Dune, per Denis Villeneuve “i film sono stati corrotti dalla televisione”

Il regista di Dune Denis Villeneuve odia i dialoghi nel cinema e svela qual è il progetto dei suoi sogni.

Denis Villeneuve è uno dei registi del momento, avendo firmato Dune – Parte due, sequel del kolossal fantascientifico basato sulla mastodontica opera di Frank Herbert. Il film questa settimana arriva nei cinema di tutto il mondo, con il favore della critica (c’è chi lo ha descritto il migliore film sci-fi mai realizzato) e l’hype smisurato dei fan, complice anche il cast stellare (con una grande sospesa, già rovinata dagli spoiler). Con registi di questo calibro, la campagna promozionale delle pellicole regala sempre delle chicche. In questa occasione, il regista canadese ha scelto di sferrare un colpo basso alla televisione.

La scusa per farlo è stata un’intervista al Times londinese, in cui ha espresso la sua opinione sulla natura del dialogo e sul suo spazio nel cinema. Per Villeneuve, la settima arte dovrebbe essere un mezzo puramente visivo con un uso espressivo del suono, ma che lasci il dialogo in secondo o terzo piano, poiché questo appartiene “al teatro e alla televisione”.

“Francamente, odio il dialogo. Il dialogo è per il teatro e la televisione. Non ricordo i film per una buona battuta, ricordo i film per un’immagine potente. Non mi interessa affatto il dialogo. Immagine e suono puri, questo è il potere del cinema, ma è qualcosa che non è ovvio quando guardi i film oggi. I film sono stati corrotti dalla televisione.”

È facile non essere d’accordo con la parte in cui il franco-canadese afferma di non ricordare i film per via dei loro dialoghi – gli esempi di frasi memorabili che sono diventate parte della cultura popolare e che evocano i lungometraggi sono infiniti; tuttavia, se ignoriamo questo suo sfogo, l’intervista arriva ad un punto molto interessante in cui il regista rivela il suo progetto dei sogni. “In un mondo perfetto, farei un film avvincente che non sembri un esperimento ma che non contenga una sola parola. La gente uscirebbe dalla sala e direbbe: ‘Aspetta, non c’erano dialoghi?’ Ma non ne sentiranno la mancanza.”

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