Joseph Gordon-Levitt difende Star Wars: Gli Ultimi Jedi

Joseph Gordon-Levitt ha espresso chiaramente i motivi per cui la storia creata per Luke da Rian Johnson, in Star Wars: Gli Ultimi Jedi, rappresenta una scelta perfetta, e soprattutto significativa.

Joseph Gordon-Levitt si erge a paladino della giustizia, difendendo Star Wars: Gli Ultimi Jedi (QUI la nostra recensione). Il film è ormai da un mese nelle sale cinematografiche, ma il tempo trascorso dall’uscita del nuovo adattamento del franchise non ha placato i discorsi che gravitano attorno alla pellicola. Molti fan sono rimasti particolarmente delusi dal lavoro dello sceneggiatore e regista Rian Johnson, criticando aspramente alcuni dettagli del film.

Tra le tante critiche, ci sono stati però anche altrettanti difensori di Star Wars: Gli Ultimi Jedi, e l’ultima recluta è proprio Joseph Gordon-Levitt. L’attore, in una recente intervista, ha spiegato il rapporto professionale che lo lega a Johnson, dato che ha recitato in film come Brick – Dose mortaleLooper, diretti dal regista de Gli Ultimi Jedi. In sintesi, Gordon-Levitt crede che il ritratto di Luke, realizzato da Johnson, rappresenti una naturale evoluzione del personaggio. Fondamentalmente ha 40 anni, e quindi ha senso che questo rapporto con la Forza, e il suo atteggiamento in generale, siano abbastanza diversi rispetto a quando era un giovane Jedi.

Ecco un estratto dell’intervista di Joseph Gordon-Levitt

Far rimanere Luke lo stesso della trilogia originale sarebbe stata un’opportunità mancata. Pensate a quanto sia speciale. Una trilogia di film è stata realizzata con un giovane protagonista, interpretato da un attore che in quel periodo aveva 20 anni più o meno. Poi, 40 anni dopo (Star Wars: Episodio IV – Una nuova speranza è uscito nel 1977) l’attore interpreta lo stesso personaggio, invecchiato. Non so quante altre volte sia accaduta la stessa cosa nella storia del cinema. È mai successo?

Questo ha dato al regista e all’attore una straordinaria opportunità di raccontare una storia su una delle verità più universali nell’esperienza umana: invecchiare. Tutti diventiamo vecchi, e coloro abbastanza fortunati da sopravvivere, dovranno avere a che fare con gioie, terrori, sorprese, ecc. Incontrare nuovamente il nostro amato protagonista, decenni dopo averlo visto l’ultima volta, fa solo comprendere, e insegna che gli anni passati hanno cambiato alcune delle sue qualità principali. Lo ammetto, è difficile da comprendere. Ma nell’evidente contrasto tra il vecchio e il nuovo Luke, Gli Ultimi Jedi offre un unico e affascinante ritratto della vita di un uomo, che marcia inevitabilmente verso il futuro.

Il tempo ci cambia. Andate a parlare con qualcuno che ha 60 anni e chiedetegli se si sente diverso rispetto a quando aveva 20 anni. La loro espressione parlerà al posto della loro bocca. Per me è una storia sul non perdere la fiducia: la fede nel mondo esterno, fiducia nei confronti dei tuoi alleati, così come dei tuoi nemici, nel futuro e nel passato, nelle prossime generazioni, e pure in te stesso. Luke ha commesso degli errori che hanno avuto terribili conseguenze, e il suo rimorso è così forte che vorrebbe arrendersi. Abbiamo bisogno di vedere quella disperazione, nascosta sotto una scontrosa indifferenza, per capire il significato della sua forza d’animo, e la sua decisione di uscirne fuori e sacrificarsi. Il nostro protagonista è arrivato alla fine del suo viaggio. Ha ritrovato la sua fede, sia nel passato che nel futuro dei Jedi, e soprattutto in se stesso. È proprio nel contrasto tra gli inizi del viaggio e la sua fine, che troviamo il significato della storia “.

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