Sam Mendes: da American Beauty e Spectre, i 5 migliori film della sua carriera

In occasione del suo cinquantunesimo compleanno, abbiamo deciso di celebrare il talento e il genio di Sam Mendes, regista dalla formazione teatrale, ma che nelle ultime decadi ha regalato ai cinefili diverse opere memorabili, guadagnandosi così anche l’onore di presiedere la giuria dell’imminente 73ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia. Un regista completo sotto tutti i punti di vista, che ha saputo cimentarsi in generi diversi con la stessa efficacia, mettendo sempre al centro l’uomo, la società e le loro contraddizioni. Ecco quindi i cinque film più importanti di questo formidabile regista, che negli anni a venire saprà certamente regalarci altre memorabili opere.

Scopriamo i  5 migliori film della carriera di Sam Mendes

 American Beauty (1999)

sam mendes

Il folgorante esordio cinematografico di Sam Mendes è anche l’opera grazie alla quale il regista britannico ottiene il suo primo meritatissimo Oscar per la regia. American Beauty è uno dei film più importanti della storia recente del cinema: un ritratto cinico, corrosivo e disincantato della borghesia americana e delle sue incongruenze, sublimato dalla memorabile performance di Kevin Spacey, premiato a sua volta con l’Oscar per il migliore attore protagonista. Al di là della pungente e feroce critica sociale, il film è impreziosito da alcune sequenze da antalogia, che nel corso degli anni sono state citate, omaggiate e parodiate a più non posso, come quella d’apertura e l’iconica scena con la bella e provocante Mena Suvari avvolta da petali di rose rosse. La conferma del genio visivo di un regista che alla sua prima prova sul grande schermo dimostra una confidenza e una dimestichezza col mezzo da cineasta consumato.

Era mio padre (2002)

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Buona la prima per Sam Mendes, ma la seconda non lo è certamente di meno. Il regista si dimostra perfettamente a suo agio anche con quello che nonostante l’impianto narrativo da gangster movie è a tutti gli effetti un cinecomic, ovvero Era mio padre, basato sull’opera a fumetti di Max Allan Collins. Un film duro e struggente, in cui criminalità, onore e senso della famiglia si toccano e si intrecciano senza dare scampo allo spettatore.

Senza ombra di dubbio uno dei migliori gangster movie delle ultime decadi, canto del cigno cinematografico per una leggenda della Settima Arte come Paul Newman e per il direttore della fotografia Conrad L. Hall (premiato con l’Oscar per la categoria). Quest’ultimo e il nostro Sam Mendes onorano inoltre il cinema con una delle sequenze più memorabili della sua storia recente, che riassume tutto ciò che vorremmo sempre trovare in una pellicola meglio di quanto possano fare interi tomi di critiche: emozione, suspense, climax e immancabile catarsi, il tutto sotto un’indimenticabile pioggia purificatrice.

Revolutionary Road (2008)

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Sam Mendes torna ad affrontare l’ipocrisia e le contraddizioni del ceto medio con Revolutionary Road, in cui dirige Leonardo DiCaprio e quella che allora era sua moglie, ovvero Kate Winslet. Un film difficile, ambizioso e che non tradisce lo spirito di un grande classico della letteratura come l’omonimo romanzo di Richard Yates. Un’opera fatta di grandi dialoghi e di intense emozioni, in cui i due protagonisti duellano letteralmente in bravura, mettendo in scena il fallimento del sogno americano e tutto il bigottismo sempre latente e serpeggiante della società a stelle e strisce. Sam Mendes completa il quadro da maestro della narrazione qual è in maniera sottile e incisiva, mettendo da parte i virtuosismi alla macchina da presa e riuscendo a rendere loquaci i silenzi e piene di ardore e tensione anche le sequenze più statiche.

Skyfall (2012)

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Dopo aver conquistato tutti con un cinema impegnato e dalla forte impronta autoriale, Sam Mendes si cimenta con uno dei punti di riferimento più longevi della narrativa popolare cinematografica, ovvero la saga di James Bond, già rivitalizzata dal seminale Casino Royale e dall’arrivo del nuovo formidabile Agente 007 Daniel Craig. Il risultato di questo ardito mix fra blockbuster e cinema d’autore è stupefacente: Skyfall si rivela uno degli episodi migliori dell’intera serie, riuscendo nell’intendo di approfondire la figura di un James Bond più tormentato e imperfetto, e quindi anche più umano, senza perdere nulla sotto l’aspetto dell’azione e dello spettacolo, mettendo inoltre in scena uno strepitoso scontro con un villain d’eccezione come il Raoul Silva interpretato da Javier Bardem. L’ennesima dimostrazione della poliedricità di un regista che riesce a fare suo ogni genere scandagliando con immutata efficacia gli abissi dell’animo umano.

Spectre (2015)

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Dopo il successo di Skyfall, non poteva mancare il bis, che è puntualmente arrivato con Spectre, ventiquattresimo e per ora ultimo film della saga di James Bond. Un film che ha spaccato l’opinione dei fan, non perfetto e complessivamente decisamente meno riuscito rispetto al precedente, impreziosito però da un piano sequenza iniziale che vale da solo il prezzo del biglietto e che ha il grande merito di chiudere in maniera degna e coerente l’arco narrativo di un Agente 007 fondamentale per la storia del personaggio, gettando al tempo stesso le basi per un futuro della saga altrettanto luminoso e splendente. Sam Mendes ha già dichiarato che Spectre è stata la sua ultima esperienza con la serie di James Bond, ma siamo certi che questo straordinario autore e cantastorie non mancherà di deliziarci ancora negli anni a venire con pellicole di altro genere e impianto narrativo, ma altrettando valide.