Marvel’s Agent Carter: recensione della seconda stagione

Con due episodi in più rispetto alla prima stagione, Marvel’s Agent Carter si è conclusa con il botto. Le dieci puntate, andate in onda nell’arco di meno di un mese e mezzo, sono scivolate via in un baleno lasciandoci ancora affamati dell’Agente Carter e dei suoi compagni.
Questa seconda stagione si è distinta dalla precedente pur mantenendo, se non alzando notevolmente, lo standard qualitativo della serie incentrata su Peggy Carter.
Già come detto nella nostra recensione della season premiere [potete leggerla QUI] Marvel’s Agent Carter 2 ha da subito impostato la trama verticale di stagione trasportandoci praticamente immediatamente nella storia: Carter viene inviata a Los Angeles da Jack Thompson (Chad Michael Murray), dove risiede la sezione del SSR capitanata da Daniel Sousa, per indagare su un misterioso caso d’omicidio. La vittima, rimasta congelata in un lago, è entrata in contatto con radiazioni letali rilasciate dagli esperimenti sviluppati all’interno della Isodine Energy, società energetica dalla dubbia reputazione. Si scoprirà, successivamente, che la Isodine è entrata in contatto con una una misteriosa sostanza, poi denominata Sostanza Zero in grado di aprire portali verso diverse Realtà e dalle proprietà ancora tutte da scoprire, certamente pericolose per l’intera umanità.

Agent Carter

Accompagnata da Sousa e dal fidatissimo Edwin Jarvis, Peggy Carter comincia la sua indagine infiltrandosi alla Isodine per carpire i segreti della faccenda: qui conosce lo scienziato Jason Wilkes (Reggie Austin) i quali racconta all’agente la liaison clandestina tra la vittima e Calvin Chadwick (Currie Graham) proprietario della società.
Quest’ultimo è membro del Consiglio dei Nove, una società segreta distaccata dall’HYDRA, determinata a rovesciare il governo statunitense per poterne assumere il controllo. Dopo l’omicidio della donna del lago e la conseguente esposizione mediatica, il Consiglio decide di sopprimere il programma della Sostanza Zero alimentando lo scontento di Whitney Frost (Wynn Everett), attrice e diva Hollywoodiana, nonché moglie di Calvin Chadwick.
Conscia della pericolosità della Materia Oscura, anche grazie all’aiuto di Howard Stark (Dominic Cooper), Peggy Carter decide di rubare la sostanza con l’aiuto di Wilkes: lo scontro tra quest’ultimo e Whitney Frost con la Sostanza Zero li porterà ad un cambiamento radicale.
Entrambi entrati al suo contatto infatti, cominciano a manifestare strani sintomi: Wilkes comincia a perdere la sua tangibilità, mentre la Frost si trasforma sempre più in una villain spietata in grado di infliggere dolore e spezzare vite a proprio piacimento con un solo tocco.

Agent Carter

Una sceneggiatura ricca di adrenalina, azione, ironia e citazioni all’UCM ha reso questa stagione perfetta nel suo contesto. Anzitutto ci troviamo davanti ad una trama originale, ma al tempo stesso legato ai fumetti e alla ragnatela di pellicole già viste al cinema e non solo (l’ombra dell’HYDRA non manca mai); poi si introducono elementi essenziali alle prossime storie televisive e cinematografiche, Doctor Strange fra tutti.
La bellezza di questa stagione risiede anche nella splendida caratterizzazione dei personaggi principali e delle loro interazioni. Peggy Carter, interpretata dalla magnifica e bravissima Hayley Atwell, sempre più a suo agio nel ruolo dell’Agente dell’SSR, è la stessa donna spigliata e forte di sempre: è molto diversa dal concetto femminile che vige in quel periodo storico in quanto autonoma, sfacciata all’occorrenza e non timorosa del confronto diretto con un uomo. Finalmente in questa stagione vediamo approfondita anche la vita privata di Peggy: scopriamo come è entrata nei Servizi Segreti e da dove nascono i suoi valori al Dovere e alla Giustizia.
Non solo Peggy, la seconda stagione è anche terreno di gioco di Edwin Jarvis, interpretato da James D’Arcy, perfetto partner in crime e uomo d’altri tempi. Anche qui vediamo un approfondimento psicologico del suo personaggio: timido, impacciato, ma gentile, leale e un leone se messo davanti alla possibilità che qualche suo caro possa essere in grave pericolo (il rapporto con sua moglie Ana Jarvis e le fatiche che affrontano nel corso della stagione ne sono l’esempio lampante).
Peggy e Jarvis, così diversi si rivelano complementari e la coppia d’azione cresce nel tempo costruendo un rapporto d’amicizia fondato sul’autentico rispetto reciproco; e poi, diciamoci la verità, chi non vorrebbe un Edwin Jarvis tutto per sè? Un amico, un confidente, un fidato aiutante.

Agent Carter

Peggy trova anche spazio per l’Amore in una maniera inaspettata: lasciatasi definitivamente alle spalle Steve Rogers, in questa stagione è combattuta tra l’affascinante dr. Wilkes e Daniel Sousa. Sousa in particolare, interpretato ancora una volta dal bravissimo Enver Gjokaj, è tornato più forte di prima. Ora a capo della sezione SSR a L.A. segue Peggy nelle sue indagini e l’aiuta anche quando dall’alto dei Servizi Segreti l’ombra della corruzione fa il suo ingresso. Sousa è l’esempio perfetto dell’Agente, e dell’uomo, incorruttibile ed estremamente coraggioso; una mosca bianca in una società sempre più marcia, e proprio per questo ancora più in pericolo perché facile preda dei cattivi.

Agent Carter

La seconda stagione di Marvel’s Agent Carter meriterebbe un saggio a parte, non è facile raccontare nei dettagli l’intera stagione così piena di situazioni diverse, intrecci, colpi di scena e tanta tanta azione. Una stagione a tratti cupa, quasi ossimoro della sfavillante location Hollywoodiana, tutta scintillii e feste incredibili. Marvel’s Agent Carter funziona anche perché non pone in secondo piano nulla: anche il tecnicismo meno importante non è lasciato al caso ma curato nel dettaglio (i costumi, la scenografia, anche gli effetti speciali sono ottimi riferiti ad un prodotto televisivo). La tensione d’altra parte lascia spazio all’ironia e ai botta e risposta che bilanciano perfettamente l’equilibrio della serie rendendola un prodotto per tutta la famiglia, non solo gli amanti dell’Universo Cinematografico Marvel.
Una promozione a pieni voti insomma. Ed ora aspettiamo la terza stagione: se avete visto il finale di stagione saprete che i presupposti ci sono tutti!

Regia - 3
Sceneggiatura - 4
Fotografia - 3
Sonoro - 3
Recitazione - 3.5
Emozione - 3.5

3.3