Jasmila Žbanić a Venezia 77. Quo Vadis Aida? onora le donne che subirono l’orrore

"Quo Vadis, Aida? è un film che nasce per onorare le madri, sorelle, mogli e figlie che subirono quell'orrore, che si videro portare via tutto".

La 77^ edizione della Mostra del Cinema di Venezia è cominciata da sole 48 ore, ma per ciò che la stampa e la critica hanno visto, sicuramente Quo Vadis, Aida? di Jasmila Žbanić è un film che lascerà il segno in quest’edizione.
Diretto con mano ferma e sicura dalla regista bosniaca (Orso d’Oro a Berlino nel 2006 con la sua opera prima), il film ricrea il drammatico e ributtante massacro di Srebrenica, tra gli eccidi più terrificanti di quell’inferno che fu la Guerra in Jugoslavia, e macchia indelebile sull’onore dell’esercito olandese, dell’ONU e della comunità occidentale in generale.

Jasmila Žbanić e il cast parlano del film su Quo Vadis Aida? a Venezia 77

Quo Vadis?Aida 1

La conferenza stampa svoltasi nella Sala Perla 2 del Palazzo del Casinò al Lido, ha permesso alla regista natia di Sarajevo, di gettare una luce ancora più chiarificatrice su un progetto cinematografico quanto mai attuale e pregno di significati.
“Per me” ha esordito Jasmila Žbanić “era importante e basilare portare un punto di vista femminile su questa vicenda, dal momento che la cinematografia (sia bellica che memorialistica) ci ha quasi sempre portato a vedere confrontarci con quello maschile.
Quo Vadis, Aida? per me è invece un film che nasce per onorare le madri, sorelle, mogli e figlie che subirono quell’orrore, che si videro portare via tutto”.

“Vi sono state chiare omissioni e responsabiltà non solo da parte del corpo di spedizione Olandese, ma anche e soprattutto da parte dei vertici militari e politici dell’ONU, che fecero sì che non vi fosse alcun tipo di possibilità di salvezza per le migliaia di musulmani bosniaci già prima che questi fossero costretti dentro quella misera base”

Jasna Đuričić, che interpreta Aida, la protagonista, ha voluto invece far presente quanto per lei interpretare questa donna, abbia rappresentato “un’occasione di comprensione, di conoscenza, che mi ha portato oltre gli inevitabili limiti che fino a quel momento avevano avuto documentari, libri o interviste dei sopravvissuti”.
“Personalmente” ha voluto aggiungere “mi sono sentita trasportata in quei drammatici giorni del 1995. Ritengo che Quo Vadis, Aida? sia un film dal messaggio universale, che debba portarci a riflettere su ciò è veramente successo in quei giorni di luglio”.

Boris Isaković d’altro canto, si è dovuto calare negli ingombranti panni di Ratko Mladic, cioè del criminale di guerra che concepì e portò a compimento quello e molti altri massacri.
“Ci saranno” ha voluto precisare Isaković “sempre uomini portati a negare l’orrore di quei giorni. Chi avesse dubbi o fosse poco convinto, deve solo andare su youtube e troverà ciò che serve. Interpretare quest’uomo così monodimensionale, per me ha voluto dire cercare di capire il male, ricreare quei momenti. Anche per questo mi sono attenuto alle sue parole, a ciò che disse a quelle persone mentre già progettava di massacrarle”

La regista, ha poi voluto concludere ricordando come, in Quo Vadis, Aida? non vi sia alcun intento di andare contro l’ONU, quanto piuttosto di offrire un riassunto, una spiegazione di cosa esso non debba mai più fare. “Moltissimi dei momenti ricreati durante il film sono veri, sono reali. Comprese le reazioni dei soldati olandesi. Molti di loro ebbero problemi psicologici, disturbi da stress post-traumatico. Ritengo il mio film sia anche un film sull’empatia“.