The Walking Dead 8: recensione della premiere di stagione

Ci siamo, la guerra totale è iniziata: The Walking Dead 8 riporta sullo schermo gli zombie, la crudeltà dell'uomo e la speranza. Ecco la nostra recensione

Ci era stata promessa una guerra, uno scontro totale. Una battaglia senza esclusione di colpi. Ci erano state promesse esplosioni, magnificenza, spettacolarità. Ci era stata promessa una stagione al cardiopalma, una di quelle memorabili. Ci era stata promessa la rabbia, la vendetta. Tante cose insomma, tante promesse da mantenere, soprattutto per uno show longevo e seguito come The Walking Dead 8. La serie zombie – che dedica il suo primo episodio al padre di tutti i morti viventi, George Romero – ha un grosso bagaglio da portare, quello di otto lunghissimi anni di televisione, tra alti e bassi, tra picchi e baratri sia d’ascolto che di gradimento. Ma una cosa la sa fare: sa mantenere le promesse.

Se c’è una costante in questa apertura di stagione è l’azione, la guerra, la ricerca di vendetta da parte di quei sopravvissuti che, finalmente, sono pronti a rivendicare un mondo che ha ceduto troppo alla prepotenza del più forte, del meglio armato, del più crudele. Il mondo di The Walking Dead 8 ha lasciato spazio al massimo che ci si possa aspettare dalla legge di sopravvivenza, un mondo che pare guidato dalle fantasie più sfrenate di un sadico Darwin. Gli zombie, quei lentissimi erranti che appaiono sullo sfondo e che diventano davvero pericolosi solo se favoriti dalla distrazione della loro vittima, hanno ceduto il passo a all’animale più pericoloso: l’uomo. E in questo scenario, il più letale tra gli uomini pericolosi, è il mostruoso Negan, a cui dà il volto un fenomenale (ma questo lo sapevamo già) Jeffrey Dean Morgan.

The Walking Dead 8

The Walking Dead 8: la speranza, gli zombie e quel Rick coi capelli grigi

Al termine della settima stagione, se ricordate (altrimenti potete rileggere tutto QUI), ci eravamo detti che, ormai, il pubblico è arrivato a seguire The Walking Dead per una sorta di inerzia, come spesso accade con le serie tv più longeve. L’attenzione, quella vera, era calata da tempo, lasciando spazio a show migliori, più elaborati, più variegati. The Walking Dead 8, proprio per questo sentimento di obbligo verso un prodotto che, in fin dei conti, ha segnato un primato della televisione internazionale, aveva l’arduo compito di ri-attirare a sé i meno attenti, i meno fedeli, quelli che nel corso di questi otto anni hanno trovato di meglio da fare che aspettare con ansia la puntata settimanale.

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Ci è riuscita? Non vogliamo sbandierare una presuntuosa risposta: non si giudica una serie dal suo primo episodio, ma noi – che in fondo siamo qui proprio questo, non prendiamoci in giro – vogliamo anteporre a tutto la speranza. Vogliamo sperare che i sopravvissuti siano assistiti dalla fortuna oltre che dalla preparazione bellica. Vogliamo sperare che Negan (che, potete ammetterlo, vi sta anche un po’ simpatico) abbassi finalmente la guardia e lui, da quella fortuna venga abbandonato. Vogliamo sperare che l’unione – quella tra Alexandria, Hilltop e il Regno – faccia davvero la forza.

The Walking Dead 8

La speranza più grande, però, è che (e a questo punto se non avete visto la prima puntata di The Walking Dead 8 vi consigliamo di fermarvi: ci sono degli spoiler!) quelle visioni che i fan hanno denominato “Old Man Rick“, nelle quali il personaggio di Andrew Lincoln appare visibilmente più vecchio, con un bastone, ancora innamorato della sua Michonne, con due figli un po’ più grandi e in quella che sembra essere una comunità in pace che ogni anno festeggia una ricorrenza di qualche tipo che include la rappresentazione di un gufo. Quel Rick più anziano lascia spazio all’interpretazione e alla speculazione: è una visione del futuro? Quello che vediamo succederà dopo la sconfitta di Negan? Oppure – ipotesi tragica – accade tutto nell’immaginazione del nostro protagonista che pensa a come sarebbe potuto essere il suo futuro? In fondo quelle fantasie sono alternate ai suoi occhi azzurri arrossati, quasi tra le lacrime, immersi nella disperazione. Come era prevedibile, lo scopriremo solo seguendo il resto della stagione (conoscendoli dovremo aspettare il finale).

Noi, però, la speranza non la perdiamo e vogliamo sperare che The Walking Dead 8 ci faccia vivere sì la guerra totale e sanguinosa che ci è stata promessa, ma che ci lasci con la gioia della rinascita, di un futuro migliore, luminoso, dove la radio trasmette Another One Bites the Dust.

 

Regia - 4
Sceneggiatura - 3
Fotografia - 4
Recitazione - 3.5
Sonoro - 3
Emozione - 4

3.6