99 Homes: la recensione

Andrew Garfield e Michael Shannon sono incredibili in 99 Homes, il film diretto da Ramin Bahrani del 2014.

99 Homes inizia facendo gelare il sangue nelle vene allo spettatore. Quando Dennis Nash, interpretato da uno strabiliante Andrew Garfield, sua madre e suo figlio vengono buttati fuori di casa dall’agente immobiliare Rick Carver, il terrificante Michael Shannon, lo spettatore non può far altro che rimanere basito e ricevere un enorme pugno emotivo nello stomaco.

Come centinaia di altre famiglie che non sono riuscite a sostenere i pagamenti del mutuo, i Nash sono costretti a lasciare la loro casa, i loro quartiere, la loro vita e trasferirsi in uno squallido motel insieme a tanti altri come loro sfrattati e sulla strada. Dennis però non si arrende e, quasi per uno scherzo del destino, l’unico che sembra in grado di offrirgli un lavoro retribuito è proprio lo stesso agente immobiliare che lo aveva sfrattato, mettendolo a svolgere lo stesso lavoro di quelli che gli avevano fatto perdere tutto. Tutto ciò però gli causerà un forte stress psicologico.

99 Homes

Michael Shannon è terrificante nei panni dell’agente immobiliare Rick Carter

99 Homes fornisce un ritratto dell’America impaurita e ostile che non può che colpire lo spettatore

Con il suo ultimo film, il regista Ramin Bahrani mostra l’incubo che con la crisi economica è diventato il terrore quotidiano per molti americani e Michael Shannon, sempre incredibile in ogni sua interpretazione, personifica alla perfezione il nuovo ‘padrone’ che sfrutta il cittadino in difficoltà per arricchirsi e avere sempre di più di tutto. «L’America non fa credito ai perdenti, è creata da vincenti e retta da vincenti per i vincenti» dice ad un certo punto Carver spiegando a Nash come ormai funziona la società americana.

Andrew Garfield è incredibile nei panni di questo giovane padre single che deve occuparsi sia del figlio adolescente sia della madre. Laura Dern interpreta la madre, Lynn Nash, e anche lei, sempre alle strette cercando di guadagnare quello che può facendo la parrucchiera a domicilio, trasmette in maniera eccellente tutta la drammaticità della situazione.

99 Homes

Andrew Garfield è incredibile in 99 Homes

Centrale è anche il tema del rapporto padre e figlio, non solo quello ovvio tra Nash e suo figlio di dodici anni a cui cercherà in ogni modo di ridare una casa, ma anche quello che si verrà a creare tra Nash e Carver, più controverso e deleterio, ma ugualmente importante. Carver, la sua vita lussuosa a discapito di coloro che non riescono ad arrivare a fine mese, e tutte le sue tentazioni immorali porteranno Dennis a quasi impazzire.

La sceneggiatura, firmata da Bahrani e Amir Naderi, non si limita solo a mostrare la crisi economica accusando coloro che ne sono la causa, ma ne fa vedere gli effetti prendendo ad esempio una delle tante famiglie che hanno perso tutto, continuando a tenere il punto di vista di Dennis e della sua famiglia. Sebbene la storia raccontata, in un verso o nell’altro, suona familiare a molti, il regista statunitense di origini iraniane fornisce un ritratto dell’America impaurita e ostile che non può che colpire lo spettatore.

Le musiche di Antony Partos e Matteo Zingales non fanno altro che ribadire questa sensazione di perenne angoscia e insicurezza che attraversa tutto il film.

99 Homes

Il finale di 99 Homes, con un davvero incredibile Andrew Garfield, sembra fornire una piccola speranza per il futuro, una speranza per una società che ancora conosce il vero significato di compassione.

Regia - 4.5
Sceneggiatura - 4
Fotografia - 3
Recitazione - 4.5
Sonoro - 3
Emozione - 4

3.8