Chi canterà per te? – recensione del film Netflix

Chi canterà per te? è una fiaba oscura sull'identità e la memoria.

Chi canterà per te? è una pellicola spagnola diretta da Carlos Vermut e interpretata da Najwa Nimri, Eva Llorach e Carme Elias. Il film, disponibile su Netflix, è stato presentato durante il San Sebastian International Film Festival.

La storia orbita attorno alla cantante Lila Cassen, pop star spagnola degli anni ’90 che si prepara per il suo ritorno sulle scene. Purtroppo Lila, dopo aver rischiato di annegare, comincia a soffrire di amnesia e sembra non essere più capace di esibirsi. Con i suoi concerti alle porte e l’onere di dover affrontare una tournée dopo dieci anni di silenzio, Lila non sa come riprendere a cantare e a intonare le sue canzoni.

Così la sua manager e assistente personale, Blanca, pensa bene di farla tornare in forma e in forze affiancandole una donna conosciuta in un karaoke, Violeta, la fan più accanita di Lila. Violeta è una madre single, in grande difficoltà economica, che lavora in un bar e che ha un grande talento: impersonare Lila Cassen brillantemente mentre canta e si esibisce. Le due donne si troveranno così a lavorare assieme tentando di ricostruire l’anima artistica e l’estetica di Lila Cassen, una donna che ogni giorno deve lottare per essere se stessa.

Chi canterà per te?: il film di Carlos Vermut con Najwa Nimri

Chi canterà per te? cinematographe.it

Chi canterà per te? è una fiaba oscura sull’identità e la memoria, un dramma sull’ossessione artistica e sulla paura di non potersi ridestare da un incubo reale, che è quello di non ricordarsi nulla della propria individualità. Il film di Carlos Vermut parla di questo e di molto altro: è una storia di maternità negata e rinata, un dramma di identità riflesse, assorbite e riemerse. Sì, perché Chi canterà per te? nasce dal mare, nasce da un annegamento ed è proprio li che la personalità di Lila viene sommersa fino a diventare una vera e propria amnesia, un inabissamento del proprio io.

Da questo dramma nasce l’incontro di Lila con Violeta, due donne simili che nel film giocano a scambiarsi di ruolo, di voce, e che si uniscono in una danza onirica che le fonde e scambia. Il dualismo/doppelgänger dei due personaggi è molto evidente: Lila e Violeta, due nomi femminili che sono anche due colori molti simili, sono due donne che condividono molto più di una vita e il mito di Lila Cassel. Lila e Violeta sono due facce della stessa medaglia, due metà che si completano a vicenda.

Chi canterà per te? è una fiaba oscura sull’identità e la memoria

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I due personaggi giocano a scomparire e a riapparire, ad annegare e a riemergere, come se venissero travolte da un mare tumultuoso e abissale che ricorda tantissimo il fiume Lete e il concetto dell’oblio: il Lete è il fiume che Dante, nel Purgatorio, descrive per la sua capacità di far dimenticare le colpe terrene alle anime purificate prima di salire in Paradiso.

Noi siamo la nostra memoria, ha detto Jorge Luis Borges. Ed è cosi, sempre. Quando Lila perde la memoria, la sua personalità scompare; non solo il suo nome, le sue canzoni, ma anche i suoi gusti culinari, il suo colore preferito. Perché la memoria è identità. E per il regista la memoria è sinonimo di identità. Quando Lila dimentica i suoi ricordi diventa un fantasma senza desideri, paure, simpatie o repulsioni che si muove in un limbo tra la persona che era e quella che dovrebbe essere.

Noi siamo la nostra memoria

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La protagonista, Lila, è frammentata, nuota in un mare profondo e oscuro, è come una nave vuota che si anima solo quando abita il suo personaggio, l’artista, la cantante, la star degli anni ’90. La sua identità non è né creata né distrutta ma, grazie all’aiuto di Violeta, viene rimodella, ricostruita da capo. Il mare non solo fa da sfondo alla prima e all’ultima sequenza ma è presente in tutta la storia. Il mare funge da metafora dell’abisso e circonda l’intera storia. Chi canterà per te? nasce ai margini della riva e si agita nelle sue profondità, divorato dalle acque.

Chi canterà per te? è una fiaba oscura sull’ossessione artistica, sull’identità e sulla memoria, un film che riesce a toccare vari generi: è sia dramma, thriller, musical e anche commedia. Il film di Carlos Vermut è complesso, stratificato, sorprende e si sofferma su malesseri interiori, intimi e torbidi, pur mantenendo un suo stile, elegante, sobrio e oscuro fino alla fine.

Regia - 4
Sceneggiatura - 3.5
Fotografia - 3.5
Recitazione - 3.5
Sonoro - 2
Emozione - 3

3.3

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