A Caccia Con Papà: recensione del film Netflix con Josh Brolin
Un film che innalza la media delle produzione Netflix, soprattutto grazie all'interpretazione del cast!
A caccia con papà (The Legacy of a Whitetail Deer Hunter il titolo originale) è una commedia originale Netflix del 2018, scritta e diretta da Jody Hill e interpretata da Josh Brolin, Danny McBride e Montana Jordan. Dopo la presentazione al South by Southwest Film Festival, il celeberrimo servizio di streaming ha reso disponibile il film a tutti i suoi abbonati a partire dal 6 luglio.
A caccia con papà: il nuovo family movie Netflix
Buck Ferguson (Josh Brolin) è una celebrità della caccia, famoso per i suoi video caserecci in cui celebra i valori di questa pratica. Separato dalla moglie (Carrie Coon) e alle prese con un rapporto difficile con il figlio dodicenne Jaden (Montana Jordan), Buck decide di organizzare un weekend in mezzo alla natura, trascinando con sé il fedele cameraman Don (Danny McBride) con lo scopo di riprendere la prima uccisione di un cervo da parte del suo erede. L’uomo capisce però ben presto che per ricucire la distanza con il figlio serve qualcosa di più di una gita all’insegna della caccia.
Con A caccia con papà, Netflix prende la strada del family movie, puntando fortemente su un protagonista d’eccezione come Josh Brolin, che, dopo aver dato vita a tre sorprendenti prove come quelle di Thanos in Avengers: Infinity War, Cable in Deadpool 2 e l’agente CIA Matt Graver in Soldado, si conferma uno degli interpreti più brillanti, poliedrici e carismatici in circolazione. La narrazione non diverge per toni e contenuti da quanto messo in scena in svariati film tv per famiglie fra anni ’90 e 2000, focalizzandosi su un conflitto generazionale ed emotivo fra un padre burbero e macho e un figlio alle prese con le difficoltà della crescita, in cerca di un supporto parentale che vada oltre a una pacca sulla spalla e a qualche banale lezione di vita.
A caccia con papà: un rapporto fra padre e figlio che perde a tratti di intensità
Con il passare dei minuti, la caccia al cervo diventa un mero espediente per trovare un punto di incontro fra Buck, che progressivamente abbassa la sua barriera fatta di virilità e autoritarismo, mostrando le sue fragilità e le sue irrequietezze, e il piccolo Jaden, che mette via via da parte la sua ossessione per lo smartphone coinvolgendo il padre nella sua passione per la musica. A fare da mediatore emozionale fra i due è il solito spassoso Danny McBride, che interpreta abilmente un personaggio pieno di perversioni e apparentemente inadatto a stare accanto a un bambino, che però diventa fondamentale nella ricongiunzione fra padre e figlio.
A caccia con papà scorre così lungo binari ampiamente rodati e prevedibili, senza particolari guizzi di originalità ma senza neanche pesanti caduti di stile e di ritmo. Jody Hill mette in scena quello che per certi versi ricorda per ritmo e atmosfera un episodio speciale di una serie tv a sfondo familiare, traendo il meglio dalle splendide location della North Carolina e centrando il non scontato obbiettivo di caratterizzare degnamente i protagonisti della storia in poco meno dei 90 canonici minuti per un film di questo genere. Non tutto scorre però liscio, e a tratti A caccia con papà perde in intensità, soprattutto quando deve abbandonare i toni della commedia in nome di qualche sfumatura più drammatica. Manca inoltre un momento di vera e propria intimità emotiva fra padre e figlio, che completi degnamente il climax del film, lasciato invece a una conclusione abbastanza monca e anonima.
A caccia con papà: il solito straordinario Josh Brolin aiuta a chiudere un occhio su alcune lacune del film
A rendere questi difetti accettabili e a fare passare in secondo piano una certa ridondanza a livello di contenuti è il solito monumentale Josh Brolin, che riesce nella non facile impresa di rendere umano e persino simpatico quello che sostanzialmente è un becero maschio alfa, moraleggiante e appassionato di armi da fuoco, mostrando con stupefacente abilità il lato più debole e convincente del suo personaggio. Una performance che nobilita e dà profondità all’intero film, coadiuvata dall’altrettanto valida prova del giovane Montana Jordan, che conferma le buone impressioni suscitate in Young Sheldon dando vita a un giovane a un ritratto calzante degli adolescenti di oggi, progressivamente più connessi e smart, ma bisognosi delle stesse attenzioni e cure di sempre.
A caccia con papà si rivela dunque un prodotto sostanzialmente innocuo e ordinario, che si eleva però rispetto alla (bassa) media delle produzioni originali Netflix per i suoi ottimi interpreti e per un approccio leggero e credibile, anche se non del tutto convincente, a un tema sempre attuale come il rapporto fra genitori e figli. Un prodotto non più che dignitoso e di puro intrattenimento, che se approcciato con la giusta mentalità non vi farà però rimpiangere di avergli dedicato un po’ del vostro tempo.