Alessandro Gassmann e il resto del cast su Natale senza Babbo, “un’icona in difficoltà”[VIDEO]

Il cast di Natale senza Babbo, su Prime Video dal 28 novembre 2025, parla del film, una commedia natalizia che mescola fantasia e realismo.

Il 28 novembre 2025, a un mese dall’inizio delle festività, arriva su Prime Video Natale senza Babbo, la commedia natalizia diretta da Stefano Cipani e interpretata, tra gli altri, da Alessandro Gassmann, Luisa Ranieri e Caterina Murino. Non è, va premesso, il solito film sul Natale. Certo, c’è la magia della festa, ci sono le renne, i regali, c’è il fantastico che contamina la quotidianità ma c’è anche una porzione di realtà (umana, psicologica) inedita, per il filone. Scritto da Michela Andreozzi con la collaborazione di Filippo Macchiusi, Natale senza Babbo è la storia di un’icona in difficoltà. Babbo Natale (Alessandro Gassmann) è in piena crisi esistenziale e molla tutto, lasciando la moglie Margaret (Luisa Ranieri) e gli altri membri del mondo magico a raccogliere i cocci e a domandarsi: cosa fare, adesso che lui non c’è più? L’idea, spiega Stefano Cipani, era di “raccontare la crisi di una coppia tramite la metafora natalizia. Il sottotema è il consumismo, la crisi esistenziale di Babbo Natale stressato dal consumismo. Lui qui è anche una sorta di rockstar”. Per Alessandro Gassmann, l’aspetto innovativo del film “è che Babbo Natale è tale solo durante le feste, quando deve trasformarsi. Tanto la mercificazione, quanto il riconoscere le proprie debolezze, lo fanno scappare. E dove se ne va, giustamente? In una spa!”.

Natale Senza Babbo; cinematographe.it

Ad approfittare del vuoto di potere lasciato nel mondo magico dalla sparizione di Babbo Natale c’è Caterina Murino e la sua Befana/ Serena, un personaggio diviso in due. Da un lato, c’è la Befana come siamo abituati a conoscerla – look, scopa e tutto il resto – dall’altro c’è una donna decisamente più provocante e determinata. “La mia Befana è una vecchina stronzetta con un grande cuore. Per prepararmi”, prosegue, “ho studiato tutte le leggende che la riguardano. Lei è amata ma anche un po’ schifata dai bambini, e ce ne ricordiamo solo il 6 gennaio. Ecco, potendo, vorrei fare una petizione in suo nome, perché finalmente prenda il sopravvento su Babbo Natale!”. Una delle grandi novità di Natale senza Babbo è proprio la riconfigurazione dell’estetica e del ruolo della Befana, descritta dai realizzatori come “brutta, ma solo quando serve”. La novità non dispiace per niente a Caterina Murino. “La trovo meravigliosa, addirittura nel film ha il toy boy, interpretato da Simone Susinna, che è stato geniale. Siamo tornati bambini girando questo film”.

Luisa Ranieri è Margaret, la moglie di Babbo Natale, “una donna di oggi che non chiede aiuto e crede di avere le spalle forti, come molte donne di questi tempi; solo, perde un po’ di vista l’ascolto degli altri. È troppo oberata dalle cose da fare”. Margaret è indispensabile per il personaggio interpretato da Alessandro Gassmann. “Lui accetta le sue debolezze, e se ci riesce è proprio grazie a questa moglie forte e intelligente che si ritrova accanto; è così che risolve la sua misera condizione umana. D’altronde, essere Babbo Natale è un lavoraccio!”. Nel film il personaggio non si nasconde ai suoi familiari, ai suoi figli. Anzi, si mostra senza pudori. “Ci vuole coraggio a non nascondersi e a essere gentili, come fa il mio personaggio. Mi rendo conto che la società patriarcale abbia allontanato gli uomini dalla gentilezza, ma è una parte di noi che va recuperata. Malgrado il personaggio interpretato da Diego Abatantuono (è Guru, terapeuta di Babbo Natale, ndr), nel film sono riuscito a mantenermi fragile!”.

Natale senza Babbo: di donne moderne, di mestieri senza steccati di genere e del complicato rapporto tra realtà e fantastico

Altro personaggio dell’iconografia natalizia riscritto da Natale senza Babbo è Santa Lucia, interpretata da Valentina Romani (qui sopra la video intervista all’attrice romana, in coppia con Caterina Murino). “Santa Lucia”, spiega Valentina Romani, “sta nel suo e deve difendersi quando viene tirata in causa. Mi è piaciuto interpretare un personaggio che ha dei poteri. Sul set è si è sprigionata tanta immaginazione e la resa è stata straordinaria. Credo che di Santa Lucia si possa dire che è un personaggio a due facce, perché cresce davvero, nell’arco del film”. Anche Stefano Cipani trova che il set sia stato un porto franco per l’immaginazione. “Il film è stato molto creativo. L’idea del mondo magico come un iceberg sotterraneo che viaggia sempre mi piace moltissimo. Girare Natale senza Babbo è stato stimolante, ci ha dato la possibilità di inventarci un mucchio di cose”. Arrivano, istantanei, i complimenti di Alessandro Gassmann. “Non è facile gestire un set pieno di effetti speciali come ha fatto Stefano. Tanti registi non ci sarebbero riusciti, lui invece sì”.

Tra i personaggi femminili di spessore di Natale senza Babbo c’è anche Margaret, l’intraprendente, indomita e perfettamente imperfetta moglie di Babbo Natale interpretata da Luisa Ranieri. “Essere donna oggi è un fatto eroico. Io ho chi mi aiuta, ma tra scuola, figli, lavoro e chat, una donna senza aiuto è un eroe. È diventato tutto molto stressante. Margaret è una donna moderna e io l’ho pensata guardando alla mia quotidianità, quando non faccio l’attrice e cerco di incastrare la vita di tutti. Ho immaginato un rapporto di coppia in cui non ci si confronta più, poi lui sparisce e scatena la rottura che mette in crisi ogni cosa; è così che lei impara ad adattarsi alla nuova situazione”. Rifiuta categoricamente la cesura tra lavori maschili e femminili. “Non ci sono barriere. Tutti possono accedere al mestiere che amano, non esiste una cosa che è maschile e una che è femminile”. Si avvicina l’ora della rivoluzione di genere, aggiunge Valentina Romani. “Il mio personaggio, alla fine del film, dice che forse i tempi sono maturi per Mamma Natale. Siamo tutti parte attiva del cambiamento, prendiamone consapevolezza e andiamo avanti”.

La famiglia di Babbo Natale non si riduce al protagonista e a sua moglie Margaret. Ci sono anche i figli. Per Alessandro Gassman, una delle supreme virtù del suo regista è la capacità di lavorare a stretto contatto con i più giovani. “Ho girato con Stefano il suo primo film, Mio fratello rincorre i dinosauri. Ha questa capacità, con i giovanissimi, di impostare il lavoro quasi fosse un gioco; i ragazzi li ha proprio messi in condizione di giocare. Una volta che riesci a fare una cosa del genere, poi devi essere in grado di mantenerla viva. Lui ce l’ha fatta. I nostri figli sul set erano due ragazzini che giocavano e si divertivano”.

Babbo Natale con problemi + famiglia è la combinazione di un film che vuole mescolare, in controtendenza con lo standard della commedia natalizia, realismo e fantastico. Per la sceneggiatrice Michela Andreozzi era una priorità assoluta, e non vanno nemmeno tralasciati i riferimenti del film a realtà orribili del contemporaneo come il proliferare delle guerre. “Babbo Natale è il maschio alfa per eccellenza, e scrivendo il film non volevamo prescindere dallo stato delle cose. Abbiamo cercato di riportare a terra i personaggi; era impossibile per noi non tenere conto del luogo privilegiato da cui raccontiamo questa storia”. Concorda Alessandro Gassmann. “Ho accettato di girare il film perchè umanizzava Babbo Natale, lo rendeva terreno e ci permetteva di affrontare delle situazioni drammatiche. Le guerre sono sempre più grandi e vicine e questa è una realtà che i bambini assorbono, anche se scegli di non fargli vedere certe cose. Ricordarsene, senza trascurare la magia del Natale, è un valore aggiunto per il film”.

Gli effetti speciali sono eccitanti, mentre a mettere in scena Santa Lucia si avverte una gran pressione

Natale Senza Babbo; cinematographe.it

Stefano Cipani ha dovuto misurarsi con una bella sfida, quella degli effetti speciali. “Una delle cose che mi eccitava di Natale senza Babbo era di poter accedere a un budget adeguato allo scopo. Avevo anche paura, perché cercavamo di spingere al massimo le nostre possibilità. Mi piaceva l’idea di misurarmi con gli effetti speciali. D’altronde, avevamo a collaborare con noi una società molto in gamba. Tutti, anche i più affermati registi, imparano qualcosa in una situazione del genere”. Il lavoro è stato complesso anche in sede di definizione dello script, dice Michela Andreozzi. “Abbiamo lavorato per tanto tempo al film. Abbiamo snellito molto, c’era tutta una parte sugli elfi che risultava addirittura in uno sciopero – eravamo molto schierati, in questa versione! – e l’abbiamo eliminata. I nostri sono personaggi privi di magia, degli esseri umani e basta. Comunque, della costruzione fisica del mondo magico si è occupata solo la regia”.

Per Alessandro Gassmann il film, “molto rispettoso nei confronti del Natale e con tanti livelli di lettura – ognuno può goderselo a modo suo – insegna quanto sia importante aiutarsi a vicenda e quanto servano donne forti come Margaret in grado di capire le nostre debolezze. Oggi il Natale è soprattutto mercificazione, è il periodo in cui i commercianti sono più felici, no? Dobbiamo imparare a mettere da parte qualcosa e dare più abbracci, soprattutto a chi non la pensa come noi. Mio figlio ha finto di credere a Babbo Natale fino ai quindici anni. Arrivava da me con un vocione da uomo e mi diceva: papà, questa è la letterina per Babbo Natale. A un certo punto gli ho detto che doveva smetterla!”. Il genere ha fatto la differenza in positivo, per Luisa Ranieri. “Attraverso la commedia certe tematiche arrivano più in fretta”.

Quanto ai riferimenti che hanno guidato il cammino del film, Stefano Cipani ammette di essersi ispirato “ai film natalizi commoventi come La vita è meravigliosa o Il miracolo della 34ª strada. Il mio obiettivo è questo: una coppia guarda il film seduta sul divano; è rancorosa, ha dei problemi. Dopo aver finito di vederlo, vanno a letto e fanno l’amore!”. Ciò detto, non si vive di solo spirito natalizio. “Ho strizzato l’occhio all’horror, con Santa Lucia, perché ai bambini piace molto farsi spaventare da un film”. Natale senza Babbo era un po’ come giocare in casa, per lui. “Sono bresciano, per noi a Natale esiste solo Santa Lucia; di quelli mostrati dal film, è il personaggio per me più rappresentativo. Ho sentito una gran pressione addosso, nel metterla in scena!”.

Ultima domanda: cosa non deve mancare al Natale per essere perfetto, secondo il cast di Natale senza Babbo? “La pace”, spiega Alessandro Gassmann, subito appoggiato da Luisa Ranieri. Si inserisce, elaborando la riflessione, Stefano Cipani. “Abbiamo cercato di inserire dei messaggi subliminali. I personaggi interpretati da Diego Abatantuono e Francesca Alice Antonini, per esempio, hanno simboli di pace cuciti sui vestiti; lui è un po’ un Che Guevara del Natale! E se l’abbiamo fatto“, prosegue, “è stato sempre per questo bisogno di offrire al pubblico qualcosa che fosse profondo e serio allo stesso tempo”. Dal canto suo, Michela Andreozzi guarda soprattutto alle famiglie. Ad alcune, in particolare. “Mi piaceva mostrare una famiglia imperfetta perché pensavo ai bambini che vivono situazioni del genere; magari il film può essergli di conforto. D’altronde, la vera pace si comincia a costruirla in casa”.