England is Mine: recensione del film su Steven Morrissey

Presentato in anteprima mondiale al Festival Internazionale del Cinema di Edimburgo, England is Mine è un film biografico sull'iconico cantante degli Smiths, Steven Morrissey.

“England is mine, and it owes me a living. Ask me why and I’ll spit in your eye”

England is Mine (qui il trailer) è il titolo, tratto dalla canzone Still Ill, del nuovo film biografico non autorizzato incentrato sugli anni dell’adolescenza di Steven Morrissey, voce degli Smiths – uno dei gruppi più influenti che hanno popolato il panorama musicale inglese negli anni Ottanta.  Per la regia di Mark Gill, già nominato agli Oscar per The Voorman Problem (2013), England is Mine è stato presentato al gala di chiusura del Festival Internazionale del Cinema di Edimburgo in anteprima mondiale.

England is Mine è un film divertente ed evocativo, che presenta un ritratto di un Morrissey adolescente immerso nella cornice della Manchester degli anni Settanta

England is Mine: recensione del film su Steven Morrissey

Giovane colto e schivo, Steven Morrissey (Jack Lowden) vive gli anni della sua adolescenza nella Manchester degli anni Settanta. Aspirando a diventare scrittore, Morrissey scrive lettere di critica musicale al New Musical Express ma si trova costretto ad accettare un lavoro all’ufficio tasse locale per aiutare economicamente la famiglia. Sono però più i momenti che passa in giro con la giovane artista Linder Sterling (Jessica Brown Findlay) o sul tetto dell’ufficio a scrivere testi, piuttosto che quelli seduto alla scrivania. Il giovane infatti ha la musica nel sangue e dopo il primo fallimentare tentativo di sfondare con il gruppo The Nosebleeds incontrerà Johnny Marr (Laurie Kynaston) con il quale fonderà gli Smiths nel 1982.

Poster di Oscar Wilde alle pareti, montagne di libri, dischi e ritagli di giornale, una macchina da scrivere e un carattere tra l’introverso e il pieno di sé. Così ci viene presentato Steven Morrissey all’inizio del film. Troppo timido per riuscire da solo a incontrarsi con un potenziale chitarrista, Billy, avrà bisogno di un’amica che lo chiami per lui e organizzi un appuntamento. Animo sensibile con un carattere da bambino, Steven non ha ancora fatti i conti con la necessità di dover finalmente crescere.

England is Mine: recensione del film su Steven Morrissey

Convinto fino in fondo di essere circondato da idioti e incapace di darsi per vinto continuando a navigare nella mediocre classe operaia, Steven, quando non è impegnato a scrivere testi, gareggia a colpi di citazioni con l’amica Linder, uscendone però sempre sconfitto. Sull’onda del successo del primo concerto del suo nuovo gruppo, per Steven si prospetta già un futuro radioso nell’industria discografica inglese. Fin troppo sicuro di sé e a un passo dal diventare la persona che ha sempre pensato di essere, Morrissey sarà schiacciato dalla delusione quando il solo Billy se ne andrà nella capitale per unirsi a un’altra band.

England is Mine è un film che racconta della ricerca di Morrissey del suo personale universo musicale tra momenti di pura arroganza e depressione schiacciante

Poco dopo, il successo bussa anche alle porte di Linder e Steven si ritroverà lasciato indietro a dubitare del proprio valore. Quelle che prima erano spavalderia e sicurezza, gli si ritorcono contro in una morsa di insicurezza e depressione. Allo sbando, il giovane Morrissey rinnega le sue stesse origini distruggendo la sua stanza e lanciando libri contro un poster di Wilde in procinto di cadere. Quella musica che lo aveva spronato è adesso un duro monito al suo fallimento. Quando infine Johnny Marr busserà alla sua porta, Steven è di nuovo al comando della sua vita e ancora più conscio di quello che debba essere il suo destino.

Accompagnato da una colonna sonora d’eccezione, England is Mine è uno spaccato di un’Inghilterra che fu, quando ancora si batteva sulla macchina da scrivere e i pantaloni erano a zampa. Senza particolari colpi d’ala, il film ci presenta un ritratto vivo e pulsante di un giovane Morrissey, un ritratto godibile, intriso delle contraddizioni che rendono grande un artista ma che, al tempo stesso, lo mantengono anche umano.

Regia - 3.5
Sceneggiatura - 3.5
Fotografia - 3
Recitazione - 4
Sonoro - 5
Emozione - 3.5

3.8