Das Signal – Segreti dallo spazio: recensione della miniserie Netflix

La recensione dello show tedesco con Peri Baumeister, in cui Sci-Fi, thriller e dramma familiare si mescolano senza soluzione di continuità. Dal 7 marzo 2024 su netflix.

Le vie della fantascienza si sa sono infinite. Infinite come lo spazio che nei decenni ha accolto e fatto da cornice a storie approdate sul grande e piccolo schermo. Sarà la fascinazione che è sempre stato in grado di sprigionare tanto da alimentare la narrazione e l’immaginario sci-fi e con essi le sue svariate declinazioni. Certamente i viaggi esplorativi e gli incontri del terzo tipo con forme di vita altre da quella umana rappresentano le principali fonti di ispirazione dalle quali attingere per coloro che hanno deciso di confrontarsi con il genere in questione, entrando così a fare parte della sua famiglia allargata. C’è chi come lo showrunner Florian David Fitz, co-creatore insieme a Nadine Gottmann e Kim Zimmermann, ha deciso di mettere insieme, mescolandole senza soluzione di continuità, entrambe le fonti dando così forma e sostanza audiovisiva a uno show disponibile su Netflix dal 7 marzo 2024. Si tratta di Das Signal – Segreti dallo spazio, la miniserie tedesca in quattro episodi da 62 minuti diretta da Sebastian Hilger e Philipp Leinemann, che ha come protagonista Peri Baumeister, che gli abbonati della piattaforma a stelle e strisce ricorderanno per la sua partecipazione al vampyr-movie ad alta quota Blood Red Sky.

Un dosaggio errato delle singole componenti di genere all’interno del plot di Das Signal – Segreti dallo spazio e nella sua linea orizzontale provoca un cortocircuito narrativo

Das Signal - Segreti dallo spazio cinematographe.it

È l’attrice di Berlino a vestire i panni di Paula, una ricercatrice mandata come elemento aggiuntivo sulla Stazione spaziale internazionale di ricerca per un compito top secret. Una volta tornata sulla Terra, lei e i suoi colleghi spariscono durante un incidente aereo dagli sviluppi poco chiari per il quale viene accusata e indagata. Toccherà al marito Sven e alla figlia Charlie (nei panni dei quali troviamo il già citato Fitz e la piccola Yuna Bennett) il difficile compito di scoprire cosa sia davvero successo e se la donna sia davvero responsabile dell’attentato che ha provocato la sua morte e quella di centinaia di passeggeri. Si muove e si sviluppa su questi due piani temporali  paralleli destinati poi a convergere mano a mano che ci si avvicina all’epilogo e di conseguenza alle verità il racconto di Das Signal – Segreti dallo spazio. Da una parte troviamo la linea narrativa incentrata sui misteriosi episodi avvenuti a bordo della Stazione spaziale e successivamente sull’aereo, dall’altra la lotta portata avanti dai familiari per dimostrare agli inquirenti e all’opinione pubblica l’innocenza di Paula. Da questi due fronti aperti e dal palleggio insistito tra lo spazio e la Terra emergono le diverse anime della serie, che gli autori hanno provato in tutti i modi a fare coesistere inseguendo un equilibrio che loro e nostro malgrado purtroppo è venuto meno a causa di un dosaggio errato delle singole componenti all’interno del plot e nella sua linea orizzontale. Ecco perché l’accostamento in primis con Interstellar, piuttosto che con Ad Astra e Dark, al netto di una o più similitudini, ci sembra azzardato e fuori luogo.   

La confezione estetico-formale e il lavoro sul suono tengono a galla la miniserie, così come le performance degli attori

Das Signal - Segreti dallo Spazio; cinematographe.it

Il team di scrittura mescola la fantascienza con il thriller e il dramma domestico, generi questi che per caratteristiche genetiche hanno necessità ben precise che a conti fatti qui non vengono soddisfatte. Fitz & Co., nonostante le buone intenzioni, non riescono a tenere insieme i pezzi, dando ai singoli generi il fisiologico spazio e il giusto peso nell’economia generale del racconto. Il ché provoca un cortocircuito e un caos narrativo e drammaturgico che non permette alle suddette anime di convivere armoniosamente, tanto da sovrastarsi e fagocitarsi a vicenda. Ciò appesantisce la visione e rende poco scorrevole la fruizione, provocando nello spettatore una perdita frequente della bussola e una dispersione delle emozioni. Quest’ultime non mancano, ma scaturiscono unicamente dalla battaglia terrestre che marito e figlioletta portano avanti in difesa loro e del proprio affetto, costretti a barricarsi in casa per fare fronte agli attacchi dei media e della gente comune. Tale nucleo, che rappresenta una parte fondamentale della vicenda, sicuramente funziona di più rispetto a quello mistery che invece, tra colpi di scena poco incisivi e dinamiche più contorte e mal gestite, funziona meno. Sta qui il tallone d’Achille di Das Signal – Segreti dallo spazio che altrimenti dal punto di vista della confezione ha moltissimo da dare. Regia, fotografia e suono, tutti di grandissima qualità estetico-formale e impattanti, alzano l’asticella, ma se l’occhio vuole la sua parte anche la scrittura deve dare del suo meglio per fare in modo che il racconto e il modo in cui questo viene veicolato vadano di pari passo.

Das Signal – Segreti dallo spazio: valutazione e conclusione        

Das Signal - Segreti dallo spazio cinematographe.it

Se tecnicamente ed esteticamente Das Signal – Segreti dallo spazio è un prodotto seriale degno di nota, con la fotografia e il suono dal livello qualitativo al di sopra degli standard, dal punto di vista della scrittura invece le mancanze e le crepe strutturali rappresentano il vero tallone d’Achille. L’incapacità degli autori di dosare e creare il giusto equilibrio con gli ingredienti presi in prestito dalla fantascienza, dal thriller e dal dramma familiare, destabilizza la linea orizzontale appesantendola e rendendola poco fluida. Il ché genera una mancanza di chiarezza narrativa e una dispersione di tutte quelle emozioni che scaturiscono dalle dinamiche potenzialmente più coinvolgenti della vicenda e dalle performance attoriali di Peri Baumeister e del resto del cast.

Regia - 3.5
Sceneggiatura - 2
Foografia - 4
Recitazione - 3.5
Sonoro - 4
Emozione - 2.5

3.3

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