Roma FF11 – Kubo e la spada magica: recensione

Kubo e la spada magica è un film d’animazione del 2016 diretto da Travis Knight e prodotto dalla Laika Entertainment, studio noto per le sue precedenti pellicole La sposa cadavere, Coraline e la porta magica, ParaNorman e Boxtrolls – Le scatole magiche. Il film è stato realizzato in larga parte in stop motion ed è stato doppiato da star del cinema internazionale come Charlize Theron, Matthew McConaughey, Rooney Mara e Ralph Fiennes. La voce del protagonista Kubo è invece di Art Parkinson, noto per la sua interpretazione di Rickon Stark nella popolare serie televisiva Il trono di spade.

Kubo e la spada magica

Kubo e la spada magica: un classico racconto di formazione in cui la luce e l’oscurità si toccano, si scontrano e si compenetrano l’una con l’altra

Ci troviamo nel Giappone antico, in cui l’umile e intelligente ragazzo di strada Kubo si guadagna da vivere intrattenendo gli abitanti del suo villaggio con simpatiche storie raccontate con l’ausilio dei suoi origami animati. Quando cala la sera, Kubo accudisce la madre, una donna in contatto con il mondo degli spiriti che concepì il ragazzo con un leggendario guerriero samurai. Accidentalmente, Kubo evoca uno spirito, che finisce nel mondo dei vivi e comincia a dargli la caccia. L’unico modo per distruggerlo è trovare tre leggendari oggetti usati in passato dal padre: L’Armatura Impenetrabile, La Spada Indistruttibile e l’Elmo Invulnerabile. Comincia così per Kubo una rocambolesca serie di avventure, in cui con l’aiuto di una scimmia (Charlize Theron) e di uno scarabeo samurai (Matthew McConaughey) scoprirà di più su se stesso e sul suo passato.

Kubo e la spada magica

Fin dai primi minuti di Kubo e la spada magica capiamo che non stiamo assistendo a una fiaba dagli ovvi risvolti e dall’esito scontato, ma a una storia molto più profonda e complessa, che partendo da uno spunto fantastico e fanciullesco riesce inaspettatamente a toccare corde del cuore che credevamo sopite e a suscitare ricordi e sentimenti dolorosi. Travis Knight non si limita infatti a mettere in scena una gioia per gli occhi, con la CGI e la stop motion che si fondono indistinguibilmente l’una nell’altra come raramente ci è capitato di vedere, ma imbastisce un classico racconto di formazione in cui la luce e l’oscurità si toccano, si scontrano e si compenetrano l’una con l’altra e in cui l’avventura e il mistero lasciano a poco a poco il passo a temi difficili e toccanti come l’elaborazione del lutto e il rapporto di amore e odio con la famiglia.

Kubo e la spada magica: una drammatica metafora sull’esistenza umana e sulla necessità di accettare e superare anche i momenti più dolorosi della vita

Kubo e la spada magica rifiuta di adeguarsi agli standard del cinema d’animazione, da sempre incline a stemperare la tensione con battute e gag volte a ingraziarsi e a tranquillizzare il pubblico dei giovanissimi, imponendosi come una storia decisamente più fruibile dagli adulti che dai bambini, in cui i momenti più cupi e drammatici hanno un peso specifico ben maggiore delle sequenze più frivole e leggere. Come già avvenuto per lo splendido Coraline e la porta magica, non mancano momenti in cui si arriva vicini a sconfinare addirittura nell’horror, dovuti in particolare alle inquietanti zie del protagonista (doppiate in originale da Rooney Mara), che più volte ostacolano veementemente la sua missione. Travis Knight sa però andare oltre all’opposizione fra riso e paura, dando luogo a una drammatica metafora sull’esistenza umana e sulla necessità di accettare e superare anche i momenti più dolorosi della vita.

Durante la visione di Kubo e la spada magica si ha più volte la sensazione di ritrovare quelle magiche pagine di narrativa popolare che hanno raccontato con dolcezza e umanità il disagio della crescita e la difficoltà del crescere e diventare adulti. Sono riconoscibili, soprattutto nella parte finale, echi della saga di Star Wars, sia per quanto riguarda gli epici duelli con la spada, ma soprattutto per la profondità con cui vengono tessuti rapporti familiari tutt’altro che scontati, e difficili da trovare in produzioni di questo tenore. Difficile quindi non emozionarsi e commuoversi di fronte a una storia che ci parla di noi più di quanto siamo disposti ad ammettere, e che ci riporta alla mente difficoltà e turbamenti che avevamo dimenticato o credevamo superati.

Kubo e la spada magica: un viaggio avventuroso, doloroso e tormentato fra i nostri ricordi, le nostre emozioni e i nostri tormenti

I meriti per la riuscita di Kubo e la spada magica vanno equamente divisi fra tutti i comparti tecnici. Impossibile non lodare il comparto tecnico e visivo, con animazioni estremamente credibili e realistiche e paesaggi mozzafiato, o le vibranti musiche del nostro Dario Marianelli, decisive nei passaggi fondamentali del film, ma i meriti principali sono sicuramente da tributare all’eccellente sceneggiatura di Marc Haimes e Chris Butler e al coraggio di Travis Knight (Presidente della Laika Entertainment), che ha fortemente creduto in un progetto ardito, rivestendo contemporanemente sia il ruolo di regista che quello del produttore.

Kubo e la spada magica

Kubo e la spada magica è un viaggio avventuroso, doloroso e tormentato fra i nostri ricordi, le notre emozioni e i nostri tormenti, capace di coinvolgere ed emozionare trasversalmente gli spettatori di tutte le età. Un altro grande traguardo per lo studio di produzione Laika Entertainment, che con la forza delle idee e con un grande rispetto per il proprio pubblico continua a fronteggiare a testa alta colossi come Pixar, Disney e Dreamworks. Auguriamo quindi il meglio a Kubo e la spada magica, che, anche se siamo appena all’inizio della stagione cinematografica, riteniamo giusto e doveroso inserire nel lotto dei più accreditati pretendenti all’Oscar per il miglior film d’animazione.

Kubo e la spada magica arriva al cinema il 3 novembre, distribuito da Universal Pictures.

Regia - 4
Sceneggiatura - 4
Fotografia - 4
Recitazione - 4
Sonoro - 4
Emozione - 4

4