Un uomo vero: recensione della miniserie Netflix 

Jeff Daniels è il mattatore della miniserie che David E. Kelley ha tratto dall’omonimo romanzo del compianto scrittore statunitense Tom Wolfe, disponibile dal 2 maggio 2024 su Netflix.

Molti hanno definito Un uomo vero la risposta di Netflix a Succession, l’acclamata serie statunitense in quattro stagioni targata HBO, andata in onda su Sky Atlantic dall’ottobre 2018 al giugno 2023. Effettivamente qualche analogia tra lo show ideato da Jesse Armstrong e quello creato dal collega David E. Kelley a partire dal romanzo omonimo di Tom Wolfe ci sono, soprattuto dal punto di vista del plot, delle dinamiche e del disegno di alcuni personaggi, a cominciare da quello del capofamiglia Logan Roy interpretato da un superlativo Brian Cox che assomiglia moltissimo al protagonista della miniserie griffata grande N, Charlie Croker, nei panni del quale troviamo un Jeff Daniels in stato di grazia. Tutto vero per carità, ma se si presta bene attenzione alla genesi dei due progetti, la prospettiva andrebbe ribaltata. Le pagine del bestseller del compianto scrittore di Richmond, che per chi non lo sapesse è autore anche de Il falò delle vanità, oggi considerato uno dei capisaldi della narrativa americana contemporanea, risalgono infatti al 1997. Essendo queste la materia prima dalla quale Kelley (lo showrunner tra gli altri di Ally McBeal, Big Little Lies e The Undoing) ha attinto a piene mani per dare forma e sostanza narrativa e drammaturgica all’adattamento seriale, viene da sé che è Succession ad avere un debito nei confronti di Un uomo vero e non viceversa. Per scoprirlo basta sintonizzarsi sulla piattaforma a stelle e strisce per vedere i sei episodi da 40 minuti circa cadauno che lo vanno a comporre, disponibili dal 2 maggio 2024.     

Un uomo vero: una miniserie che ci mostra cosa un uomo è disposto a fare pur di non perdere tutto

Un uomo vero cinematographe.it

Un uomo vero ci catapulta in media res al seguito di Charlie Croker, un magnate del settore immobiliare polarizzante e robusto, che d’improvviso finisce in bancarotta. La richiesta degli istituti di restituire un debito superiore a un miliardo di dollari innesca una catena di eventi che porterà all’inevitabile crollo del colosso costruito su menzogne e inganni. Una reazione a catena che colpisce tutti coloro che sono legati a Charlie, in modo più o meno indiretto, della moglie Serena al suo avvocato Roger White. Sullo sfondo della città di Atlanta, interessi economici e politici si mettono in moto, volteggiando sull’impero di Croker come avvoltoi, mentre l’uomo fa quanto in suo potere per proteggere quel che resta di ciò che ha costruito.

Un uomo vero è un affilato ritratto della società americana degli anni Ottanta, tra capitalismo imperante, speculazione immobiliare e corruzione dilagante

Un uomo vero; cinematographe.it

Diretto dal premio Oscar Regina King e da Thomas Schlamme, Un uomo vero è un affilato ritratto della società americana degli anni Ottanta, che si e ci immerge profondamente nell’universo della speculazione immobiliare, mostrandone la corruzione e le ambizioni sfrenate che giacciono nascoste dietro la facciata della ricchezza. Lo fa con un’incisiva critica al capitalismo imperante che passa attraverso la lente di un’ironia tagliente, del politicamente scorretto e del tono graffiante caratteristico della scrittura di Wolfe. Ingredienti, questi, che l’autore della trasposizione seriale ci ha tenuto moltissimo a preservare, rendendoli dei punti fermi dei quali non si poteva e non si doveva per nulla al mondo fare a meno. Il ché sembra perfettamente visibili sin dai primissimi minuti del pilot, restando una costante per l’intera durata della linea orizzontale di un racconto che spazia dal dramma alla commedia, dal grottesco al surreale, dal verosimile all’intimista, mescolando il legal drama, il filone carcerario e l’ambiente finanziario. Un cocktail che non deluderà le attese, reso ancora più saporito e godibile da un cast di all stars dove oltre al già citato Jeff Daniels, qui ai livelli di The Newsroom, figurano altri pezzi da novanta del calibro di Diane Lane e Lucy Liu.

Un uomo vero: valutazione e conclusione     

Un uomo vero cinematographe.it

Un Jeff Daniels in stato di grazia si cala nei panni scomodi del magnate Charlie Croker, protagonista dell’adattamento del romanzo Un uomo vero del compianto scrittore Tom Wolfe. Lo showrunner David E. Kelley mantiene l’ironia feroce e il tono graffiante della matrice letteraria per dipingere sullo schermo uno spietato ritratto della società americana degli anni Ottanta, che si e ci immerge profondamente nell’universo della speculazione immobiliare, mostrandone la corruzione e le ambizioni sfrenate. Chi ha amato Succession non potrà non apprezzare uno show come questo, capace di mescolare in maniera efficace il legal drama, il filone carcerario e l’ambiente finanziario.

Leggi anche: Un uomo vero –  il trailer della miniserie Netflix con Jeff Daniels

Regia - 3
Sceneggiatura - 3.5
Fotografia - 3.5
Recitazione - 3.5
Sonoro - 3.5
Emozione - 3

3.3

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