Intervista a Teresa Riott: “In Valeria un altro modo di raccontare il sesso e la sessualità femminile”

Intervista all’attrice spagnola, tra le protagoniste della serie di successo targata Netflix, Valeria, nel ruolo di Nerea, ospite della prima edizione del Season - International Series Festival.

La prima edizione del Season – International Series Festival, neonata kermesse dedicata al mondo della serialità ideata da Simona Gobbi, in scena in terra salentina nella suggestiva cornice del Borgo Terra Rossa tra i comuni di Gallipoli e Alezio, ha ospitato nella sua giornata inaugurale un focus sulla produzione spagnola con alcuni dei protagonisti delle serie più acclamate provenienti dalla penisola iberica. Tra i talents presenti l’attrice classe 1990 Teresa Riott, divenuta celebre grazie al ruolo di Nerea nella serie targata Netflix, Valeria.

teresa riott intervista cinematographe.it

L’abbiamo incontrata a margine del talk per una one-to-one nella quale abbiamo potuto rivolgergli alcune domande sul personaggio, sulla serie e sul suo modo di vivere l’arte della recitazione.

La nostra intervista a Teresa Riott, protagonista della serie Valeria nel ruolo di Nerea

Intervista a Teresa Riott
Teresa Riott durante il talk “Serie TV Spagnole: Oltre il Confine dello Schermo” al Season – International Series Festival 2023

Come e in che modo Valeria e il personaggio di Nerea ti ha cambiato la vita?
Valeria è stata molto importante per me e ha sicuramente segnato la mia vita sia a livello personale che professionale. Ha rappresentato un cambio radicale, per il quale oltre alla serie devo ringraziare anche la piattaforma Netflix che mi ha dato popolarità e e la possibilità di arrivare nelle case di moltissime persone in tutto il mondo. Ora la gente mi riconosce e per questo grande successo a livello internazionale devo ringraziare il fatto di essere un’attrice. È un privilegio che la gente possa riconoscermi, mi chiedano l’autografo per strada e l’opportunità di girare in tutto il mondo. È un regalo il fatto che venga riconosciuto il mio lavoro e la mia professionalità, oltre che una bella soddisfazione che un personaggio come quello che interpreto in Valeria sia arrivato a così tanta gente. Ricevo continuamente su instagram messaggi di persone che hanno visto la serie, in cui mi raccontano come la visione le abbia cambiate ed emozionate.Per quanto riguarda invece il personaggio che interpreto nella serie, Nerea mi ha permesso di conoscere meglio me stessa e di esplorare lati e sfumature del mio carattere che non pensavo di avere. La serie poi mi ha fatto anche un altro grande regalo, ossia l’amicizia con le mie compagne di avventura con le quali abbiamo stretto un forte legame anche fuori dal set.

Hai paura che un personaggio così popolare in una serie altrettanto popolare possa in qualche modo ingabbiarti al punto tale da essere identificata sempre con esso?
Un po’ di paura c’è, ma anche se dovessi rimanere incastrata nel medesimo personaggio ben venga, perché significa che riesco ad avere una continuità lavorativa che oggigiorno per chi fa il mio mestiere non è una cosa per nulla scontata. Tuttavia  dopo Nerea ho avuto subito la possibilità di interpretare un personaggio completamente diverso nella seconda stagione di El inmortal per Movistar+. Si tratta di una serie ambientata negli anni Novanta, nella quale vesto i panni di una narcotrafficante. Un personaggio molto complesso, emotivamente coinvolgente e pieno di sfumature, che mi ha portato in un mondo all’opposto rispetto a quello di Valeria, un mondo oscuro e violento. Sono felicissima di questa nuova esperienza perché mi ha consentito di toccare e far suonare altre corde.

Teresa Riott: “In El inmortal  interpreto un personaggio più oscuro rispetto a quello di Nerea in Valeria”

Teresa Riott cinematographe.it
Teresa Riott in una scena della serie “El inmortal”

Come vivete il fatto che Valeria venga paragonata continuamente con Sexy in the City?

In maniera assolutamente tranquilla e con nessun fastidio, anzi. È un onore che venga paragonata a una serie storica che ha avuto un tale successo. La vediamo come una sorta di madre, con Valeria che rappresenta un altro modo di raccontare il sesso e la sessualità femminile, in maniera leggera e senza tabù. Come genere, se si può parlare di genere, ci sono sicuramente delle analogie, a cominciare dal fatto che ci sono quattro amiche come protagoniste, ma alla fine è un’altra cosa, con storie diverse e un’ambientazione diversa, vale a dire Madrid. Poi Sexy in the City è stata realizzata vent’anni fa e molta gente che ha visto Valeria nemmeno la conosce. Quindi per loro potrebbe essere una cosa nuova. Per quanto riguarda il mio personaggio, Nerea è omosessuale e Amanda no. Si tratta di personaggi completamente diversi. Poi c’è molta interazione con il mondo dei sociale che all’epoca non esisteva.

L’omosessualità di Nerea ha portato una chiusura da parte di una certa fascia di pubblico?
Assolutamente nessuna chiusura o feedback negativo. Tra l’altro nei quattro libri dai quali è tratta la serie il mio personaggio è totalmente reinventato e non era omosessuale. La paura più che altro era che gli spettatori non fossero contenti di questo adattamento. In tal senso nella prima stagione c’è stato qualche lettore che ha storto un po’ il naso, ma poi ha accettato e sposato in pieno tale scelta. Anche l’autrice dei romanzi ha sposato e accettato tale scelta.

Teresa Riott: “Il personaggio di Nerea in Valeria è completamente reinventato rispetto a quello originale

Teresa Riott cinematographe.it
Teresa Riott in una scena della serie “Valeria”

Qual è secondo te il segreto del successo di Valeria e in generale delle serie spagnole?
Sicuramente dietro il successo di Valeria c’è il fatto che è tratta dall’omonima saga di romanzi letterari rosa di Elísabet Benavent, una scrittrice e blogger spagnola molto conosciuta. È uno show che catapulta il pubblico in un mondo soprattutto femminile, più romantico e colorato di rosa. Ma non è soltanto questo. I toni sono quelli della commedia, con al centro le vicende di quattro donne e amiche, che diventano anche l’occasione per parlare di tematiche importanti, sociali e molto attuali. La forza di questa serie è sicuramente quella di raccontare storie difficili da narrare attraverso uno stile più dolce e pacato, ma che riesce a veicolare in maniera leggera e divertente messaggi più complessi. Soprattutto durante la pandemia, che è stato il periodo in cui è andata in onda, la gente aveva bisogno di stare bene e sorridere. Valeria dal canto suo penso ci sia riuscita.

A proposito di commedia, c’è a tuo avviso un limite che il genere non deve oltrepassare o si può ridere e scherzare di e su tutto?
In Spagna lo humour non ha limiti. Se si fa in una maniera corretta, con rispetto e intelligenza, al fine di fare una critica sociale, allora è anche giusto farla e si può arrivare a parlare anche di temi dal peso specifico rilevante. L’importante è parlare di certi temi, indipendente dal genere o dal registro che si utilizza. L’importante è che se ne parli. Valeria fa questo e lo fa creando un equilibrio, passando continuamente da un registro all’altro, dal dramma alla commedia.

Teresa Riott: “Con la commedia si può ridere di tutto, ma con rispetto

Teresa Riott cinematographe.it
Teresa Riott riceve un premio a Season – International Series Festival 2023

Quando ti viene offerto un personaggio o ti trovi davanti a una sceneggiatura, cosa speri e ti auguri di trovare? Cosa non deve venire meno?
La possibilità di interpretare un personaggio profondo e vero, non stereotipato, che mi dia la possibilità di creare ed esplorare degli aspetti nuovi. Uno degli aspetti del nostro lavoro è quello di interpretare persone diverse e umanizzare ciò che rappresentiamo. Siamo attori e quello di dare corpo e voce a figure differenti è uno dei compiti principali. Ma anche che la storia racconti qualcosa che io stessa vorrei raccontare.