Luca Cesa si racconta oltre Folle d’amore – Alda Merini: “La recitazione è il mio rifugio privato”

L’intervista all’attore romano Luca Cesa, recentemente impegnato nel ruolo di Ettore Carniti in Folle d’amore – Alda Merini, il biopic targato Rai che Roberto Faenza ha dedicato alla poetessa dei Navigli.

È stato l’educatore del carcere di Rebibbia, Federico Viessi, nella terza stagione di Nero a metà, prima ancora il partigiano Jack in Una questione privata dei compianti fratelli Taviani e da poco ha svestito i panni di Ettore Carniti, primo marito di Alda Merini, nel biopic che Roberto Faenza ha realizzato su di lei dal titolo Folle d’amore – Alda Merini. Questi sono solo alcuni dei personaggi interpretati in questi anni da Luca Cesa, versatile e talentuoso attore romano, che grazie a queste doti ha saputo dividersi e muoversi con grande disinvoltura tra cinema, tv e teatro. Lo abbiamo intervistato in occasione della messa in onda su Rai 1 il 14 marzo 2024 del film incentrato sulla figura della poetessa dei Navigli, approfittando anche per rivolgergli delle domande sul suo percorso artistico e sul modo in cui vive e si approccia al mestiere e alla recitazione.       

La nostra intervista a Luca Cesa, tra i protagonisti del film Folle d’amore – Alda Merini nel ruolo di Ettore Carniti

Intervista a Luca Cesa cinematographe.it

©Gioele Vettraino

Quando è scoccata la scintilla della recitazione?

Mi dicevano di affrontare la mia timidezza, così l’ultimo anno di liceo mi sono iscritto al laboratorio teatrale della scuola. Preparammo l’Antigone di Sofocle e lo portammo a Siracusa in Sicilia, in un festival teatrale di giovani per i licei. Da quella esperienza mi si è aperto un mondo. É una passione che è cresciuta piano piano, man mano che continuavo a recitare. Mi piace pensare di essere stato destinato a questo”.

Ad oggi cosa rappresenta per lei la recitazione?

Una via di fuga. Uno spazio di rifugio privato mio soltanto dove posso esplorare e approfondire, immaginare personaggi. Penso sia il lavoro più intimo e personale del mondo”.

Qual è l’aspetto che più le interessa del mestiere dell’attore e cosa caratterizza il suo percorso di avvicinamento al personaggio?

Essere curiosi su quello che ci capita ogni giorno. Esplorare aspetti e situazioni lontane da noi. Metterci in difficoltà. È la vita che ci da gli strumenti per poter dare luce ai nostri personaggi, avvicinarli e capirli”.

Luca Cesa: “Nelle pagine del libro scritto dalla figlia di Alda Merini dal titolo Mia madre ho trovato tutto quello di cui avevo bisogno per poter restituire il personaggio di Ettore Carniti”

Intervista a Luca Cesa cinematographe.it

Luca Cesa è Ettore Carniti in “Folle d’amore – Alda Merini”  Ph: Maria Vernetti

A proposito di costruzione dei personaggi, come è avvenuta quella di Ettore Carniti in Folle d’amore – Alda Merini? Nella fase di preparazione e studio ha attinto a qualche fonte in particolare per documentarsi su di lui?

Ho cercato di ricavare più informazioni possibili su di lui da internet e dalle poesie della Merini. Poi sono andato in libreria ed ho trovato il libro scritto dalla figlia di Alda, Emanuela Carniti, Mia madre. In quelle pagine ho trovato tutto quello di cui avevo bisogno per poter restituire il personaggio di Ettore”.

Quella di Carniti, marito di Alda Merini, è una figura realmente esistita alla quale è legato uno dei periodi più drammatici e bui nella vita della poetessa. Fu lui, infatti, dopo una grave crisi nervosa della moglie, a richiederne il ricovero in manicomio. Le capita o le è mai capitato di giudicare l’operato di un personaggio anche quando non ne condivide pensiero e azioni oppure riesce sempre grazie al mestiere a mantenere le distanze?

Mi hanno sempre insegnato a non giudicare un personaggio, ma a cercare di capirne gli intenti, cosa lo spinge a fare una cosa piuttosto che un’altra. Andare in profondità insieme a lui e cercare di trovare delle affinità caratteriali che, quasi sempre, si riescono a percepire. Ettore Carniti era un prestinaio, lavoro molto tosto. Aveva desideri molto elementari, ad esempio una famiglia semplice e serena. Il suo carattere, poco paziente, si andava a scontrare con l’irrequietezza di Alda Merini”.

Luca Cesa: “Interpretare figure realmente esistite come Ettore Carniti rappresenta un’occasione per approfondire e conoscere storie e personaggi che mai avrei avuto idea di approcciare

Intervista a Luca Cesa cinematographe.it

Luca Cesa è Ettore Carniti in “Folle d’amore – Alda Merini”  Ph: Maria Vernetti

Con Carniti, così come in passato, ha avuto modo di interpretare personaggi realmente esistiti o ispirati a figure realmente esistite, vedi quelli in Una questione privata o Il Generale Dalla Chiesa. Cambia il suo approccio? E in che modo la responsabilizza?

Sicuramente è una responsabilità in più. Mi sento in dovere di restituire quel personaggio in modo più fedele e conforme all’originale con il vincolo, inevitabile, di me stesso. La vedo anche come una grande occasione per approfondire e conoscere storie e personaggi che mai avrei avuto idea di approcciare”.

Rispetto ai colleghi e alle maestranze con i quali ha condiviso il set di Folle d’amore, quale l’ha sorpresa di più?

Ho avuto la fortuna di lavorare con una troupe con cui mi sono trovato magnificamente. Conoscevo già molti dei miei colleghi, molti di loro sono amici anche nella vita, come Rosa Diletta Rossi, con cui avevo diviso già il set di Nero a metà 3, Federico Cesari, Alessandro Fella. Questo ha fatto sì che il lavoro fosse ancora più piacevole. Per tutto questo ringrazio Roberto Faenza che mi ha scelto!

Luca Cesa: “Recitare in un film dei fratelli Taviani come Una questione privata è stato un grandissimo onore

Intervista a Luca Cesa cinematographe.it

©Gioele Vettraino

C’è, tra quelli a cui ha lavorato, un ruolo in particolare in cui lei si è ritrovato? In cui si è riconosciuto?

Tutti i ruoli che hanno avuto un arco narrativo più ampio, perché ho avuto la possibilità di mettere in scena più aspetti di me che inevitabilmente andavano di pari passo con il personaggio. Quello a cui sono più legato è Federico Viessi di Nero a metà 3, forse perché ci ho convissuto per parecchi mesi”.

Ha avuto l’onore e l’opportunità di lavorare a un film importante come Una questione privata, diretto da due grandi maestri come i fratelli Taviani. Che cosa si è portato dietro in termini di bagaglio umano e professionale di quell’esperienza?

Esatto, è stato un onore. È uno di quei lavori che sul curriculum ha sempre un grande valore. Ero piccolo, credo alla seconda esperienza in assoluto. Giravamo in trasferta, sulle alpi tra il Piemonte e la Francia. Ricordo che ero attento a tutto ciò che mi circondava. Dagli attori con cui lavoravo, alle scenografie d’epoca. Ero continuamente emozionato, non riuscivo a rilassarmi. E poi c’era Luca Marinelli che nel 2016, reduce da capolavori come Non essere cattivo e Lo chiamavano Jeeg Robot, era uno dei miei attori di riferimento. Porterò sempre con me ogni minimo dettaglio di quei giorni”.

Luca Cesa: “Una cosa che mi piace molto fare è osservare gli altri attori dai più famosi e non per rubare tutto quello che mi salta all’occhio”

Intervista a Luca Cesa cinematographe.it

©Gioele Vettraino

Cinema, tv e teatro. Dove si sente più a suo agio e dove ritiene di essersi potuto esprimere al meglio del suo potenziale?

Sento che il mio massimo potenziale deve ancora venire fuori. Quella fiamma che ho dentro la alimento ogni giorno con provini, lavori e vita vissuta. Non mi sentirò mai arrivato, sono sempre molto critico con me stesso. Da una parte questo mio aspetto mi fa godere poco delle mie conquiste ma dall’altro mi fa conoscere nuove visioni di me da migliorare. Una cosa che mi piace molto fare è osservare gli altri attori dai più famosi e non per rubare tutto quello che mi salta all’occhio”.

Cosa vede e spera per il suo futuro come possibile upgrade?

Non vedo niente perché voglio vivere giorno per giorno. Ma spero tanto, sono molto ambizioso. Spero che la vita mi dia tanto, mi faccia dei bei regali frutto di quello che sto seminando. Tutto quello che arriverà lo accoglierò con tutto me stesso”.

Tags: Rai