spiccata complicità hanno fatto un piccolo, rinchiuso mondo.

Sorella (Agnese Claisse) e fratello (Fabrizio Falco) frequentano la chiesa, ma derubano la sacrestia. Vanno a trovare il padre, ma per farsi dare dei soldi. Soli e felici di esserlo, i due giovani decidono di oltrepassare la linea della correttezza, apparentemente già sconosciuta, per spingersi a compiere azioni che superano la moralità umana. Piccoli scherzi nel loro universo, ma enormi reati per quello circostante, in cui i due coinvolgeranno degli estranei, come un complice insicuro(Giustiniano Alpi) e una cameriera di mentalità aperta (Matilde Gioli).

Blue Kids – La fredda opera prima di Andrea Tagliaferri

blue kids

Blue Kids è un film gelido come la sua ambientazione, spettrale come la natura dei suoi protagonisti, spietato come il menefreghismo di chi sa alienarsi da tutti gli altri. Dal titolo parlante, che rivela l’approccio a tratti malinconico che la camera da presa affibbia in modo tanto evidente ai suoi personaggi, la pellicola opera nella linea che divide il buon costume dalla scorrettezza di ragazzini perduti in una società dalla quale sono staccati, decisi a non contaminare la loro cattiveria innocente, tipica di quell’età dove si ha la convinzione di poter scampare – probabilmente a ragione – ad ogni singola cosa.

Assistente alla regia di una delle eccellenze del cinema italiano, il romano Matteo Garrone (Primo amore, Gomorra, Reality, Il racconto dei racconti ), passato alla direzione del suo lungometraggio di esordio, Andrea Tagliaferri si affida alla collaborazione con lo sceneggiatore Pierpaolo Piciarelli (Ma che ci faccio qui! Chi nasce tondo…, Padroni di casa, Zoran, il mio nipote scemo) per stendere una storia che non ha tempo, ma compensa con la triste secchezza di luoghi indefiniti, in un ipotetico inverno dove la natura tende a perire. Strade, boschi secchi, spiagge grigie in cui fratello e sorella si alimentano di goffi errori che rimangono impuniti, di una carnalità animale, ma sterile che delinea solo il bisogno di compensare i propri capricci.

Blue Kids – I giochi dei ragazzi Fabrizio Falco e Agnese Claisse

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Bravi gli attori dal viso pulito e la fedina sozzamente macchiata, Fabrizio Falco (Bella addormentata, È stato il figlio, Maraviglioso Boccaccio, Le ultime cose) e Agnese Claisse (Ferie d’agosto, Io, loro e Lara, Una canzone per te, Amore Synthétique) vengono avvolti dal lazo d’affetto di un legame talmente indissolubile ed esclusivo da impedire a terzi di creare un qualsivoglia contatto, pur entrando nella spirale di fascinazione scaturita dai due fratelli, ma accorgendosi presto dell’impossibilità di poter rimanere realmente coinvolti in una tale, estraniante relazione.

Una fotografia fredda che riflette la coscienza di giovani impudenti che giocano con la vita dei grandi, un’opera che mantiene per l’intera durata un’atmosfera distesa come la nebbia e, seguendo l’esempio di quest’ultima, procede disorientando lo spettatore, al quale non bastano le suggestione che il film riesce a suscitare per poi apprezzarne la riuscita nella sua totalità. Perché è il senso che Blue Kids va smarrendo, come con la correttezza, offuscata dal sesso e dalla brutalità, dei suoi personaggi. Un buon contorno, quasi tetramente fiabesco, che cinge una narrazione mancante della stessa forza d’azione dei fratelli, lasciati ad una corsa che sa di indegna, fanciullesca libertà.

Regia - 2.5
Sceneggiatura - 2.5
Fotografia - 2.5
Recitazione - 2.5
Sonoro - 2.5
Emozione - 2.5

2.5