Luc Besson: “Non capisco il fascino dei supereroi, non c’è identificazione”

Luc Besson critica i film sui supereroi, dichiarando di non capirne l'appeal. "Lui ha i superpoteri, io no. Non posso identificarmi"

Il regista Luc Besson ha discusso del perché fatichi a trovare un qualunque tipo di fascino nei film di supereroi. Con una carriera nell’industria del cinema che dura ormai da decenni, Besson è uno dei filmmaker più rispettati del panorama mondiale grazie a film come Léon e Il quinto elemento. Il suo grande passato, però, non è servito a garantire successo alla sua ultima fatica, Valerian e la città dei mille pianeti, con protagonisti Cara Delevingne e Dane DeHaan.

Basato sull’omonimo fumetto francese, Valerian segue le vicende del suo protagonista (DeHaan) e della collega Laureline (Delevingne), operai spaziali che vengono chiamati su Alpha, un pianeta metropolitano che unisce migliaia di differenti culture al suo interno. La fragile pace tra le differenti specie, però, viene messa a dura prova quando una forza misteriosa inizia a portare distruzione sul pianeta. Laureline e Valerian vengono incaricati di fermare qualunque cosa stia causando quel caos, prima che sia troppo tardi.

Valerian è arrivato sugli schermi in un momento interessante, in cui il mercato è dominato da cinecomic e franchise della Marvel, della 20th Century Fox e della Warner Bros/DC Films. Luc Besson ha discusso della sua opinione sull’argomento durante un’intervista con Bleeding Cool:

“È molto difficile per me identificarmi con un supereroe perché ha superpoteri e io non ho superpoteri. Tutto quello che vedo è il suo potere e dico: ‘oh, grazie mille per avermi salvato la vita, la mia vita da povero essere umano’. Non mi piace questo rapporto. Non posso identificarmi con il protagonista, non sono come lui”.

L’opinione di Luc Besson sui film di supereroi, è capibile, ma inevitabilmente un tantino antiquata. Con l’incrementarsi dei cinecomic, è aumentata anche la loro capacità di rivolgersi ad un pubblico sempre più ampio. La Marvel ha esplorato l’umanità e le emozioni di ogni suo protagonista – e di ogni villain -, ancora prima del loro lato sovrumano. Oppure pensiamo alla Wonder Woman di Gal Gadot, definita una dei supereroi più compassionevoli e facilmente comprensibili mai portati sul grande schermo. Se da un lato non possiamo certo identificarci con la tuta di Iron Man o con l’invincibilità di Superman, possiamo certamente capire l’ampia gamma di emozioni umane che, in ogni progetto, dominano indubbiamente la scena.