Il Trono di Spade 6: recensione season finale

E siamo giunti, anche quest’anno, all’ultimo episodio de Il Trono di Spade, serie fantasy tratta dalla saga fantasy, Le cronache del Ghiaccio e del Fuoco, di George R. R. Martin.

Questa sesta stagioni, rispetto alle precedenti ultime due, ha saputo distinguersi per un equilibrio decisamente più serrata tra narrazione, colpi di scena e transizioni, senza concentrare in pochi episodi tutto ciò che si sarebbe potuto distribuire negli altri.

Certo, Il Trono di Spade continua a collezionare alti e bassi. Pur essendo uno delle serie con maggiore seguito, ponendosi come l’orgoglio di casa HBO, la serie continua a mancare di quello splendore accattivante delle prime tre stagioni, risultando in alcuni episodi stancante e ridondante.

Non poche sono state le carte leggermente scoperte in questa stagione. Più di una volta ci siamo trovati di fronte a quelle verità estreme, come per esempio la torre in cui era tenuta prigioniera (o forse no) Lyanne Stark o l’identità, se vogliamo dire secolare, di Melisandre.  Inutile dire, nulla di tutto ciò è stato realmente svelato, facendo agonizzare, ancora una volta, gli spettatori in una lunga attesa di un anno.

Il Trono di Spade: l’esplosivo finale di stagione

La sesta stagione non si è fatta mancare neanche di quelle morti più fragili che hanno messo a durissima prova i feels degli spettatori. Il quinto episodio, The Door (Il tempo è giunto), sarà uno di quelli che più resterà nei nostri cuori, posizionandosi direttamente accanto al nono della terza stagione, The Rains of Castamere.

Game of Thrones

Si parla sempre molto di differenze tra libro e serie, ma in questo caso la writers room de Il Trono di Spade ha avuto davvero un colpo di genio. Le origini del nome Hodor, sebbene in modo assai cruento, vengono svelate, rimanendo non poco sorpresi del terribile senso che nasconde quella parola, acronimo della frase Hold the door.

Eppure, se davvero vogliamo trovare l’episodio d’oro di questa stagione, la nostra attenzione non può non soffermarsi sul suo penultimo, ovvero il nono: Battle of the Bastards. Chi lo ha detto che televisione e cinema non possono incontrarsi? La regia di questa epica battaglia smentisce tutto questo. Miguel Sapochnik lascia estasiato il suo pubblico, cimentandosi in una vera e propria lezione cinematografica a colpi di piani sequenza, steady cam e dinamismo dell’immagine.

Un insieme di dettagli cinematografici che portano la resa scenica di questo episodio a un livello successivo.

Non da meno sono gli interpreti di questo episodio, prima fra tutti Sansa Stark (Sophie Turner), vera rivelazione di questa stagione, degna del cognome della casa che porta. Abile stratega che rivolterà totalmente le sorti della battaglia tra Jon Snow (Kit Harington) e Ramsay Bolton (Iwan Rheon), prendendosi finalmente il suo meritato riscatto dopo i numerosi soprusi di questi anni.

The Winds of Winter, decimo e ultimo episodio di questa stagione, omonimo dell’ultimo libro di George R.R. Martin, ha il compito come generalmente fa ogni ultimo episodio, di tirare le fila di ogni situazione e personaggio. Questa volta Il Trono di Spade ha voluto davvero immortalarsi e fare un super regalo ai suoi spettatori.

Game of Thrones

L’ultimo episodio di questa sesta stagione è un vero piccolo capolavoro. Finalmente non ci si limita più a fare un mero riassunto di tutti i personaggi, ma si va a scavare in profondità, dedicando ampio spazio a quelli che saranno le situazioni fondamentali della prossima stagione. Il sapore del sangue e della battaglia brucia già sul palato di tutte le case schierate e due forti urli riecheggiano all’orizzonte:

Fire and Blood e Winter has come!

Grande la sorpresa iniziale che prende venti minuti dell’episodio, portando direttamente lo spettatore ad Approdo del Re, il giorno del processo di Cercei Lannister. Il ruggito dei leoni si sente fortissimo, dando il via alle danze con il primo, di una lunga serie, inaspettato colpo di scena.

Approdo del Re è solo il picco iniziale, prima di trasferirsi a Meereen e toccare, nuovamente, Grande Inverno. Ogni personaggio affronta la propria strada, inevitabilmente legata a quella del suo nemico, e non solo. Le strategie iniziano a essere chiare per tutti quanti. Ogni casata prende il suo posto su questa scacchiera che ha iniziato a comporsi dalla prima stagione. Finalmente siamo giunti alla fine dell’inizio. Finalmente la partita sta per cominciare.

Una vasta concentrazione di sequenze topiche difficili da cancellare dalla memoria. Un episodio all’insegna dell’adrenalina, ma che non manca di giocare, come tradizione vuole, con i sentimenti. Non vengono risparmiati colpi per lo spettatore, chiudendo e aprendo strade per nuovi intrecci, senza però lasciare con la sensazione di incompiuto e poco soddisfacente.

Game of Thrones

La fase centrale dell’episodio è destinato alla chiusura di qualche cerchio. Indubbiamente, se su personaggi come Cercei (Lena Headey), Daenerys (Emilia Clarke) e John Snow ci si concentra leggermente di più, ad altri come Arya (Maisie Williams) e Bran (Isaac Hempstead-Wright) è destinata una chiusura più veloce, ma di grandissimo impatto scenico ed emotivo.

Passato, presente e futuro. Tre tempi. Tre costanti per un episodio di grande stile che riporta direttamente al mood della grandezze delle prime tre stagioni.

Grande evoluzione per tutti questi personaggi. Sviluppo e crescita sono andati di pari passo nel corso di questa stagione. Nessun arco narrativo è stato lasciato al caso. Nessun finale frettoloso. Ogni elemento perfettamente posizionato al suo posto, coerente con lo sviluppo e le scelte fatte da ogni singolo personaggio. E le scelte non sono poche, così come le conseguenze non saranno leggere.

L’episodio dieci è la somma perfetta di un arco narrativo che è saputo arrivare magistralmente al suo apice. Un episodio lungo settanta minuti ma che scorre velocemente. Dinamico e carico di aspettative per il futuro. Sicuramente gli autori di questa sesta stagione de Il Trono di Spade hanno voluto rischiare non poco con questo finale, alzando il tiro, già con l’episodio precedente, di tutta la serie.

Game of Thrones

Questo è il Il Trono di Spade che ogni singolo fan si aspetta di vedere. Questa è la struttura, gli intrecci, la vera natura di ogni personaggio e ogni sua singola intenzione.

Da quanto visto, la settima stagione si preannuncia come la fase della vera e propria grande guerra. Se la tensione e la crescita della suspense, così come la costruzione di ogni singola sequenza, saranno definite sul modello di questo episodio, la prossima stagione de Il Trono di Spade darà molto filo da torcere. L’attesa sarà dura, ma noi di Cinematographe siamo pronti a questa nuova sfida.

Il Trono di Spade andrà in onda questa su Sky Atlantic HD, in lingua originale e sottotitolato. Per il doppiaggio c’è da pazientare ancora una settimana.

L’inverno è, finalmente, arrivato!

Regia - 4.5
Sceneggiatura - 4
Fotografia - 4
Recitazione - 4.5
Sonoro - 4
Emozione - 5

4.3